di Francesco Sottile.

Sono circa 323 i milioni di euro raccolti nel ramo IV vita nel 2024 (in crescita rispetto ai 277 milioni del 2023) e orientativamente 20 quelli raccolti nel 1° semestre 2024 per la garanzia LTC dalle imprese operanti nel ramo malattia danni: questi i numeri che emergono dalla “Relazione sull’attività svolta dall’Istituto nel 2024” presentata da Ivass lo scorso 19 giugno a Roma, numeri che descrivono una raccolta in crescita, ma con ampi margini di sviluppo.

Il contributo della garanzia LTC al comparto risulta infatti ancora alquanto marginale sia nel ramo vita (dove la raccolta si è attestata sui 110,5 miliardi) che nel ramo danni (40,9 miliardi di cui circa 8 nei rami 1 e 2 infortuni e malattia).

La Relazione presentata dall’Istituto mostra poi i risultati emersi dall’analisi dei dati relativi alle caratteristiche dei prodotti e agli assicurati presenti nei portafogli attivi negli ultimi 7 anni, richiesti alle prime 10 imprese per raccolta premi.

I prodotti

Negli ultimi 7 anni le polizze attive inerenti la garanzia LTC hanno raccolto complessivamente 1.064 milioni di euro di premi. Di questi:

  • il 20,8% dei premi si riferisce a contratti collettivi o convenzioni (3,7 milioni di teste assicurate);
  • il 75,7% deriva da contratti individuali (400 mila teste);
  • il restante 3,6% è raccolto tramite casse di previdenza e assistenza (750 mila teste).

Dei 1544 prodotti mappati dall’istituto, emerge come la maggior parte (1.518 su 1.544) siano collocati stand-alone, mentre solo 26 sono stati commercializzati in abbinamento ad altre coperture (come ad esempio temporanee caso morte, dread disease, ecc.).

Circa il 75% dei premi è stato investito in prodotti a vita intera, circa il 15% in contratti con scadenza predeterminata, mentre il restante 10% fa riferimento a prodotti prevalentemente annuali con tacito rinnovo.

Gli assicurati

Per quanto riguarda le caratteristiche degli assicurati, risulterebbero:

  • 2,7 milioni di assicurati maschi, con età media di ingresso pari a 47,6 anni
  • 2,3 milioni di assicurati donne, aventi età media di ingresso pari a 44,9 anni.

Lo stato di non autosufficienza si manifesta orientativamente a 64,5 anni per i maschi e a 62,5 anni per le donne, principalmente a causa di malattie genetiche (69,2%), malattie neurologiche (26,3%) e per infortunio (4,5%): solamente il 2% dei non autosufficienti riesce a recuperare l’autosufficienza.

Con riferimento alla copertura vita, in media l’erogazione delle rendite è di circa 17,5 mesi, per un valore annuo compreso fra 9.500 e 13.500 euro.

È evidente che i numeri presentati dall’Istituto all’interno della presente Relazione mostrano un quadro alquanto preoccupante per tutto il Paese e che la sfida della longevità giocherà un ruolo cruciale già da adesso e nel prossimo futuro: ad oggi sono infatti circa 3,8 milioni in Italia gli anziani non autosufficienti e, secondo l’Istat, sono destinati ad aumentare fino a 4,4 milioni nel 2030 e 5,4 milioni nel 2050. Il tutto in un Paese che è il 2° più vecchio al mondo dopo il Giappone, e in cui la spesa privata (out of pocket) continua ad aumentare inesorabilmente (nel 2023 sarebbero circa 21 i miliardi spesi out of pocket per prestazioni di assistenza).

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