di Francesco Sottile.

È stata presentata lo scorso 23 aprile a Roma presso la Sala della Regina della Camera dei Deputati la Relazione Annuale sull’attività svolta dalla COVIP nel 2024. Di seguito i principali temi trattati.

Offerta fondi pensione

Proseguono le attività di riorganizzazione e concentrazione delle forme pensionistiche complementari: alla fine del 2024 operano nel sistema 291 forme pensionistiche complementari (11 in meno rispetto alla scorsa annualità), così suddivise:

  • 33 fondi negoziali
  • 38 fondi aperti
  • 69 piani individuali pensionistici (PIP)
  • 151 fondi preesistenti.

Continua quindi la progressiva diminuzione delle forme pensionistiche, che va avanti da più di 20 anni; in particolare a giocare un ruolo cruciale sono i fondi preesistenti, scesi di ben 467 unità dal 1999 (quando se ne contavano 618).

Le nuove adesioni

Nel corso dell’annualità appena trascorsa, al netto dei trasferimenti interni al sistema, sono state raccolte 800.500 nuove adesioni, in crescita rispetto alle 733.300 del 2023. In particolare:

  • 400 sono iscrizioni esplicite (67,9%);
  • 000 iscrizioni (25,2%) sono state raccolte tramite il meccanismo delle adesioni contrattuali
  • 100 (6,9%) attraverso il silenzio-assenso.

Gli iscritti e le loro caratteristiche socio-demografiche

Cresce il numero degli iscritti, giunti a quasi 10 milioni, il 4% in più rispetto all’anno precedente; relativamente a questi:

  • la composizione resta sbilanciata a favore degli uomini, che rappresentano il 61,7% del totale;
  • la prevalenza degli iscritti è localizzata nelle regioni settentrionali (57,2%);
  • l’età media risulta pari a 47 anni, e non mostra differenze sostanziali di genere;
  • prevalgono ancora gli iscritti lavoratori dipendenti (7.311.472), a seguire gli autonomi (1.204.606), e gli altri iscritti (1.436.606)

In rapporto alle forze di lavoro (occupati e persone in cerca di occupazione con almeno 15 anni di età), il tasso di partecipazione si attesta al 38,3%, in crescita rispetto al 31,3% di 5 anni fa.

Il tasso di partecipazione cresce all’aumentare dell’età, anche se il tasso di crescita maggiore si osserva nella fascia più giovane, fra i 15 e i 34 anni, attestandosi alla fine del 2024 al 29,9 per cento, 8,4 punti percentuali in più rispetto a cinque anni prima.

Gli iscritti versanti

La Relazione indaga poi l’effettiva capacità degli iscritti di “alimentare con regolarità il proprio piano previdenziale e di accumulare nel tempo una posizione individuale adeguata ai bisogni dell’età anziana”. In tal senso, a fronte di 20,3 miliardi di euro di contributi versati, gli iscritti a favore dei quali sono stati accreditati versamenti nell’anno sono circa 7 milioni, pari al 72,3% del totale.

Il contributo medio risulta pari a 2.890 euro, e cresce all’aumentare dell’età per entrambi i generi, passando da 1.920 euro fra i 25 e i 34 anni, a superare i 3.000 euro oltre i 50 anni di età.

Gli iscritti non versanti

Per differenza con la categoria di sopra gli iscritti non versanti sono pari al 27,7% (2.691.140), dato rimasto sostanzialmente invariato nell’ultimo triennio. Di questi poco più della metà non alimenta la propria posizione da almeno 5 anni; circa un quarto non lo fa da almeno nove anni.

I contributi raccolti e le prestazioni erogate

Nel 2024 le forme pensionistiche complementari hanno raccolto circa 20,5 miliardi di euro di contributi annui, migliorando il dato dello scorso anno (19,2 miliardi). Di questi:

  • 104 milioni provengono dai fondi negoziali;
  • 341 milioni dai PIP
  • 580 milioni dai fondi preesistenti
  • 264 milioni dai fondi aperti.

Come anticipato, a giocare un ruolo fondamentale sono i lavoratori dipendenti (17.031 milioni), il cui contributo maggiore proviene dal TFR (8.617 milioni).

Nel corso dell’anno sono state registrati 13.206 milioni di uscite (fra anticipazioni, riscatti, RITA, prestazioni in capitale, trasformazioni in rendita, eccc…), in crescita rispetto agli 11,6 miliardi del 2023, per cui la raccolta netta risulta pari a 7.197 milioni.

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