Dopo due anni di crescita record, nel 2010 Euler Hermes (gruppo Allianz) ha rilevato una riduzione del 5% del suo Indice Globale delle Insolvenze. La diminuzione delle insolvenze aziendali continua nel 2011, moderata e diversificata secondo i Paesi. La sinistralità (crediti commerciali insoluti) dovrebbe comunque rimanere più elevata rispetto a prima della crisi, almeno fino al 2012.

 

In Asia e in America il maggiore calo delle insolvenze nel 2010.
L’Indice Globale delle Insolvenze di Euler Hermes, che sintetizza l’andamento delle insolvenze aziendali nel mondo, ha registrato nel 2010 un sensibile calo (-5%) dopo due anni di crescita record  (+64% tra il  2007 e il 2009). “Questo trend globale rispecchia un miglioramento della situazione finanziaria delle imprese” – commenta Wilfried Verstraete, Presidente di Euler Hermes-. “E’ il frutto, in primo luogo, degli importanti interventi di aggiustamento operati dalle aziende in presenza della crisi, ma riflette anche il mantenimento di alcune misure di sostegno adottate dai Governi,quali gli incentivi alla rottamazione o gli sgravi fiscali e, soprattutto, la ripresa economica mondiale”. Nel 2010, il PIL mondiale ha effettivamente compiuto un balzo del 4% (-2% nel 2009), sotto la spinta di due elementi fondamentali: l’incremento delle scorte industriali e il rilancio del commercio internazionale (+15% in volume dopo il -13% del 2009).
In tale contesto, oltre la metà dei Paesi campione ha registrato una contrazione delle insolvenze.

Sono proprio le due aree geografiche che hanno fatto da traino alla ripresa dell’economia mondiale ad avere registrato il calo più significativo delle insolvenze: l’Asia-Pacifico (-12%) e l’America (-8%, dopo un biennio di forte aumento).

 

In Europa, il bilancio globale 2010 è meno lusinghiero. I Paesi del sud (Grecia, Italia e Portogallo) continuano a segnare une aumento della sinistralità (crediti commerciali insoluti). La Spagna è l’eccezione, con una diminuzione del 5% preceduta comunque da un triennio in cui la sinistralità era quintuplicata. Anche nei Paesi dell’est (Ungheria, Polonia, Repubblica ceca, Russia e Slovacchia) e in alcuni altri (Belgio, Danimarca, Irlanda, Lussemburgo e Svizzera) la situazione è migliorata. Con un -2%, il calo delle insolvenze aziendali resta moderato in Francia e in Germania, mentre in Finlandia, Norvegia, nei Paesi Bassi e nel Regno Unito, sebbene più consistente, questa decrescita non riesce a compensare l’enorme aumento della sinistralità registrato negli anni precedenti.

 

Sinistralità sempre elevata anche nel 2011-2012

Secondo la Direzione Ricerca di Euler Hermes la ripresa persistente dell’economia mondiale dovrebbe confermare il calo delle insolvenze aziendali in tutto il mondo all’orizzonte del 2012. Eppure, diversi fattori rischiano di rallentare questo trend, laddove le imprese, soprattutto nei Paesi industrializzati, hanno recuperato solo in parte i loro margini di manovra :

– il rallentamento dell’economia mondiale – con una crescita più vicina al 3% nel 2011 e nel 2012 – e, in particolare, la scarsa vivacità dei Paesi europei;
– l’impennata dei costi di produzione (materie prime, monte salari);
– e il susseguirsi delle strette monetarie, con una perdita netta di competitività in alcuni Paesi per effetto dei tassi di cambio.

 

In questo quadro, l’indice globale dovrebbe diminuire solo di poco (-7%) nel 2011 e nel 2012 (-5%), con alcune eccezioni collegate a motivi congiunturali (Grecia e Portogallo) o a circostanze eccezionali (Giappone). “ La diminuzione totale dell’indice globale registrata fra il 2010 e il 2012 sarà prevedibilmente insufficiente a compensare gli aumenti record del 2008-2009. In altri termini, in molti Paesi la sinistralità globale del 2012 dovrebbe essere ancora superiore a quella del 2007”, conclude Wilfried Verstraete.