Dopo due anni di crescita record, nel 2010 le insolvenze sono diminuite. A rilevarlo è l’Indice globale di Euler Hermes (gruppo Allianz), che ha registrato una riduzione del 5 per cento. La diminuzione delle insolvenze aziendali, inoltre, sta continuando in questo modo anche nel 2011. In ogni caso, però, questi crediti dovrebbero restare a un livello più elevato rispetto ai valori pre-crisi almeno fino al 2012. «Questo trend globale – dice Wilfried Verstraete, presidente di Euler Hermes – rispecchia unmiglioramento della situazione finanziaria delle imprese». In particolare, l’andamento è legato agli interventi di aggiustamento messi in atto dalle società, al mantenimento di alcune misure di sostegno adottate dai governi e, più in generale, alla ripresa economica. Nel 2010, sottolineano da Euler Hermes, «il Pil mondiale ha compiuto un balzo del 4%». In questo contesto, oltre la metà dei Paesi campione ha registrato una contrazione delle insolvenze. Il calo più significativo si è avuto nell’area Asia-Pacifico (-12%) e in quella americana (-8%). In Europa il bilancio globale 2010 è meno lusinghiero. I Paesi del sud, come Grecia, Italia e Portogallo, continuano a segnare un aumento dei crediti commerciali insoluti (nel nostro Paese l’aumento è stato addirittura del 21%). Anche nei Paesi dell’est (Ungheria, Polonia, Repubblica Ceca, Russia e Slovacchia) e in altri – come Belgio, Danimarca, Irlanda, Lussemburgo e Svizzera – la situazione non è migliorata. Con un meno 2%, infine, il calo delle insolvenze aziendali resta moderato in Francia e in Germania, mentre in Finlandia, Norvegia, nei Paesi Bassi e nel Regno Unito, sebbene più consistente, questa decrescita non riesce ancora a compensare l’enorme aumento della «sinistralità» registrata negli anni scorsi.