Selezione di notizie assicurative da quotidiani nazionali ed internazionali

 

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Nel 2024 le assicurazioni italiane hanno risarcito ai clienti 27 miliardi per incidenti, incendi ed eventi avversi di varia natura e altri 15 miliardi sono tanti pagati per decessi degli assicurativi, per un totale di 42 miliardi. Numeri in netta crescita (+10%) rispetto al 2023 quando i sinistri erano stati di 38 miliardi (e anche rispetto ai 36 miliardi del 2022) emersi nel corso dell’audizione del presidente di Ania, Giovanni Liverani, davanti alla commissione parlamentare di inchiesta sul sistema bancario, finanziario e assicurativo presieduta da Pierantonio Zanattin (Forza Italia). L’obiettivo di Liverani era porre l’attenzione sul valore delle compagnie assicurative nel sistema economico italiano, con l’Italia che in Europa si colloca al terzo posto per dimensione del mercato assicurativo alle spalle di Francia e Germania. «A fine 2024 gli investimenti del settore assicurativo ammontavano a oltre 1.000 miliardi e su oltre 700 miliardi le compagnie supportano il rischio di investimento (le gestioni separate, ndr) per il 32% investiti in titoli di Stato italiani», ha ricordato Liverani aggiungendo che nel ramo Vita nel 2024 «la raccolta premi ha raggiunto circa 110 miliardi e le riserve vita, pari a 800 miliardi, rappresentano quasi il 13% dello stock di attività delle famiglie italiane».
Secondo la nuova edizione dell’Italian Transactional Risk Insurance Market Report di Marsh, il 2024 ha visto un’importate accelerazione nella sottoscrizione delle polizze di copertura dei rischi connessi alle operazioni di m&a sul mercato italiano. Stando allo studio, nel 2024 sono stati firmati 284 contratti di questo tipo, il 46% in più sul 2023, su un totale di 1.365 operazioni concluse positivamente. È uno degli incrementi annuali più significativi mai registrato da Marsh dall’avvio dell’indagine nel 2017 (quando le polizze di questo tipo sottoscritte in Italia erano 64), secondo solo al picco del 2021 sulla spinta della ripartenza post-Covid (+55%).
I Finanzieri del Comando Provinciale di Pordenone hanno smantellato una rete criminale dedita alla commissione, in Italia e all’estero, di una truffa plurimilionaria sugli investimenti a danno di oltre 200 persone. Denunciati 15 falsi broker per truffa e abusivismo finanziario. Sono stati sottratti quasi 3 milioni.
L’insediamento del nuovo presidente del consiglio nazionale degli attuari è previsto per settembre, subito dopo l’estate. Ma il quadro emerso dalle elezioni che si sono tenute lo scorso maggio è chiaro. Il maggior numero di preferenze (447) è andato a Nino Savelli, seguito da Fabio Baione (349), Giampaolo Crenca (333) e Tiziana Tafaro (329).
  • AXA Italia integra i buoni pasto nell’ecosistema dei servizi per le imprese
AXA Italia entra nel mercato dei buoni pasto e lo fa all’insegna della digitalizzazione e della flessibilità, integrando questa soluzione nel proprio ecosistema di welfare aziendale. L’o
biettivo è rispondere in modo concreto ai nuovi bisogni delle imprese e dei lavoratori, semplificando la gestione e migliorando l’esperienza d’uso.

«Staffetta» (molto) lontana fra professionisti giovani e adulti: dal 2019 al 2023, infatti, il numero dei contribuenti delle Casse private è sì salito dell’1,58% (superando quota 1,654 milioni), tuttavia il bacino dei pensionati è cresciuto del 17,65% (arrivando a 513.328 unità). E si sono ampliate sia le entrate finalizzate a garantire le prestazioni assistenziali (di quasi il 43%, per un ammontare di 1,23 miliardi), sia la spesa per il welfare (di oltre il 21%, pari a 0,38 miliardi), in uno scenario, quello della previdenza di primo pilastro dei lavoratori autonomi del sistema ordinistico, che risente dell’assenza di «previsioni normative in tema di requisiti di onorabilità, di professionalità e di indipendenza, nonché in materia di meccanismi elettorali, di numero e di durata dei mandati». È ciò che è contenuto nel documento stilato al termine dell’indagine sugli investimenti delle gestioni pensionistiche della Bicamerale di controllo sul comparto, presieduta dal deputato della Lega Alberto Bagnai approvato ieri; gli esiti, che ItaliaOggi ha letto in anteprima, potrebbero essere «d’ausilio per l’opera del legislatore», anche in vista dell’uscita (stando a fonti del ministero dell’Economia vicina) del regolamento sulle attività finanziarie, previsto dal decreto 98 del 2011. E non ancora emanato
Non è retroattivo l’equo compenso dell’avvocato. L’articolo 13 bis della legge 31.12.2012, n. 247 sulla professione forense, introdotto dall’articolo 19-quaterdecies del decreto-legge 16/10/2017, n. 148 e convertito dalla legge 04/12/2017, n. 172, non ha natura interpretativa: è dunque esclusa la relativa applicazione ai rapporti professionali ormai cessati e alle prestazioni già eseguite prima della sua entrata in vigore, avvenuta il primo gennaio 2018. Così la Corte di cassazione civile, sez. seconda, nell’ordinanza n. 15537 dell’11/06/2025.

