ANIA ha pubblicato i risultati di uno studio commissionato a Ipsos per comprendere l’evoluzione degli Italiani rispetto alla percezione dei rischi, individuando i nuovi bisogni di protezione, le attese e propensioni rispetto alle soluzioni assicurative.

Dall’analisi emerge una diffusa percezione di esposizione ai rischi tra gli italiani, ed un elevato interesse a prendere in carico la situazione e fare una diagnosi proattiva attraverso il check-up assicurativo, soprattutto nei giovani Gen Z. Permane un forte gap di protezione, che potrebbe essere colmato puntando allo sviluppo della cultura degli italiani nei confronti dei rischi, anche con il supporto della tecnologia.

Gli italiani hanno percezione diffusa di esposizione ai rischi, e hanno anche interesse ad affrontare proattivamente la situazione, soprattutto i giovani

Il susseguirsi di cambiamenti e crisi fa salire la sensibilità degli Italiani al rischio. Imprevisti e incertezze fanno ormai parte del proprio spazio mentale. Se la pandemia può dirsi ormai uno choc superato, la guerra e le tensioni geopolitiche radicano l’incertezza, mentre il ritorno dell’inflazione crea particolare allerta, dando accezione concreta e quotidiana all’instabilità.

In questo contesto i temi finanziari acquisiscono maggiore rilevanza ed emerge la utilità di
occuparsene in prima persona.
Dalla analisi emerge che 9 italiani su 10 si sentono vulnerabili ed esposti ai rischi. Salute, famiglia, reddito e pensione sono le aree che destano le maggiori preoccupazioni: il 66% è preoccupato per l’autosufficienza e le cure, il 50% per famiglia/figli, il 48% per il reddito/lavoro e, per il futuro il 37% pensa alla pensione.

Da questi primi dati si evince che gli italiani sono prioritariamente preoccupati per il “presente” con una concentrazione temporale sull’attualità, e sulle issue di sopravvivenza primarie, più in prospettiva, seguono le preoccupazioni comunque importanti, ma per una dimensione futura, come la pensione.

Le preoccupazioni cambiano con l’età

La segmentazione generazionale della sensibilità nei confronti dei diversi rischi è un aspetto molto interessante e qualificante dell’indagine. Viene fornito il quadro degli orientamenti suddiviso tra generazione Z (18 – 26 anni), Millennials 27-40, Gen x (41-56 anni) e Baby boomers (57-64).

Guardando i dati per fascia di età, dunque, si evince come ciascuna generazione sia preoccupata per i rischi che sta affrontando: non autosufficienza per i baby boomers, famiglia figli e pensione per la generazione “X”, mentre i millennial sono concentrati sul reddito da lavoro.

Un dato da mettere in evidenza è la preoccupazione per danni da eventi atmosferici/naturali: il campione dichiara, infatti, che rispetto a tre anni fa la sua sensibilità verso questo tema è cresciuta – anche grazie alla rilevanza che la crisi ambientale ha assunto nel panorama informativo e di cronaca – e, dunque, il 33% degli italiani dichiara di essere molto preoccupato per i rischi ambientali, percentuale che sale al 40% per la generazione “Z”.

Permane il gap di protezione

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