Selezione di notizie assicurative da quotidiani nazionali ed internazionali

 

logo_mf

In ripresa le donazioni in Italia soprattutto quelle immobiliari, ormai sempre più utilizzate come anticipazione sulla futura successione. Secondo l’ultimo Rapporto Dati Statistici Notarili nel 2024 le donazioni di beni mobili (come denaro, quote societarie o partecipazioni) hanno raggiunto quota 47.085, segnando un incremento dell’1,7% rispetto all’anno precedente (46.289), e tornando su livelli vicini a quelli del 2022. A cresce di più sono state, invece, le donazioni di immobili salite a 217.749, con un balzo del 6,8% rispetto al 2023 (203.888 atti), avvicinandosi al record del 2021, quando si toccò la cifra di 221.642. Questi dati confermano come lo strumento della donazione continua a essere scelto per pianificare in modo anticipato il passaggio generazionale di patrimonio, in particolare a livello familiare.
A una settimana di distanza dal voto, già si prefigurano numeri record per l’assemblea di Mediobanca che lunedì 16 giugno voterà l’ops su Banca Generali. Secondo fonti di mercato, l’affluenza per l’assise dovrebbe superare l’80%, un livello superiore non solo alla media delle società quotate ma anche al record del 76,82% toccato nel 2023, quando Piazzetta Cuccia ha rinnovato per l’ultima volta il cda. Sono numeri che evocano più una chiamata alle armi che un ordinario appuntamento societario. E non è una sorpresa: l’assemblea rappresenterà un banco di prova cruciale, non solo per l’ops su Banca Generali, ma anche per l’offerta lanciata da Mps su Mediobanca. Se i soci approvassero l’ops sulla controllata del Leone il titolo di Piazzetta Cuccia potrebbe riprendere a crescere per effetto del re-rating e mettere così in difficoltà Mps. Già oggi il concambio di Siena esprime uno sconto del 7% rispetto al prezzo della merchant bank, pari a un controvalore di 1,16 miliardi e a quel punto la forchetta potrebbe solo allargarsi. Viceversa, in caso di vittoria del no, le quotazioni di Mediobanca rischierebbero di sgonfiarsi rendendo più facile la scalata senese.
Le banche reti quotate archiviano il mese di maggio con buoni numeri di raccolta, favoriti da investitori retail e soluzioni di risparmio gestito. Fineco, in particolare, ringrazia la platea di investitori al dettaglio e chiude il mese con una raccolta netta di 1,3 miliardi di euro, per un totale da gennaio che è prossimo ai 5,8 miliardi. Decisiva proprio la partecipazione degli investitori individuali: la piattaforma di risparmio gestito del gruppo guidato dall’ad Alessandro Foti, Fam, a maggio ha registrato 358 milioni di raccolta al dettaglio (1,4 miliardi nel 2025), che ha portato le masse complessive a 37,8 miliardi: 26,1 miliardi retail (+22% annuo) e 11,6 miliardi da istituzionali (+6%). L’incidenza della componente retail rispetto al totale di masse della banca è salita al 38,6% rispetto al 35,2% di un anno fa.
Coface, uno dei leader mondiali nell’assicurazione del credito, ha pubblicato il report annuale sulle insolvenze nell’Europa centro-orientale (Cee), evidenziando un paradosso: nel 2024, nonostante la ripresa economica, la fragilità delle imprese è aumentata. La regione Cee ha visto un rimbalzo del pil (+2,6% rispetto allo 0,8% del 2023), trainato dal calo dell’inflazione (dal 11,2% al 4,6%), dalla crescita dei salari reali e dai consumi, soprattutto in Polonia, Ungheria e Romania. Tuttavia le imprese non hanno beneficiato in modo uniforme di questa ripresa. Escludendo l’Ungheria, le insolvenze nella regione sono cresciute del 3%, con 30.680 casi contro i 29.771 del 2023, evidenziando la persistente fragilità del panorama imprenditoriale della regione. «Dopo le tensioni del 2023, gli indicatori macroeconomici suggerivano una tregua. Ma molte aziende, soprattutto nel settore manifatturiero e dei trasporti, avevano già subito troppi shock» ha spiegato Mateusz Dadej, economista Coface. I dati mostrano dinamiche molto diverse tra i Paesi. Calano le insolvenze in Ungheria (–25,5%), Serbia (–12,1%) e Bulgaria (–5,7%). Ma crescono in Slovenia (+32,4%), Lettonia (+24,6%), Estonia (+10,2%) e Croazia (+7,3%). In Romania +9,4%, in Polonia +19%, con un uso diffuso di procedure di ristrutturazione. Stabili Repubblica Ceca (+1,9%), Slovacchia (–3,5%) e Lituania (–1%).