Nel 2024 si sono registrati ai danni di aziende 146 casi di ransomware, tecnica che consiste nel bloccare o criptare dati sensibili per poi chiedere un riscatto. Il dato fa dell’Italia il secondo Paese più colpito in Ue, sostiene il primo Cyber Security Report di Tim e Cyber Security Foundation. Gli attacchi DDoS, che puntano a bloccare l’accesso a siti con richieste simultanee, sono saliti del 36%.

«Un bonus previdenziale alla nascita» in formato salvadanaio, che guardi anche alla formazione dei giovani e non solo alla loro tutela pensionistica. La proposta arriva da Mario Pepe, il neopresidente della Covip (la Commissione di vigilanza sui fondi pensione), che si dice assolutamente pronto alla sfida del rafforzamento della previdenza complementare. Pepe respinge le critiche delle opposizioni sulla sua nomina e auspica «un potenziamento degli organici dell’Authority» anche in vista di un eventuale allargamento delle sue competenze. Il presidente della Covip sollecita poi un compito di vigilanza realmente a 360 gradi sulle Casse di previdenza, considera utile la nascita di «un Arbitro delle controversie in materia previdenziale» e afferma che andrebbe valutata con attenzione la proposta di attivare una garanzia pubblica per gli investimenti dei fondi pensione a supporto della crescita delle Pmi.
Migliorare i risultati delle forme di previdenza integrativa, in termini di redditività, superando l’attuale meccanismo di silenzio assenso in favore delle linee garantite e adottando un approccio qualitativo al binomio rischio-rendimento, basato sui cosiddetti modelli «life cycle». Prevedere un “dispositivo” di recupero della «differenza positiva» tra la soglia di deducibilità fiscale della contribuzione ai fondi pensione, oggi a 5.164,57 euro, e l’importo effettivamente portato in deduzione. Alzare il tetto di deduzione per i figli a carico. E introdurre la possibilità di programmare prelievi parziali di capitale a 360 gradi in un orizzonte temporale definito, anche di 5-7 anni. A indicare una rotta possibile per dare una spinta alle pensioni integrative, rendendole più appetibili soprattutto ai giovani, è il documento conclusivo dell’indagine conoscitiva su investimenti finanziari e composizione del patrimonio degli enti previdenziali e dei fondi pensione, avviata nel gennaio 2024 dalla Commissione parlamentare di controllo sull’attività degli enti stessi, che è presieduta da Alberto Bagnai (Lega).
«Alla fine di dicembre 2024, gli investimenti del settore assicurativo – calcolati a valori correnti – ammontavano a oltre 1.000 miliardi di euro. Su oltre 700 miliardi le compagnie di assicurazione sopportano il rischio dell’investimento: questo portafoglio è investito, anche tenendo conto del costo del capitale richiesto dalle regole di vigilanza, per il 32% in titoli di Stato italiani (pari a poco meno di 225 miliardi di euro, ndr), il 15% in titoli di Stati esteri, il 20% in obbligazioni corporate, il 14% in azioni e partecipazioni e il resto in fondi comuni e altri titoli». Lo ha detto il presidente dell’Ania, Giovanni Liverani, in audizione ieri alla Commissione parlamentare sul sistema bancario.
Non bastano regole comuni e vigilanza accentrata per fare davvero un mercato unico bancario in Europa. Serve rimuovere gli ostacoli che ancora bloccano l’integrazione vera. A rilanciare il tema è Luigi Federico Signorini, direttore generale della Banca d’Italia, che nel corso di un convegno a Palermo ha chiarito: «Il compimento dell’unione bancaria presuppone la rimozione effettiva di ogni barriera in materia di fusioni e acquisizioni transfrontaliere. È una condizione necessaria per realizzare l’integrazione e il rafforzamento dei mercati».