Le compagnie di assicurazione auto possono utilizzare i dati telematici non solo per comprendere lo stile di guida individuale, ma anche per implementare strategie di coaching innovative che trasmettono ai conducenti, tramite un’app, le informazioni aggregate estratte dai dati, con l’obiettivo di incoraggiare un miglioramento del loro stile di guida. Perché questo avvenga è tuttavia necessario che i conducenti interagiscano con l’app.

Alberto Cevolini, Elena Morotti, Elena Esposito, Lorenzo Romanelli, Riccardo Tisseur e Cristiano Misani hanno realizzato un paper pubblicato lo scorso aprile, dal titolo “Can Telematics Improve Driving Style? The Use of Behavioural Data in Motor Insurance”, che parte dall’ipotesi appunto che l’efficacia delle attuali sperimentazioni nel campo dell’assicurazione telematica dipenda dall’integrazione di due distinti tipi di dati comportamentali: i dati sugli stili di guida e i dati sull’interazione degli utenti con l’app.

Sulla base dell’indagine empirica del set di dati di una società che vende una polizza di assicurazione auto telematica, la ricerca mostra che esiste una correlazione tra l’impegno con l’app e il miglioramento dello stile di guida, ma l’analisi deve distinguere diversi gruppi di utenti con diverse capacità di guida e tenere conto delle differenze temporali.

Gli autori hanno consultato i punteggi e i metadati di viaggio di 498 nuovi clienti, imbarcati in un periodo di 9 mesi a partire da marzo 2022 su un paese dell’Europa occidentale per un periodo di osservazione di 35 settimane. Lo studio rivela che quasi tutti gli assicurati guardano l’app soprattutto nelle primissime settimane del programma, dedicando pochi minuti settimanali all’interazione con l’app.

I risultati contribuiscono a chiarire le sfide metodologiche che devono essere affrontate quando si esplora il coinvolgimento e l’efficacia del coaching nelle polizze assicurative proattive.