È la polizza che rende usurario il prestito nel credito al consumo: gli interessi da pagare sul finanziamento, infatti, superano la soglia di legge vigente al momento della stipula. E ciò perché nel calcolo, oltre che il tasso corrispettivo, bisogna considerare gli oneri connessi all’erogazione del credito, compresi i costi per l’assicurazione e la mediazione: il fatto che le spese per la polizza siano contestuali alla concessione del prestito consente di presumere che il costo sia collegato all’erogazione e che serva a remunerare l’operazione complessa di credito assicurato. Secondo l’art. 644 Cp, in tema di usura, per determinare il tasso si considerano «commissioni, remunerazioni e spese collegate all’erogazione del credito». Così la Cassazione civile, sez. I, ordinanza n. 15114 del 6/6/2025
Nelle aree metropolitane il rischio essere vittima di crimini è più del doppio rispetto alla media nazionale. Chi utilizza spesso i mezzi pubblici ha cinque volte in più possibilità di subire borseggi. Sensibilmente aumentate anche le truffe ai danni di chi utilizza i servizi bancari online. In linea generale, però, si registra una diminuzione complessiva dei reati. Secondo i dati presentati dal report Istat del 9 giugno, tra novembre 2022 e luglio 2023 in Italia cala il numero di cittadini vittime di reati. Rispetto all’indagine condotta tra il 2015 e il 2016, si registra una netta diminuzione dei crimini: il 2,3% della popolazione (quasi 1,2 milioni di persone) ha subito reati contro la proprietà, come furti di oggetti personali (1,0%), borseggi (1,0%) e scippi (0,7%), in netto calo rispetto al 3,7% di sette anni fa. Invece, sono 693mila le vittime di reati che hanno messo a rischio la loro incolumità (1,3% della popolazione): aggressioni (0,9%), minacce (0,4%) e rapine (0,2%)
Si parte con il versamento dell’imposta di bollo per le polizze assicurative sulla vita. Con la risoluzione n. 39/E del 6 giugno 2025, l’Agenzia ha istituito il codice tributo “2510” per consentire alle compagnie di assicurazione il versamento dell’imposta di bollo in modalità virtuale tramite il modello F24. Il nuovo codice si riferisce all’imposta calcolata fino al 2024, dovuta sulle comunicazioni periodiche inviate ai clienti in relazione ai contratti stipulati circa l’assicurazione sulla vita. La novità si va ad inserire nel quadro delle modifiche introdotte dalla legge di Bilancio 2025 (legge n. 207/2024), che ha aggiornato il regime fiscale delle comunicazioni relative alle polizze vita, come già spiegato nella circolare n. 7/E del 4 giugno 2025.
Apprezzano i servizi di concierge, non solo per viaggi e vacanze ma anche per l’assistenza sanitaria, l’istruzione dei figli e la cybersecurity. Prediligono servizi digital-first ed esperienze omnicanale fluide. Hanno aspettative molto diverse da quelle dei loro genitori. È la fotografia dei milionari di nuova generazione (Next-gen Hnwi, High Net Worth: individui con un patrimonio investibile pari o superiore a 1 milione di dollari, esclusi la residenza principale, gli oggetti da collezione, i beni di consumo e i beni durevoli) scattata dall’ultima edizione del World Wealth Report 2025 del Capgemini Research Institute.

Il sempre maggiore uso dell’home banking e le operazioni con lo smartphone hanno avuto un impatto positivo sulle spese della clientela: il costo medio per operazione, ha comunicato qualche giorno fa la Banca d’Italia, è passato da 1,01 a 0,62 euro, per effetto delle forti economie di scala. Ma c’è anche il rovescio della medaglia: le truffe a danno di chi usa gli strumenti bancari sono in fortissimo aumento, e anzi si tratta dell’unico tipo di truffe informatiche in crescita nel biennio 2022-2023, rileva l’Istat. Nello stesso periodo si riduce anche il numero di borseggi e rapine, si legge nel report sui “Reati contro la persona e la proprietà”, ma «le sottrazioni di denaro tramite l’utilizzo di strumenti bancari online sono aumentate del 74%».

«Non possiamo controllare quello che succede a livello geopolitico o sui mercati. Ma possiamo costruire prodotti assicurativi capaci di proteggere compratori e venditori dando fiducia al sistema», spiega David Howden, ceo dell’omonimo gruppo inglese di brokeraggio assicurativo, fondato nel 1994 con tre soci su principi che lo differenziano da molti altri giganti del settore: più di un terzo del capitale in mano a 5.300 dipendenti e acquisizioni strategiche (65 nel solo 2024) di società con la stessa mentalità con cui stabilire relazioni di «indipendenza collaborativa».
Da qualche anno una combinazione di tendenze sociali, economiche, demografiche e culturali sta guidando l’ascesa della ricchezza finanziaria delle donne. Le donne attualmente controllano circa un terzo di tutte le attività finanziarie del pubblico retail nell’Unione europea e negli Stati Uniti. Secondo McKinsey questa quota salirà al 40-45% entro il 2030 e il loro patrimonio raggiungerà gli 11,4 trilioni di dollari, pari al 47% di quello globale nella Ue, entro il 2030. Negli Usa, il patrimonio totale controllato da donne ha raggiunto i 18 trilioni di dollari nel 2023, passando dal 31% al 34% del patrimonio gestito statunitense. Si prevede che il loro patrimonio quasi raddoppierà, raggiungendo i 34 trilioni di dollari entro il 2030.
La transizione elettrica dell’industria automobilistica europea procede tra luci e ombre. Secondo l’aggiornamento pubblicato da Scope Ratings, i costruttori del Vecchio continente affrontano un contesto operativo sempre più complesso, segnato da pressioni sui margini, incertezze normative e minaccia dei dazi made in Usa, oltre che nuove tensioni lungo la catena del valore. L’outlook di settore resta negativo per il primo semestre del 2025, con prospettive di stabilizzazione legate a un riequilibrio tra volumi, costi e strategie industriali. La crescita delle vendite di veicoli elettrici (Bev e ibridi) è confermata, ma disomogenea: Renault e Volkswagen hanno registrato incrementi significativi in Europa, dove il calo di Tesla ha aperto spazi per i concorrenti. Al contrario la stessa Volkswagen continua a perdere terreno in Cina, mentre Stellantis ha riportato una flessione delle vendite di Ev negli Stati Uniti. Bmw e Vw sono invece in crescita sul mercato americano.