Alcune buone notizie, qualcuna di dubbia lettura e altre che potrebbero creare problemi, almeno sul lungo periodo. Quella di ieri è stata una giornata ricca di dati sul mondo del lavoro. Le buone notizie sono arrivate dall’Inail che ha fatto sapere che gli infortuni e le morti bianche nel 2010 sono diminuiti rispetto al 2009, preseguendo così il trend registrato ormai da diverso tempo: gli infortuni sono calati dell’1,9%, mentre i casi mortali sono passati da 1.053 a 980 (rispetto a 10 anni prima, inoltre, il calo è stato rispettivamente del 24,2% e del 36,6%).
L’andamento delle malattie, invece, sta seguendo la direzione opposta: tra il 2009 e il 2010 il numero è cresciuto da 34.753 a 42.347. E, rispetto al 2001, l’impennata è di quasi il 50 per cento. Per trovare un valore più elevato bisogna risalire al ’93, quando si toccò quota 46mila. Secondo il rapporto Inail, questi dati si possono spiegare con tre fattori: l’emersione di malattie «perdute» (di natura lenta e con tempi di lantenza e manifestazione prolungati), nuove malattie nelle tabelle ufficiali e denunce plurime.
Infine, l’Inps ha segnalato una brusca frenata per le richieste di cassa integrazione nel mese di giugno. Con 82,4 milioni di ore autorizzate, infatti, la diminuzione è stata del 20,1% rispetto a maggio e del 20% in confronto a giugno 2010. Nel dettaglio, il mese scorso sono state autorizzate 18,7 milioni di ore di cassa integrazione ordinaria, 33,7 di straordinaria e altre 30 milioni di cassa in deroga. Se è un bene che le richieste siano diminuite, non è detto che questi dati siano una garanzia di essersi lasciati la crisi alle spalle: come fanno notare alcuni commentatori, chi non ha più diritto alla cassa integrazione potrebbe semplicemente aver perso il lavoro.