L’Italia è il primo Paese per incidenza dei rami auto sulla spesa complessiva danni (44,6%) a fronte del minimo nel Regno Unito (16,9%). Le coperture non obbligatorie accessorie alla r.c. auto sono particolarmente rilevanti in Francia e Spagna.

Lo si legge nella Relazione sull’attività dell’Ivass nel 2022, che fa anche un raffronto su premi e costi nel mercato RC auto tra l’Italia e alcuni paesi europei.

Nel 2021 in Italia si registra un premio medio r.c. auto, al netto di oneri fiscali e parafiscali, pari a 289 euro contro i 177 di Spagna e Francia. La differenza è legata in primo luogo al diverso grado di sinistrosità. Vanno considerati il costo della vita, le caratteristiche dei sistemi nazionali fiscali, risarcitori e di welfare, in particolare nel trattamento del danno alla persona (biologico e patrimoniale), la presenza di un più efficiente trasporto pubblico che scoraggia l’uso della vettura privata.

Il rapporto tra numero dei veicoli assicurati e abitanti è particolarmente contenuto nel Regno Unito (37%) rispetto alla media degli altri Paesi (73%).
Il gap per l’Italia aumenta se si considera il prezzo effettivamente pagato dagli assicurati, incluse le componenti fiscali e parafiscali. In Italia la componente parafiscale (SSN) è pari al 10,5% del premio imponibile a fronte dell’1,5% in Spagna. Gli oneri fiscali e parafiscali incidono per il 26,2% sul premio italiano contro il 9,5% in Spagna, il 12% nel Regno Unito, il 35% in Francia e il 19% in Germania.

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