di Marco Capponi
Il mese di maggio, a livello di fondi comuni, ha segnato il rimbalzo dei prodotti che investono nei titoli finanziari europei e su Piazza Affari. Il dato emerge dalle analisi sui comparti d’investimento condotte dall’ufficio studi di Fida, che hanno visto come, in un contesto sostanzialmente negativo per i prodotti a gestione attiva (solo un quinto della categorie analizzate ha chiuso il mese in positivo), la finanza europea sia stata uno dei pochi settori a muoversi in netta controtendenza: +5%, che si confronta con una perdita del 6,6% registrata da inizio anno. In attesa delle mosse della Bce di giugno, che hanno provocato forti vendite sul settore a causa dell’allargamento degli spread, per tutto il mese precedente le banche hanno atteso con speranza il rialzo dei tassi, risultando tra i titoli più favorevoli all’aumento del costo del denaro. Non stupisce quindi, visto l’elevato sbilanciamento di Piazza Affari ai titoli finanziari, che tra le migliori categorie del mese ci siano anche i fondi azionari Italia large e mid value. La loro performance nel periodo è stata positiva del 3,5%, oltre un punto in più rispetto al 2,3% messo a segno nello stesso mese dal Ftse Mib. Da inizio anno i comparti sull’equity italiano sono in rosso dell’8,1%, ma salgono al 35,6% su un orizzonte triennale.

Campione assoluto di maggio è stato prevedibilmente il comparto dell’energia: i fondi azionari del settore sono cresciuti dell’8,2%, per un complessivo dei cinque mesi del 38,3%. Un dato che si spiega con il rally dei prezzi dell’energia innescato dallo scoppio della guerra in Ucraina, che ha favorito, oltre agli investitori diretti in commodity, anche le società produttrici. Il terzo gradino del podio, tra finanza europea e azionari Italia, è occupato da una categoria geografica, gli azionari Austria, che hanno reso il 4,1% (-8,8% da gennaio) contro il +1,2% realizzato nello stesso periodo dall’indice della borsa di Vienna.

All’ultimo posto del ranking Fida del mese compaiono invece i metalli preziosi e minerali, la cui categoria azionaria di riferimento ha perso il 10,2% (rimane comunque in positivo dello 0,9% da inizio anno). Nel mese, non a caso, l’oro ha perso il 3,7% del suo valore, l’argento il 6,1%, il palladio addirittura il 13,7%. Sofferente anche il mattone, con i fondi immobiliari che compaiono più volte tra i peggiori di maggio: quelli americani hanno perso l’8,3%, quelli globali il 7,6%, quelli globali con copertura in euro il 7,1%. Vacche magre anche per i consumi secondari, incluso il lusso, che in un contesto di mercato che teme sempre di più la recessione hanno lasciato per strada il 5,8% (quasi -20% nel 2022).

Pochissime sorprese infine dagli Etf: il contesto di rally incontrollato delle materie prime ha portato nel mese a un trionfo assoluto di replicanti focalizzati su energia (+10,8%), petrolio e gas europei (+9,8%) e greggio (+8,1%). (riproduzione riservata)
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