Nel suo ennesimo messaggio alla nazione ieri Barack Obama è stato chiaro: «Mi rifiuto di firmare qualsiasi accordo di breve termine sul deficit». La ragione è evidente, ovvero porre sempre maggiore pressione sui Repubblicani affinché scendano a patti su un innalzamento del tetto di indebitamento entro il 2 agosto, data che potrebbe sancire il default degli Usa per incapacità di pagare cedole e interessi. Una scelta obbligata visto che per restare sotto la soglia di debito di 14.294 miliardi di euro, il buon Tim Geithner ha disinvestito altri 20 miliardi dai fondi pensione, un dato che porta il livello di disinvestimento per i vari fondi finiti sotto questo ombrello emergenziale a oltre 120 miliardi di dollari. Senza default, questi fondi saranno i primi a essere reintegrati nelle casse ma con un default, il marketable debt avrà la priorità. E allora, bye bye intragovernmental holdings…