L’Europa non è a corto di capitali. È a corto di mobilitazione di capitali. Con oltre 33.000 miliardi di euro di risparmi privati, l’Unione Europea possiede un immenso potenziale finanziario. Eppure, ogni anno, centinaia di miliardi di euro di risparmi delle famiglie europee si riversano all’estero, principalmente negli Stati Uniti. Questo flusso persistente mina la capacità dell’UE di finanziare le proprie priorità strategiche, dall’innovazione alle infrastrutture, dalla transizione verde alla difesa. Lo sostiene Enrico Letta, ora Presidente dell’Istituto Jacques Delors, cui Insurance Europe, che rappresenta le associazioni nazionali delle compagnie di assicurazione, ha dato spazio sul proprio sito.
La proposta di Unione dei risparmi e degli investimenti (SIU) – che era al centro della relazione (Much more than a market) sul futuro del mercato unico che Letta ha presentato alle istituzioni europee – rappresenta una risposta strutturale a questa sfida, offrendo un nuovo quadro per l’integrazione finanziaria.
Oggi i risparmiatori europei si trovano di fronte a un panorama frammentato. Le norme fiscali nazionali, i regolamenti sui consumatori e i sistemi di vigilanza differiscono in modo significativo. Il risultato è una scelta limitata, una concorrenza ridotta e inefficienze che impediscono al capitale di fluire dove è necessario. Gli assicuratori e gli altri fornitori devono affrontare costi elevati e incertezza normativa. Queste barriere strutturali contribuiscono a spiegare perché una quota così elevata dei risparmi europei finisce per essere investita al di fuori dell’UE. Tuttavia, un ambiente più integrato può cambiare la dinamica.
In questa trasformazione, il settore assicurativo deve essere riconosciuto come un attore centrale, secondo Letta, dal momento che gli assicuratori sono investitori istituzionali a lungo termine e pertanto ben attrezzati per tradurre i risparmi europei in investimenti produttivi, resilienti e sostenibili.
Tra le principali opportunità per gli investitori istituzionali c’è la crescente domanda di investimenti a lungo termine in settori strategici, come l’energia pulita, le infrastrutture digitali avanzate e l’adattamento al clima. Questi settori si sposano bene con i profili di responsabilità di molti portafogli assicurativi. Permangono però molte sfide, soprattutto per quanto riguarda l’allineamento normativo e l’accesso a piattaforme di investimento scalabili. Per sbloccare questo potenziale, è necessario che siano presenti le giuste condizioni abilitanti.
Letta ribadisce che la SIU deve diventare la spina dorsale finanziaria del nuovo approccio strategico dell’Europa. Ciò significa creare le condizioni per convogliare i capitali verso priorità a lungo termine come la resilienza climatica, le infrastrutture digitali, le capacità di difesa e l’innovazione sanitaria. Gli assicuratori hanno un ruolo cruciale da svolgere, offrendo sia capitale che competenze. Per farlo efficacemente, i capitali devono muoversi con fiducia e senza soluzione di continuità attraverso le frontiere. Per questo motivo, la SIU dovrebbe anche sostenere lo sviluppo di un settore della gestione patrimoniale più competitivo e integrato: “Gli assicuratori, grazie alla loro presenza paneuropea, alla loro esperienza in materia di rischi e alle relazioni consolidate con milioni di assicurati, possono contribuire a guidare questo sforzo. Il loro ruolo non è solo finanziario. È strategico ed essenziale”.
Allo stesso tempo, la SIU non deve isolare l’Europa dai suoi vicini, ma dovrebbe promuovere una cooperazione strutturata con centri finanziari chiave come Londra, Zurigo e Oslo e anche qui gli assicuratori possono fungere da ponte, grazie alla loro capacità di operare tra le diverse giurisdizioni, di mettere in comune i rischi e di offrire stabilità.