Dal 2013 iter ad hoc per identificazione e notifica del verbale

Pagina a cura di Stefano Manzelli ed Enrico Santi

Multe automatiche, guida con alcol o droghe, corsie riservate, cinture, casco, telefonino saranno presto sorvegliati speciali in tutta Europa. Sono infatti queste le infrazioni stradali che dal 2013 beneficeranno di una procedura ad hoc per l’identificazione del trasgressore e la notifica del verbale. Ma resterà ancora critica l’effettiva riscossione delle multe e l’applicazione delle sanzioni accessorie. Lo evidenzia la direttiva per agevolare l’applicazione transfrontaliera delle multe per alcune violazioni stradali, approvata dal Parlamento europeo il 6 luglio 2011, che attende ora soltanto l’approvazione formale all’unanimità da parte del Consiglio dei ministri dell’Unione europea. La direttiva entrerà in vigore il giorno successivo alla pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale comunitaria. Tutti gli Stati membri (ad eccezione del Regno Unito, dell’Irlanda e della Danimarca, che non hanno dato l’adesione) dovranno recepire la direttiva entro ventiquattro mesi. Sono otto, dunque, le tipologie di violazioni che rientrano nel campo di applicazione della direttiva, ovvero l’eccesso di velocità, il mancato uso della cintura di sicurezza, il mancato arresto davanti a un semaforo rosso, la guida in stato di ebbrezza, la guida sotto l’influsso di sostanze stupefacenti, il mancato uso del casco protettivo, l’utilizzo di una corsia vietata (corsia di emergenza, corsia preferenziale per il trasporto pubblico o corsia chiusa per motivi di congestione o di lavori stradali) e l’uso indebito di cellulare o di altri dispositivi di comunicazione durante la guida. Le autorità nazionali designate per lo scambio dei dati potranno accedere, tramite il punto di contatto dell’altro Stato, ai dati di immatricolazione dei veicoli, comprese le informazioni sui proprietari o titolari del mezzo, sfruttando il sistema Eucaris già utilizzato dagli Stati membri nell’ambito della decisione 2008/615/gai. I dati ottenuti dovranno essere trattati in modo riservato; inoltre, non potranno essere conservati e al termine del procedimento dovranno essere cancellati in modo verificabile. Ottenuti i dati, l’autorità dello Stato in cui è stata accertata l’infrazione invierà al proprietario del veicolo od obbligato solidale, una «lettera d’informazione», indicando specificamente la natura della violazione, il luogo, la data e l’ora dell’accertamento, le disposizioni di diritto nazionale violate, l’ammontare della sanzione e i termini di pagamento, i dati riguardanti il dispositivo elettronico eventualmente utilizzato (numero identificativo e data di validità dell’ultima calibratura), la velocità massima, quella misurata e quella contestata dopo il calcolo della tolleranza di legge e i termini e le modalità per presentare ricorso. La stessa lettera dovrà comunicare che i dati personali saranno trattati in conformità della decisione quadro 2008/977/gai del Consiglio, indicando altresì i diritti in materia di accesso, rettifica e cancellazione. Per la stesura della lettera d’informazione potrà essere utilizzato un modello predefinito dalla stessa direttiva; in ogni caso dovrà essere trascritto o stampato in una delle lingue ufficiali dello Stato che ha immatricolato il veicolo. Entro 60 giorni dal ricevimento della lettera di informazione, il proprietario potrà compilare e inviare un modulo di risposta (allegato alla lettera di informazione), specificando i dati del trasgressore. Nello stesso modulo, potrà dichiarare di non riconoscere valido l’accertamento, indicandone i motivi. Il pagamento dovrà essere effettuato all’autorità competente dello Stato in cui viene accertata la violazione, secondo le modalità e i termini stabiliti dalle disposizioni nazionali di quel Paese. In caso di mancato pagamento, la direttiva cita soltanto nelle premesse la decisione quadro 2005/214/gai del Consiglio del 24 febbraio 2005 sul reciproco riconoscimento delle sanzioni pecuniarie. Nella consapevolezza che la questione riveste un carattere critico, la nuova direttiva fissa già i criteri da osservare nella stesura di una successiva direttiva che dovrà essere adottata per definire in dettaglio le procedure conseguenti al mancato pagamento della sanzione pecuniaria, a prescindere dalla natura civile o penale della sanzione e nel rispetto delle leggi e delle procedure nazionali. In concreto, dovranno essere definite le regole relative alla trasmissione della decisione finale fra le varie autorità competenti dello Stato in cui è stata accertata l’infrazione e dello Stato in cui il proprietario o trasgressore è residente e al riconoscimento ed esecuzione della decisione finale. © Riproduzione riservata

