Selezione di notizie assicurative da quotidiani nazionali ed internazionali

 

Il dibattito per dotare il sistema assicurativo di schemi per la risoluzione delle crisi è ormai evidentemente avviato a livello europeo, come ricordato nei giorni scorsi dal presidente dell’Ivass e direttore generale della Banca d’Italia, Luigi Federico Signorini, durante la relazione annuale dell’Istituto. In discussione c’è in particolare la direttiva sul Risanamento e la risoluzione delle imprese di assicurazione (Irrd), con il Consiglio Europeo che si è detto favorevole a financing arragement nazionali, ovvero a fondi di garanzia che possano proteggere gli assicurati. In Italia ad accendere il dibattito è anche il caso Eurovita, la prima compagnia Vita nel Paese a finire in amministrazione straordinaria, tra l’altro in un periodo piuttosto complicato per il settore comparto che nel 2022, per la prima volta da 10 anni a questa parte, la gestione Vita ha chiuso in perdita per 400 milioni e il rapporto tra riscatti e premi viaggia intorno al 90%.
Dopo mesi di attesa e di acceso dibattito tra industria, istituzioni e consumatori, la Commissione ha pubblicato la Strategia per gli investitori retail – RIS che affronta un’ampia varietà di questioni, tra cui l’alfabetizzazione finanziaria, la categorizzazione dei clienti, le regole di disclosure e di marketing, di adeguatezza e appropriatezza, quelle sulla consulenza, anche per quanto riguarda gli incentivi, e le regole di governance dei prodotti. L’obiettivo è quello di garantire un quadro moderno e, per quanto possibile, semplificato per gli investimenti al dettaglio, allineato e coerente tra i diversi settori.
Pirati informatici organizzati in franchising. Kit fai-da-te per sottrarre i dati alle imprese. E, dietro i ricatti, c’è l’ombra della guerra tecnologica. Ecco come aziende e Stati possono difendersi. Il parere di Pierguido Iezzi (Swascan): dietro l’attacco a una pmi ci può essere la minaccia a una infrastruttura strategica del Paese
Mentre il pessimismo domina il sentiment dei gestori, che guardano il bicchiere mezzo vuoto temendo a causa del rapido aumento dei tassi l’arrivo di una recessione che però si sposta sempre più avanti nel tempo, il primo semestre volge al termine con molte soddisfazioni per le Borse. I listini azionari stanno recuperando le perdite del 2022: il Ftse Mib da inizio anno fa +15%, l’Eurostoxx 50 europeo +13%. Negli Usa il Nasdaq è in rialzo del 30% e l’S&P 500 del 14%, il Nikkei giapponese sale del 27%, solo Hong Kong è in calo del 2,8%. Positive le obbligazioni, anche se sono rimaste più indietro: ad esempio il Btp si è apprezzato del 6% da gennaio. Intanto la prudenza degli investitori ha fatto salire l’oro di quasi il 7% da inizio 2023, mentre il petrolio (Brent) è sceso ancora (-10%) per il rallentamento economico, dopo la fiammata di inizio 2022 causata dall’invasione russa dell’Ucraina. In questo contesto sono tornati a dominare le classifiche dei rendimenti del primo semestre 2023 i fondi azionari globali e quelli specializzati sulle nuove tecnologie, in primis sull’Intelligenza Artificiale che è in pieno slancio sull’onda del successo dei software di chatbot come ChatGpt e Bard. Mentre i peggiori sono i comparti sull’azionario turco, cinese e sulle materie prime.
È stato definito di recente come il gioiello della corona di Fininvest, l’asset più redditizio dell’eredità finanziaria di Silvio Berlusconi. Ma Banca Mediolanum è soprattutto la creatura della famiglia Doris, il lascito del carismatico fondatore Ennio saldamente nelle mani del figlio Massimo, amministratore delegato da ormai quasi 15 anni. Aperto il testamento di Berlusconi, la quota del 30% tornerà in pieno controllo di Fininvest. «Andrà rifatto il fit and proper sulla holding e su chi la controlla», spiega Massimo Doris in un’intervista esclusiva a Milano Finanza e Mf-Newswires, «ma poi Fininvest potrà tornare a essere un partner forte a tutti gli effetti».
Le casse di previdenza rappresentano un fondamentale pilastro di welfare per i liberi professionisti e un importante investitore istituzionale. Si attendono a breve significative novità regolamentari con il decreto sui limiti di investimento previsto dalla Legge di Bilancio. Gli enti pensionistici sono poi oggetto di attenzione nella delega fiscale varata dal Governo. Come sottolinea Paolo Bernasconi, presidente dell’Eppi, l’ente di previdenza dei periti industriali e dei periti industriali laureati.
La nuova polizza di BG Vita punta su tre fondi interni e una buona offerta di coperture complementari e opzionalità

