WTW ha pubblicato un’indagine sulla consapevolezza relativa al rischio reputazionale per il 2024/25. Il rischio cyber è emerso come la principale minaccia alla reputazione per il 65% dei 500 senior executive globali intervistati, in aumento rispetto al 52% del 2023. Seguono da vicino le preoccupazioni ambientali (64%, in aumento rispetto al 52% del 2023). Anche la governance (56%) e l’impatto sociale (47%) sono in aumento rispetto al 2023 (quando erano rispettivamente il 52% e il 45%), poiché le normative continuano a essere più severe in molte giurisdizioni.
La maggioranza delle organizzazioni accetterebbe comunque un certo grado di rischio reputazionale se ne valesse la pena. Il 57% degli intervistati ha dichiarato che sarebbe disposto ad assumersi un rischio maggiore se l’attività o l’associazione fosse adatta all’azienda. Più di due terzi (69%) dichiara di valutare tali situazioni caso per caso.
La stragrande maggioranza delle aziende (94%) dispone di un certo livello di budget riservato per far fronte a un evento dannoso per la reputazione.
Il 64% degli intervistati ammette che la propria organizzazione ha una capacità “moderata” di modellare in anticipo l’impatto finanziario di un evento, con una tendenza al ribasso rispetto al 74% del 2023 e all’87% del 2022. Solo l’11% ha dichiarato di essere in grado di modellare le implicazioni finanziarie con una “grande” capacità, compresa la comprensione delle esposizioni dal punto di vista della gravità e della frequenza.
L’87% delle organizzazioni dispone di un team formale di risposta alle crisi guidato da una serie di KPI stabiliti. Il 91% effettua anche esercitazioni annuali per testare il proprio piano di comunicazione di crisi.