Selezione di notizie assicurative da quotidiani nazionali ed internazionali

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Per affrontare la crisi climatica le imprese italiane devono investire 203 miliardi di euro nella transizione entro il 2050, due terzi di tale somma già nel primo decennio. Le imprese che non interverranno per tempo sui rischi fisici, tra trent’anni avranno il 25% in più di probabilità di fallire rispetto a oggi, e il 44% in più di chi investe sin da ora; in particolare nel Centro e nel Sud Italia, oltre a costi annui per la ricostruzione pari all’1,6% dell’attivo e premi assicurativi fino al 3% del fatturato. Si tratta del possibile scenario delineato dallo studio sulle pmi italiane realizzato da Cerved, basandosi sui parametri individuati dal Climate stress test promosso dalla Bce per valutare la resilienza delle aziende e delle banche ai rischi climatici.
In Italia nei primi cinque mesi del 2023 sono aumentati del 135% gli eventi climatici estremi rispetto a quelli registrati nel corso dello stesso periodo del 2022. In particolare, sono stati rilevati 122 fenomeni meteorologici, contro i 52 degli stessi mesi dello scorso anno, che hanno causato danni. È l’allarme lanciato dall’osservatorio Città clima di Legambiente, secondo cui servono politiche climatiche più ambiziose accompagnate da interventi concreti. In base ai dati contenuti nel report, gli allagamenti da piogge intense sono la tipologia che si è verificata con più frequenza (30 eventi contro i 16 dei primi 5 mesi del 2022), segnando un +87,5%. Da inizio anno sono sei le regioni più colpite da eventi climatici estremi: Emilia-Romagna (36), Sicilia (15), Piemonte (10), Lazio (8), Lombardia (8), Toscana (8).
La compliance può evitare la condanna all’azienda, che risponde in base alla 231 per il reato compiuto dall’amministratore soltanto se il giudice rileva sul punto un deficit organizzativo. L’illecito della società, infatti, ha una natura colposa nella responsabilità amministrativa degli enti, per esempio in caso di incidenti sul lavoro, ma anche di reati finanziari dei manager. E, dunque, anche quando il reato presupposto è compiuto dalla figura apicale nell’interesse o a vantaggio dell’impresa, quest’ultima può evitare la sanzione di cui al decreto legislativo 231/2001 se risulta che si sia comunque dotata di un modello organizzativo adeguato a evitare o a ridurre il rischio della consumazione del reato.
In Italia non si rinuncia a viaggiare: anzi, nonostante l’inflazione, il budget destinato alle vacanze cresce seppur di poco, visto che c’è comunque attenzione per il risparmio. Aumentano, inoltre, le trasferte all’estero, soprattutto da parte dei giovani, e non sono poche le persone propense a lavorare dal luogo di villeggiatura. Tra le mete preferite ci sono quelle marittime, ma anche le città d’arte sono sempre più apprezzate. I viaggi sono in ripresa. Secondo l’ultima edizione dell’Holiday Barometer di Ipsos ed Europ Assistance (ricerca condotta in 15 paesi, ovvero Stati Uniti, Canada, Regno Unito, Italia, Francia, Spagna, Svizzera, Germania, Austria, Portogallo, Belgio, Polonia, Repubblica Ceca, Malesia e Australia), il 78% degli europei si dichiara entusiasta o molto felice di viaggiare e il 75% (dato più alto dal 2011) ha intenzione di partire per una vacanza estiva.
Niente responsabilità professionale a carico del notaio che non si accorge dell’esistenza di un uso civico, quando acquisisce il certificato di destinazione urbanistica: lo ha chiarito la III sezione civile della Corte di cassazione nell’ordinanza numero 15035 del 2023 respingendo il ricorso di una società a responsabilità limitata contro la decisione assunta dai giudici di merito.

