Dallo studio sui pagamenti in Asia, condotto da Coface nel 1° trimestre 2025, emerge che i termini medi di pagamento sono leggermente aumentati, passando da 64 giorni nel 2023 a 65 giorni nel 2024; il ritardo medio di pagamento è rimasto invariato a 65 giorni nel 2024, ma la percentuale di imprese che ha registrato ritardi è scesa al 49%.
Nel 2024 le condizioni di concessione del credito sono state più restrittive rispetto al periodo precedente al 2023. I termini di pagamento sono aumentati da 64 giorni nel 2023 a 65, ma sono rimasti al di sotto della media quinquennale di 69 giorni registrata nel periodo 2018-2022.
Dieci dei tredici settori oggetto dell’indagine hanno registrato un aumento dei termini di pagamento nel 2024. L’aumento più significativo è avvenuto nel settore automotive, seguito da quello tessile e chimico. La crescente concorrenza nel mercato automobilistico ha spinto i concessionari a essere più flessibili nel concedere crediti, utilizzandoli come strumento competitivo.
Quanto al futuro, due terzi delle aziende prevede termini di pagamento più brevi, che riflettono una maggior cautela e priorità data al preservare la liquidità in un contesto di crescente incertezza.
Il ritardo medio di pagamento è rimasto stabile a 65 giorni, invariato rispetto al 2023.
I settori dei trasporti e dell’auto hanno registrato ritardi di pagamento più elevati (rispettivamente +2% e +1% paragonati al 2023).
La percentuale di imprese che ha dovuto affrontare ritardi di pagamento ultra-lunghi (ULPD) – ritardi superiori a 180 giorni e che superano il 2% del fatturato annuo – è cresciuta drasticamente raggiungendo un nuovo picco pari al 40%, rispetto al 23% del 2023. Ciò rappresenta un rischio molto elevato, dal momento che, secondo l’esperienza di Coface, l’80% di questi pagamenti non sarà mai onorato. In Cina, India, Thailandia e Malesia si sono registrati i ritardi più elevati. Tutti i 13 settori hanno registrato un aumento degli ULPD, con gli incrementi più significativi nei settori del legno(+37%), agroalimentare (+20%) e automotive (+18%).
Si prevede che questa tendenza proseguirà anche nei prossimi sei mesi, il 57% delle aziende, infatti, teme un peggioramento dei ritardi nei pagamenti.
Coface stima che le prospettive economiche per il 2025 continueranno a indebolirsi. L’aumento dei dazi e i mutamenti nelle politiche commerciali hanno accresciuto l’incertezza circa la politica economica globale, pesando fortemente sulla spesa delle imprese e sulla fiducia dei consumatori.
Il 33% degli intervistati prevede un deterioramento dell’attività economica nel 2025 (rispetto al 2024), più del doppio rispetto all’indagine dello scorso anno. Taiwan e Singapore sono i paesi più pessimisti, dove oltre 4 intervistati su 10 prevedono un peggioramento dell’attività economica.