Selezione di notizie assicurative da quotidiani nazionali ed internazionali
Continua a crescere il peso del factoring come supporto per il fabbisogno di liquidità delle imprese, superando in qualità anche il credito bancario. A trarne beneficio sono state soprattutto le Pmi e l’anno scorso, in particolare, anche le imprese italiane all’estero. Sono state, infatti oltre 20 mila (il 63% delle oltre 32.400 aziende italiane che vi hanno fatto ricorso) le piccole e medie imprese che hanno deciso di cedere a una società specializzata (il cosiddetto factor) i propri crediti, esistenti o futuri (relativi, per esempio, a contratti ancora da stipulare), di natura commerciale o anche fiscale, anticipando così il valore del credito rispetto alla scadenza dell’incasso e ottenendo capitali. Per quanto riguarda il factoring internazionale, che comprende le operazioni in cui il cedente e/o il debitore risiedono all’estero, nei primi tre mesi di quest’anno, è stato segnato un +20%, con oltre 17 miliardi di euro di turnover (il volume totale dei crediti ceduti in un arco di tempo, di solito l’anno), a fonte di una crescita del turnover complessivo del factoring nel primo trimestre pari al 3,07%.
Aumentano del 168% le segnalazioni di operazioni sospette da parte degli operatori in cripto-attività: un dato che rappresenta un campanello d’allarme ma anche un segnale positivo, perché gli operatori cominciano a collaborare. È uno degli indizi più evidenti della trasformazione tecnologica del crimine economico, come mostra il Rapporto 2024 dell’Unità di informazione finanziaria (Uif) e la Newsletter 4 pubblicata dall’autorità. Di fronte a frodi sempre più sofisticate e operazioni transfrontaliere difficili da tracciare, l’Italia rafforza i presìdi normativi e tecnologici, mentre l’Unione europea si prepara al debutto della nuova Autorità antiriciclaggio (Amla). La posta in gioco è alta: prevenire l’uso illecito delle criptovalute in un contesto globale segnato da tensioni geopolitiche, economia sommersa e instabilità finanziaria.Il rapporto, presentato il 10 giugno 2025 a Roma dal direttore della Uif, scatta una fotografia dettagliata dei flussi sospetti che attraversano il sistema finanziario italiano. Oltre 145.000 le segnalazioni di operazioni sospette (Sos) ricevute nel 2024, con una lieve flessione rispetto al 2023: cala il numero assoluto, ma cresce la qualità delle segnalazioni, con una riduzione della quota di quelle a rischio basso o nullo (dal 25% al 20%).
Rischia grosso chi diffonde audio, video, foto, testi e simili creati con l’Intelligenza artificiale (IA) e idonei a ingannare e, quindi, a essere scambiati per veri. Con lo scopo di arginare il fenomeno dei contenuti elettronici falsi, è quanto prevede il disegno di legge sull’Intelligenza artificiale, approvato, con modifiche, dalla Camera il 25 giugno scorso, che ora torna al Senato per la approvazione finale. È in vista del traguardo, dunque, la legge quadro italiana sull’Intelligenza artificiale, che ha anche una specifica disposizione per i professionisti. Per coloro che usano sistemi di IA si profila la possibilità del riconoscimento di un equo compenso. Sarà modulabile sulla base delle responsabilità e dei rischi connessi all’uso delle nuove tecnologie. Tre livelli di disciplina. Il provvedimento, comunque, è di ampio respiro e ha più piani di lettura. È, infatti, un provvedimento che dispone sulla governance pubblica dell’Intelligenza Artificiale, individuando le autorità di controllo e di supervisione nonché la struttura deputata alla regia degli investimenti e delle iniziative di sviluppo. È anche un provvedimento che delinea i binari della legislazione italiana di armonizzazione al regolamento Ue dell’IA n. 2024/1689 (noto come AI Act). Ed è, infine, un provvedimento che interviene su punti specifici della legislazione, introducendo nuovi reati, tra cui il citato reato di contenuti fake, e nuove aggravanti (tra cui quelle per l’aggiotaggio e la manipolazione del mercato).