In attesa di capire cosa fare del progetto jv con Vtb, la seconda banca di Russia, a Trieste certo non passano momenti tranquilli nel leggere le cronache economiche da Mosca. La questione dell’entrata nel capitale del gruppo russo (con l’1% per circa 220 milioni in febbraio) è già costata pesanti contrasti ai vertici del Leone, tanto che le prossime mosse (appunto, l’ipotetica jv) sembrano procedere con passi di piombo. In una situazione piuttosto elettrica, qualcuno ieri può aver tirato un mezzo sospiro di sollievo, leggendo che Vtb ha ottenuto un prestito sindacato da 3,13 miliardi di dollari a scadenza triennale. Una cifra monstre. La più monstre mai sindacata in Europa orientale. Dunque, un segno di fiducia. Tuttavia, guardando meglio, il segno diventa un mezzo segno di fiducia. O meglio, un segnale di mezza fiducia. Per portare a casa quei 3,13 miliardi, infatti, i coordinatori del prestito hanno dovuto bussare alle porte delle banche di mezzo mondo, e frazionare l’ammontare su 30 istituti, praticamente chiedendo a tutti i big del credito mondiale di mettere un chip nella partita. Vista così, l’operazione non regala troppa tranquillità. E la tranquillità traballa anche di più, se poi si leggono le cronache moscovite di giovedì, quando un attento analista, che di nome fa Rustam Botashev, ha messo in luce i rischi di default insiti nel salvataggio, da parte di Vtb, della già controllata Bank of Moscow (di cui ha rilevato il 46% in febbraio). La questione riguarda due obbligazioni della Bank of Moskow che, nel momento in cui Vtb interverrà portando a circa il 75% la sua quota di controllo, vedranno scattare, secondo il regolamento dei bond, una sorta di clausola di default attivata, appunto, dal «salvataggio». Ma il problema, nota l’analista, non si ferma qui. Se scatta la clausola per i due bond della controllata di Vtb, l’evento rischia di avere un effetto moltiplicatore, e di generare una sorta di «cross default» in altre obbligazioni interne al gruppo Vtb, nelle quali si trovino clausole legate amancati pagamenti di altri debiti fa parte del debitore. Insomma, un effetto domino-default. Lo stesso Botashev riporta che Vtb nega ci sia questo rischio. Ma il fatto che abbia pubblicato il suo report significa che l’eventualità non è così peregrina. Ultimo appunto: Rustam Botashev  è il deputy head of research di Uni- Credit a Moscow. (l.t.)