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L’intensificarsi delle catastrofi nel mondo e in Italia hanno convinto molti protagonisti del settore che lo Stato dovrà prima o poi cedere di fronte a un futuro imponderabile aumento della spesa pubblica. L’idea è quella di caricare sulle spalle dei proprietari di immobili – obbligati ad assicurarsi – la maggiorparte del costo dei risarcimenti, mentre lo Stato si riserverebbe il ruolo di assicuratore di ultima istanza in caso di danni oltre un limite prefissato.
Auto sportive, farmaci e macchinari trainano le esportazioni, che nel 2023 superano per la prima volta il 50% della produzione, grazie anche alle Pmi.  Tra i settori che negli ultimi anni hanno aumentato maggiormente la quota di esportazioni ce ne sono già diversi ad alto valore aggiunto. Spiccano la lavorazione di metalli come l’alluminio, il rame, lo zinco, che hanno tratto slancio dal boom dell’auto elettrica, oppure i macchinari per le acciaierie. Più in alto di tutti per velocità d’espansione c’è però la farmaceutica, dove le esportazioni sfiorano ormai il 100% del fatturato, 20 punti più del 2017
Nella fotografia di Bankitalia i flussi netti 2022 degli investimenti dei privati si sono quasi dimezzati In “rosso” fondi e azioni italiane. Un po’ più poveri (la ricchezza finanziaria lorda delle famiglie è scesa del 5,1%, a causa della marcata svalutazione delle attività finanziarie, pari al 6,6%) con un potere d’acquisto tagliato dall’inflazione e con effetti sbilanciati del costo della vita sulle diverse “categorie” di soggetti.
“I fondi pensione sono abili nell’aiutare i clienti a evitare le scelte e le decisioni dettate dall’emotività». Intervenendo all’ultimo Salone del Risparmio, il direttore generale della Covip (la commissione di vigilanza sui fondi pensione), Lucia Anselmi, ha sottolineato una caratteristica peculiare di questa forma di investimento, che ben si adatta a una fase di incertezza per i mercati finanziari come quella che stiamo vivendo. Perché, dopo un 2022 molto negativo per le principali asset class, il nuovo anno si è aperto all’insegna dei recuperi, per poi lasciare spazio a un ritorno della volatilità che disorienta gli investitori e rischia di spingere a scelte d’impulso, delle quali magari pentirsi successivamente. Per questa ragione, capire come si muovono i grandi investitori che hanno un orizzonte di lungo periodo può offrire chiavi di lettura interessanti.

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In Romagna dall’1 al 17 maggio sono caduti 5 miliardi di metri cubi d’acqua, con 32 mila sfollati, 15 morti, 8 miliardi i danni quantificati finora. Sulle colline argillose dell’Appennino si sono aperte 936 frane, e a oggi 31 frazioni sono isolate con 331 abitanti raggiungibili solo con mezzi pesanti. I modelli climatici stabiliscono che un evento di questa portata si verifica ogni 200 anni. Ce ne sono stati 2 nel giro di 15 giorni. Vuol dire che la difesa del territorio andrà interamente riprogettata perché non sappiamo cosa ci attende. L’area colpita vale 10 miliardi di export, 130 mila imprese, 443 mila occupati, e 38 miliardi di valore aggiunto. Ma il disastro è solo la conseguenza di un fenomeno estremo, o ci sono altre responsabilità?

Il settore del noleggio auto continua a crescere e taglia nel 2022 il traguardo dei 13 miliardi di fatturato con una flotta di 1,2 milioni di mezzi in circolazione. Il settore è arrivato a immatricolare ormai il 28% dei nuovi veicoli e spiccano i dati dell’ibrido (il 56% del totale ibrido plug-in) e dell’elettrico (32% delle vendite). I numeri del renting, riportati nella 22esima edizione del rapporto annuale di Aniasa, l’Associazione che all’interno di Confindustria rappresenta il settore dei servizi di mobilità, indicano che, nell’ambito di un mercato dell’auto in calo nel 2022 del 9,5% sul 2021 e in graduale ripresa nei primi cinque mesi del 2023 (711.000 auto immatricolate, +26%), il settore del noleggio è tornato a marciare a velocità elevata, trainato in particolare dalla significativa crescita del lungo termine: 415.000 veicoli immatricolati per un valore di 10,5 miliardi di euro e una clientela arrivata a 250.000 soggetti tra aziende di ogni dimensione e comparto, pubbliche amministrazioni e privati.

Sono sempre numerose le azioni di responsabilità promosse nei confronti dei sindaci delle società e il tema è ritornato di attualità per l’annuncio (da parte del sottosegretario Alfredo Mantovano agli Stati generali dei commercialisti) di una norma allo studio volta a limitare la responsabilità patrimoniale dei membri dell’organo di controllo. Si tratta di una tematica delicata che interessa numerosi professionisti spesso esposti a richieste risarcitorie, anche a distanza di anni, per omessa vigilanza sull’operato degli amministratori e quindi dei danni subiti da società e creditori per questo comportamento omissivo. Di frequente, infatti, i curatori (che cumulano le azioni sia dei soci, sia dei creditori) promuovono azione di responsabilità nei confronti degli amministratori e dei sindaci della società fallita.La maggior parte di queste azioni contro l’organo di controllo ha per oggetto casi di culpa in vigilando (articolo 2407 comma 2 del Codice civile) in base alla quale i sindaci rispondono in solido con gli amministratori per fatti e omissioni di questi ultimi, quando il danno non si sarebbe verificato se i primi avessero correttamente adempiuto ai propri doveri