IL CONSIGLIO DI STATO CONGELA IL REGOLAMENTO DEL MISE CHE ATTUA LA LEGGE GELLI
di Anna Messia
Sul tavolo c’è un business stimato in oltre 600 milioni di premi raccolti ogni anno dalle compagnie per assicurare strutture sanitarie, pubbliche e private, ma anche medici e infermieri. Un settore che, da oltre 5 anni, attendere regole certe sui requisiti minimi che devono avere le polizze e su come gli ospedali possono decidere di gestire il proprio rischio di malpractice, evitando il ricorso a un’assicurazione. Ma quando, dopo un’attesa durata anni, il quadro delle nuove regole sembrava finalmente chiaro, a congelare di nuovo tutto è stata una pronuncia arrivata nei giorni scorsi dal Consiglio di Stato. I giudici amministrativi – secondo quanto previsto della legge Gelli che ha preso il nome dall’ex deputato del Pd, medico che da parlamentare ha fatto approvare le norme nel 2017 – dovevano esprimere il loro parere sul regolamento del ministero dello Sviluppo Economico che dà attuazione al testo e che a febbraio scorso aveva già incassato il parere positivo della Conferenza Stato Regioni. Secondo il Consiglio di Stato c’è però più di qualche aspetto, in quel regolamento, che merita di essere meglio definito. «È indispensabile un maggior approfondimento su alcuni degli aspetti più controversi, in ordine ai quali anche l’Ivass, nella nota allegata risalente al luglio 2019, ha manifestato perplessità», si legge nel documento del Consiglio di Stato dove si aggiunge che viene sospesa «l’espressione del parere in attesa degli adempimenti». Tra le questioni più controverse sembra assumere particolare rilievo quella relativa all’introduzione del sistema bonus/malus prevista dal regolamento del ministero ma che non era stata indicata dalla legge Gelli, in base al quale il premio assicurativo aumenta in caso di sinistro. Una pratica che non si adatta al business pluriennale dell’assicurazione sanitaria, caratterizzato spesso da contenzioso legale, hanno osservato anche da Ania, l’associazione delle assicurazioni che si è detta favorevole alle norme ma ha sollevato dubbi di eccesso di delega sul regolamento dello Sviluppo Economico. Documento che, secondo le compagnie, sembra creare confusione anche su altri aspetti, dalle eccezioni opponibili dalle assicurazioni al diritto di recesso, e ora i giudici amministrativi vogliono vederci chiaro. (riproduzione riservata)
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