di Andrea Di Biase

Le Assicurazioni Generali dovranno aspettare ancora un po’ di tempo prima di conoscere la sorte del credito privilegiato da 5,19 milioni di euro vantato nei confronti di Holding italiana turismo (Hit), una delle società del comparto turistico dell’ex gruppo di Calisto Tanzi (Parmatour), in amministrazione straordinaria dal gennaio 2004.

Nonostante poco più di un mese fa abbia lasciato la carica di amministratore delegato della Parmalat, finita sotto il controllo di Lactalis, Enrico Bondi è tuttora commissario straordinario delle società dell’ex gruppo Tanzi e il 7 luglio ha presentato il primo piano di riparto parziale per i creditori ammessi allo stato passivo della Hit. Tra questi, uno dei principali erano appunto le Generali, che erano state ammesse a fronte di un credito privilegiato di 5,2 milioni su un totale di 11,75 milioni (i crediti chirografari ammontano invece a 363,25 milioni). Tuttavia, nonostante il piano di riparto predisposto da Bondi (e approvato dal giudice delegato Pietro Rogato) preveda il pagamento integrale dei creditori privilegiati, le Generali almeno per il momento non saranno soddisfatte. E potrebbero non esserlo nemmeno in futuro. Secondo il commissario straordinario, infatti, il credito privilegiato vantato dalla compagnia assicurativa triestina non è dovuto ed è stato inserito nello stato passivo per un «errore essenziale di fatto». Si tratta, secondo la terminologia giuridica, di un errore in cui è incorso il giudice al momento della definizione dello stato passivo e che pone le basi per cosiddetta «revocazione» del credito. Questa procedura è proprio quella che Bondi intende applicare al credito delle Generali, che sarebbe legato a una fideiussione emessa a fronte di un credito Iva poi risultato inesistente. La compagnia avrà tuttavia la possibilità di far valere le proprie ragioni davanti al giudice. Nel frattempo il commissario straordinario ha provveduto ad accantonare la somma eventualmente dovuta al Leone, in attesa che il Tribunale si pronunci. La somma è stata stornata dalla liquidità recuperata da Bondi nel corso della procedura. Liquidità che a fine marzo era di poco superiore a 22 milioni e così suddivisa: 13,16 milioni su un conto corrente aperto presso Mediobanca, 3 milioni presso il Credito Valtellinese, 6,3 milioni presso il Banco di Desio e 128 mila euro al Banco Popolare. Parte di queste risorse è stata utilizzata per acquistare dalla Coloniale (la ex holding della famiglia Tanzi, recentemente finita nel perimetro di Parmalat) un credito fiscale da 5,43 milioni. La disponibilità da ripartire tra i creditori ammonta dunque a 15,96 milioni ed è stata così suddivisa: 7,26 milioni destinati ai creditori prededotti e privilegiati (escluse le Generali, il cui credito di 5,2 milioni è stato accantonato) e 2,9 milioni come «parziale importo ripartito» tra i creditori chirografari, che almeno per ora saranno rimborsati solo per lo 0,8% dei crediti. Non è comunque detto che quest’ultima classe di creditori debba accontentarsi delle briciole. Nella sua relazione Bondi sottolinea che «l’attività liquidatoria a oggi non è terminata in quanto attualmente residuano da recuperare alcuni crediti e pende una causa attiva (azione revocatoria). Non si prevede pertanto», conclude il commissario straordinario, «la chiusura immediata della procedura». Anche perché bisognerà aspettare l’esito del giudizio sul contenzioso aperto con le Generali. (riproduzione riservata)