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Le liste di attesa sono un grande nodo della sanità italiana. Dopo il Covid non si è riusciti a recuperare l’attività perduta negli anni della pandemia. C’è stato così un forte incremento della domanda e praticamente non esiste regione dove i cittadini non si trovino davanti tempi lunghissimi per alcune attività specialistiche, cioè visite ed esami. In questo campo e in particolare per esami come tac e risonanze, pesa anche l’inappropriatezza. Si stima che il 40% delle richieste non sia motivata dalle condizioni di salute del cittadino. Dietro a queste prescrizioni c’è spesso la medicina difensiva dei medici. E mentre persone che non hanno bisogno della prestazione occupano posti, coloro per i quali è davvero necessaria rischiano di attendere tempi biblici prima di essere chiamati. Chi ha i soldi va quindi nel privato o in intramoenia. Chi non ne ha aspetta o rinuncia.

Dopo tabacco, amianto, oppioidi, diserbanti, nella bufera adesso sono i “forever chemicals”. Una famiglia di sostanze chimiche sintetiche considerate indistruttibili, impervie alla decomposizione e note come Pfas (perfluoroalchiliche). Onnipresenti dagli anni Quaranta del secolo scorso per un ventaglio di usi grazie alle loro proprietà di resistenza al calore, dal manifatturiero (chip) al retail (scatole per la pizza, cosmetici) fino a servizi essenziali quali la lotta agli incendi. Oggi sono protagoniste dell’ultimo caso multimiliardario per gravi danni ambientali e alla salute negli Stati Uniti: il conglomerato industriale 3M, tra i principali produttori, ha raggiunto un accordo che lo vedrà versare tra i 10,5 e i 12,5 miliardi di dollari in un decennio al fine di risanare le reti di acquedotti da una costa all’altra del Paese, da Philadelphia a San Diego.

Le parole sono chiare e non lasciano spazio a fraintendimenti. Molte compagnie assicurative (per l’esattezza 40 pari al 60% dei premi auto) pare che non forniscano sul preventivatore pubblico Preventivass i prezzi reali delle polizze Rc Auto (ossia al netto degli sconti). Una prassi che si traduce in un boicottaggio di fatto dello strumento. Il j’accuse arriva direttamente dal presidente Ivass Luigi Federico Signorini che nella sua relazione, presentata il 19 giugno, ha fatto anche un primo bilancio dello strumento pubblico di comparazione dei prezzi del contratto base dell’assicurazione Rc auto che è entrato a regime lo scorso marzo (data dalla quale ha emesso ben 22 milioni di preventivi).
Anche a maggio sono stati i riscatti a caratterizzare il mercato dei piani individuali di risparmio. Il mese scorso dalle casse dei gestori dei Pir sono usciti 197 milioni, peggio rispetto ai -143 registrati ad aprile. Questo significa che nel giro di cinque mesi il settore ha registrato lo stesso saldo negativo dell’intero 2019, l’anno peggiore per questi prodotti, caratterizzato soltanto dai movimenti in uscita, visto che all’epoca sottoscrivere i prodotti e usufruire dell’agevolazione fiscale non era possibile.