Gettate le basi per l’armonizzazione

 

 

La direttiva per agevolare l’applicazione transfrontaliera delle multe pone le basi per rendere uniformi le regole stradali a livello comunitario. Entro 36 mesi dall’entrata in vigore della direttiva, la Commissione europea dovrà formulare proposte sulla possibilità di armonizzare i codici della strada dei vari Stati membri.

Inoltre dovrà essere valutata la necessità di uniformare le apparecchiature automatiche di controllo e le relative procedure, elaborando linee guida per rendere il più possibile omogenee le disposizioni dei vari Stati membri con riguardo ai limiti di velocità, alla guida in stato d’ebbrezza, all’uso delle cinture di sicurezza e al rispetto del rosso semaforico.

In particolare, l’autovelox e il telelaser dovrebbero essere utilizzati soprattutto nei tratti stradali in cui il numero di sinistri causati dall’eccesso di velocità è superiore alla media. I controlli dovrebbero essere intensificati negli Stati in cui il tasso di incidentalità è più elevato o la diminuzione del numero di vittime dal 2001 in poi è inferiore alla media dell’Unione europea. Gli Stati membri dovranno garantire che le disposizioni in materia di limiti di velocità siano affisse sotto forma di segnaletica stradale in tutte le frontiere autostradali.

L’obiettivo: dimezzare il numero di vittime

Lo stop all’impunità per i conducenti che compiono infrazioni stradali in altri Stati membri si inserisce nell’ambizioso piano dell’Unione Europea di dimezzare il numero di morti sulle strade fra il 2011 e il 2020.

Il Parlamento europeo ha auspicato, nell’ambito dell’esame del piano strategico delineato dalla Commissione («Verso uno spazio europeo della sicurezza stradale: orientamenti 2011-2020 per la sicurezza stradale») un’armonizzazione delle regole sulla sicurezza stradale in tutta l’Unione europea e l’istituzione entro il 2014 di un coordinatore europeo per la sicurezza stradale con il compito di coordinare l’attività fra gli Stati membri e le varie autorità e i servizi per garantire la massima efficienza e coerenza.

Il Parlamento europeo propone di limitare in tutta l’Unione europea la velocità di guida a 30 km/h nelle zone residenziali e sulle strade con una sola carreggiata sprovviste di piste ciclabili.

I corpetti ad alta visibilità dovrebbero essere resi disponibili per tutti gli occupanti del veicolo.

 

I deputati europei auspicano inoltre che sia maggiormente incoraggiato l’uso del casco protettivo da parte dei ciclisti, oltre all’utilizzo del giubbetto retroriflettente dopo il tramonto.

Il Parlamento chiede anche che chi è in possesso di una patente di guida si sottoponga ogni dieci anni a un test per la vista (ogni cinque anni per gli ultrasessantacinquenni).

Inoltre, le sostanze o i farmaci che possono influenzare la capacità di guida dovranno essere sistematicamente individuati ed eventualmente considerati incompatibili con una guida sicura. Infine, in tutti gli Stati membri dell’Unione europea i conducenti professionisti e i principianti (per i primi due anni) dovranno evitare l’uso di bevande alcoliche prima di guidare.

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