Nel 2010 i fondi pensione aperti hanno registrato un rendimento medio del 4,2% e quelli negoziali uno del 3%, in calo rispetto al 2009 ma meglio del rendimento medio dei fondi comuni di diritto italiano, che è stato del 2,4%. Lo scrive l’Ufficio Studi di Mediobanca nel suo rapporto 2011: ‘Dati di 1003 Fondi e Sicav italiani’. I fondi pensioni si sono distinti dal resto del mercato anche sul fronte della raccolta, risultata positiva per 4 miliardi e confluita per i tre quarti verso i fondi negoziali, quelli a cui i lavoratori destinano il versamento del Tfr. In una prospettiva più a lungo termine, adatta a strumenti di risparmio previdenziale come i fondi pensione, l’Ufficio Studi di Mediobanca segnala però che, fatto 100 l’anno 2000, i fondi negoziali hanno chiuso il 2010 con un rendimento cumulato del 14%, meno della metà della rivalutazione del Tfr, che nello stesso periodo è stata del 30,1%. 
Ancora più modesto il rendimento a dieci anni dei fondi pensione aperti, che con la crescita del 2010 hanno recuperato i livelli ante crisi di fine 2007 ma chiudono il decennio con una performance del 2,4%. La stessa analisi, se condotta a cinque anni, mostra a fronte di una rivalutazione del Tfr del 13,5%, un rendimento dell’11% per i fondi pensione negoziali e dell’1,7% per i fondi pensione aperti. Bisogna comunque considerare che i fondi pensione si sono affermati proprio nel corso di questi ultimi 10 anni, anni caratterizzati da una serie di profonde crisi dei mercati finanziari. Se a fine 2010 il patrimonio dei fondi pensioni negoziali era di 22,3 miliardi era infatti solo 1,1 miliardi 10 anni prima. Analogamente il patrimonio dei fondi pensione aperti era di 7,4 miliardi a fine 2010 e solo di 0,5 miliardi nel 2000. Per quanto riguarda la composizione del patrimonio, quello dei fondi pensione negoziali e’ composto per quasi il 70% da titoli di stato e obbligazioni, per il 17,5% da azioni e per il 7,6% da quote di fondi, mentre i fondi pensione aperti hanno in portafoglio per il 48% titoli di Stato e obbligazioni, per quasi il 24% azioni e per il 22% quote di fondi.