Entrambi sono già pronti ad abbandonare la vicepresidenza della controllante Premafin per dare al mercato un forte segnale di discontinuità. Ieri il cda ha anche approvato la nuova governance dopo i rilievi Isvap

di Anna Messia

Jonella Ligresti lascerà i poteri esecutivi legati alla presidenza di Fondiaria Sai, che rimarranno di esclusiva competenza dell’amministratore delegato, Emanuele Erbetta. E il fratello Paolo rinuncerà a quelli che esercitava in maniera disgiunta, come presidente della controllata Immobiliare Lombarda. Non solo, entrambi sarebbero già pronti a lasciare la vicepresidenza della Premafin, la holding che controlla la compagnia assicurativa. La famiglia Ligresti fa dunque un passo indietro decisivo nella gestione delle società assicurative partecipate e quello che, secondo le previsioni della vigilia, sarebbe dovuto essere un consiglio di amministrazione poco più che ordinario di FonSai, si è rivelato invece un passaggio determinante per il futuro del gruppo. L’ordine del giorno di ieri prevedeva soltanto una prima risposta ai rilievi sollevati dall’Isvap in tema di corporate governance, conseguente a un’ispezione dell’autorità di controllo del settore. Poi, a sorpresa, le deliberazioni sono andate ben al di là della richieste dell’Isvap che aveva puntato il dito contro i doppi incarichi nel gruppo. Come quelli che i figli dell’ingegnere Salvatore Ligresti avevano appunto nella holding di famiglia e nelle partecipate dove avevano assunto un ruolo operativo. Ma il segnale di discontinuità arrivato ieri, più che alle autorità di controllo, sembra indirizzato al mercato che, dopo il successo della ricapitalizzazione da 450 milioni per FonSai e da 350 milioni per la controllata Milano, attende ora la svolta nella gestione del gruppo: Fondiaria-Sai ha chiuso il 2010 con perdite per 929 milioni (dopo le svalutazioni) e ha un debito di oltre 1 miliardo. Jonella, oltre alla presidenza, manterrà anche la qualifica di amministratore non esecutivo e non indipendente. «La decisione, assunta in piena autonomia e senza alcun condizionamento esterno», hanno chiarito ieri dalla compagnia, «intende ribadire una volta in più la totale autonomia dell’amministratore delegato Emanuele Erbetta e del management da lui guidato nella determinazione delle scelte gestionali della compagnia e del gruppo, nell’ambito delle strategie elaborate dal consiglio di amministrazione». Un primo segnale del cambiamento c’era già stato lo scorso gennaio, quando l’amministratore delegato, Fausto Marchionni, da sempre uomo di fiducia dell’ingegnere, aveva lasciato la guida della compagnia dopo 45 anni nel gruppo, passando il testimone a Erbetta. Poi a inizio giugno è arrivato in azienda il direttore generale con ampie deleghe, Piergiorgio Peluso, proveniente da Unicredit, la banca che ha sostenuto il rilancio della compagnia (di cui è principale creditore) diventando azionista con il 6,6%. E ora, come segno di un cambiamento ancora più incisivo, i Ligresti hanno scelto di defilarsi. Solo l’altra figlia di Salvatore, Giulia, almeno per ora, manterrà sia la carica di presidente Premafin sia quella di vicepresidente FonSai, incarico che però già oggi non prevede deleghe. Chi conosce la famiglia sa bene che il passo indietro è stato molto sofferto. Soprattutto per Jonella arrivata alla presidenza di Sai per volere del padre nel 2001 a soli 34 anni, incarico riconfermato nel 2003 dopo la fusione con Fondiaria. Ma, probabilmente, era la decisione più giusta in questa fase difficile e il mercato l’ha apprezzata con il titolo che, subito dopo la notizia, è salito del 7,28%. Ieri il consiglio ha anche preso decisioni importanti in tema di governance: il controllo è stato separato dalla gestione e la funzione di audit, risk management e compliance è stata posta alle dipendenze del cda. È stato costituito il comitato rischi e investimento della capogruppo per definire i limiti di rischio di ogni operazione, ed è stato posto un presidio per le operazioni con le parti correlate. (riproduzione riservata)