Continuano le dismissioni dei colossi del credito europeo, eredità della crisi finanziaria e dei salvataggi che ne sono derivati. Ing Groep ha annunciato ieri di aver chiuso la vendita delle sue attività in America Latina alla colombiana GrupoSura per 2,6 miliardi di euro, nella maggior operazione internazionale di sempre per un’azienda del Paese sudamericano. Lloyds Banking Group, invece, potrebbe essere costretta ad annullare la vendita di 637 filiali, che sono la dote dell’acquisizione pilotata dallo Stato di Hbos, finita in un salvataggio che ha lasciato il gruppo britannico con il 41% del suo capitale detenuto da Londra. L’olandese Ing ha da tempo avviato un piano di dismissioni focalizzato sulla separazione tra i business bancario e assicurativo, che è la condizione per il via libera della Ue al piano di aiuti, da dieci miliardi di euro, con cui l’Olanda salvò il gruppo nel 2008. La vendita del business assicurativo e di investment management in America Latina sarebbe il prologo alla cessione delle attività in Usa, Europa e Asia del valore di 18-19 miliardi di euro. Il gruppo continua a pensare a collocamenti separati per Usa ed Europa-Asia, ma secondo gli analisti, la vendita degli asset potrebbe incassare di più. Intanto Lloyds ha ricevuto offerte per le filiali bancarie solo da Nbnk e Co-Op Bank, ma il gruppo ha dichiarato che i negoziati proseguono con almeno sei pretendenti (tra cui anche la Virgin Money di Richard Branson). Anche per l’istituto britannico la dismissione è imposta dai regolatori europei in relazione al salvataggio pubblico organizzato da Londra. A complicare la vicenda (anche se le due operazioni potrebbero interessare un unico attore) c’è la contemporanea vendita di quel che resta di Northern Rock, prima vittima della crisi in Gran Bretagna.