Chiusa dopo due anni la procedura di inottemperanza contro Isp. La banque verte ha depositato il 3,81% dell’istituto italiano presso Clearstream. E in attesa di vendere ha sterilizzato il voto sulla quota oltre l’1%

di Andrea Di Biase 

Dopo circa quattro anni e mezzo dalla fusione tra Banca Intesa e Sanpaolo Imi e dopo due anni dall’apertura del procedimento di inottemperanza nei confronti della Ca’ de Sass per il mancato rispetto degli impegni presi al momento del merger in relazione al ruolo del Credit Agricole, l’Antitrust ha stabilito di non sanzionare la banca guidata da Corrado Passera.

 

L’esito della decisione dell’autorità guidata da Antonio Catricalà, comunicata ieri a mercati chiusi, era tuttavia scontato, considerato che già da alcuni mesi i vertici del Crédit Agricole, che in passato avevano sempre affermato di non essere vincolati agli impegni presi dall’istituto italiano con l’authority, hanno manifestato l’intenzione di ridurre all’1% la propria partecipazione in Intesa Sanpaolo (attualmente pari al 3,819%), e nel caso questo non fosse stato possibile per ragioni di mercato, di congelare i diritti di voto sulla parte eccedente.

 

Questi impegni sono stati formalizzati definitivamente all’Antitrust lo scorso 11 luglio, in tempo per permettere al Collegio dell’authority di esprimersi nel merito entro il 15 luglio, data in cui scadeva il procedimento di inottemperanza avviato contro Intesa. Nel dettaglio il Crédit Agricole, d’accordo con la banca italiana, ha comunicato all’Antitrust di avere depositato, attraverso la propria controllata Caceis Investor Services, l’intera partecipazione del 3,819% detenuta in Intesa su due conti titoli separati presso Clearstream Banking Sa. Nel primo conto (conto vincolato) sono state depositate le azioni dell’istituto italiano eccedenti l’1%, nel secondo la quota residua. Per le azioni detenute sul conto vincolato l’Agricole ha impartito a Clearstream istruzioni irrevocabili per impedire che si possano esercitare i diritti di voto. In particolare il mandato prevede un divieto espresso di ritirare i titoli dal deposito (salvo in caso di vendita a terzi) senza che l’autorità abbia previamente comunicato a Intesa la propria autorizzazione a procedere in tal senso. Clearstream ha inoltre ricevuto l’ordine di non eseguire eventuali istruzioni dell’Agricole di depositare le azioni per il voto alle assemblee della banca italiana o comunque di esercitare i diritti di voto ad esse connessi. La banca depositaria lussemburghese dovrà inoltre fornire a Intesa e all’Antitrust qualsiasi informazione richiesta riguardante la partecipazione.

La banque verte si è inoltre impegnata con l’authority guidata da Catricalà a non utilizzare la partecipazione dell’1% non sterlizzata per presentare liste di candidati per la nomina del consiglio di sorveglianza di Intesa e a non partecipare alle votazioni relative al rinnovo del cds.

 

Queste misure sono state giudicate idonee dall’Antitrust a garantire la separatezza, ai fini della concorrenza nel settore bancario e dei servizi collegati, tra il Crédit Agricole e Intesa Sanpaolo. Quest’ultima, anche se il provvedimento di ieri non ne fa menzione, potrà ora concludere l’acquisizione del 51% di Banca Monte Parma, che era stata condizionata proprio alla chiusura del procedimento sanzionatorio relativo al ruolo dell’Agricole, considerato che i francesi hanno il controllo di Cariparma. (riproduzione riservata)