Atradius ha presentato i risultati dell’indagine condotta tra le imprese dell’Unione Europea relativamente alla loro  propensione ad instaurare rapporti commerciali con i mercati emergenti nel corso del 2011.

 

Il sondaggio, che ha interessato oltre 1.800 aziende di 9 Paesi europei (Belgio, Danimarca, Francia, Germania, Gran Bretagna, Italia, Paesi Bassi, Spagna, Svezia), fa riferimento a 19 mercati emergenti in rapida crescita: Repubblica Ceca, Ungheria, Polonia, Russia, Turchia, Emirati Arabi Uniti, Sud Africa, Brasile, Cile, Messico, Cina, India, Indonesia Malesia, Filippine, Corea del Sud, Tailandia, Vietnam e Taiwan.

 Per i partecipanti al sondaggio, la Cina si colloca al primo posto quale più importante mercato emergente seguita da Russia, Polonia e Repubblica Ceca. Il fatto che le imprese UE ritengano tali mercati dell’Europa orientale importanti sbocchi commerciali suggerisce che la facilità di accesso ai partner commerciali può svolgere un ruolo importante nelle strategie commerciali delle imprese europee occidentali.

 A livello UE, comunque, le imprese italiane (63% degli intervistati) sono risultate le più propense ad instaurare rapporti commerciali con questi mercati nel 2011, risultato questo che colloca l´Italia significativamente al di sopra della media europea (42%). Al pari dei loro colleghi intervistati nell’UE, gli imprenditori italiani hanno dichiarato di essere inclini ad operare sui 19 mercati emergenti oggetto dell´indagine principalmente tramite flussi di esportazioni, a riprova del fatto che l’allargamento dei confini del commercio internazionale viene ampiamente ritenuto un efficace strumento di impulso alla domanda, in vista del consolidamento della ripresa economica.

Per tutelare i crediti commerciali vantati nei confronti dei clienti attivi su questi mercati, il  69% degli intervistati in Italia (quasi in linea con la media europea del 65%) dichiara di utilizzare gli stessi strumenti di tutela dei crediti applicati nei rapporti con i mercati tradizionali. Riguardo alla tipologia di strumenti, i risultati del sondaggio a livello UE collocano al primo posto la verifica del merito di credito del cliente (64%), seguita dal monitoraggio del relativo rischio di credito (45%) e dalla valutazione dell´esperienza commerciale del cliente (43%).

 

Rispetto alla media UE, tuttavia, la diversificazione degli strumenti di tutela dei crediti commerciali tra mercati emergenti e tradizionali viene applicata relativamente più spesso dalle imprese spagnole (solo il 38% degli intervistati in Spagna non diversifica tra mercati). In tale contesto, la verifica del merito di credito del cliente si conferma la forma di tutela preventiva a cui le imprese ricorrono maggiormente, seguita dalla richiesta di forme di pagamento più sicure (ad esempio, lettere di credito o pagamenti anticipati) rispetto alle modalità di pagamento a dilazione. I crediti commerciali derivanti dai pagamenti a dilazione vengono sottoposti a copertura assicurativa in media dal 35% degli intervistati a livello UE.

In un’ottica generale, le imprese con sede nei mercati emergenti sono ritenute più propense al rischio, rispetto alle imprese operanti nei mercati tradizionali, e ciò in fase di ingresso in nuovi mercati o di offerta di nuovi prodotti (rispettivamente per il 44% e 35% degli intervistati). Il 33% degli intervistati, inoltre, ritiene che nei mercati emergenti, le imprese siano in grado di sviluppare metodi di produzione più economici, il 31% che si adotti un modello di gestione più snello, il 29% che ci sia maggiore flessibilità e arretratezza nei metodi di produzione. Solo il 12% degli intervistati ha dichiarato che le aziende dei mercati emergenti impiegano lavoratori meno qualificati.