La Covip ha pubblicato il bollettino statistico sulla previdenza complementare, aggiornato alla fine di marzo.

Dai dati raccolti dalla Covip risulta che nel primo trimestre dell’anno le posizioni in essere presso le forme pensionistiche complementari sono 9,846 milioni, in crescita di 112.000 unità (+1,1%) rispetto alla fine del 2021.

Considerando coloro che aderiscono contemporaneamente a più forme, il numero totale degli iscritti risulta di circa 8,9 milioni di individui.
I fondi negoziali registrano un incremento di 61.000 posizioni (+1,8%), per un totale a fine marzo di 3,519 milioni.

La crescita continua a essere trainata dai fondi per i quali sono attive le adesioni contrattuali, che per i nuovi assunti di diversi settori hanno luogo automaticamente sulla base dei contratti nazionali di riferimento, in corrispondenza di un flusso contributivo che rimane modesto se il singolo lavoratore non decide di versare contributi aggiuntivi rispetto a quelli contrattualmente previsti. Nelle forme pensionistiche di mercato, si rilevano 29.000 posizioni in più nei fondi aperti (+1,7%) e 12.000 posizioni in più nei PIP nuovi (+0,3%); a fine marzo, il totale delle posizioni in essere in tali forme è pari, rispettivamente, a 1,765 milioni e 3,626 milioni di unità.

Per quanto riguarda le risorse destinate alle prestazioni a fine marzo 2022 risultavano essere pari a 210 miliardi di euro; per effetto delle perdite in conto capitale determinate dall’andamento dei mercati finanziari, le risorse sono diminuite di circa 3,3 miliardi rispetto a dicembre del 2021.
Nei fondi negoziali, l’attivo netto è di 63,7 miliardi di euro (-2,5%). Nelle forme di mercato ammonta a 28,4 miliardi nei fondi aperti e a 43,9 miliardi nei PIP “nuovi” diminuendo, rispettivamente, dell’1,8% e dello 0,2%.

Nei primi tre mesi del 2022 i contributi incassati da fondi negoziali, fondi aperti e PIP nuovi sono stati 3,4 miliardi di euro, circa 150 milioni di euro in più (+4,8%) rispetto al corrispondente periodo del 2021. L’incremento si riscontra in tutte le forme pensionistiche, con variazioni tendenziali che vanno dal 3,4% dei fondi negoziali, al 4,4% dei PIP fino al 9,3% dei fondi aperti.

I rendimenti della previdenza complementare

Il bollettino statistico della Covip sottolinea come nel primo trimestre del 2022 i risultati delle forme complementari abbiano risentito delle forti turbolenze che hanno investito i mercati finanziari.
Al netto dei costi di gestione e della fiscalità, i rendimenti sono risultati negativi per fondi negoziali (-3,4%) e fondi aperti (-3,6%). Risultato negativo anche per i PIP di ramo III (-3,5%).
Per le gestioni separate di ramo I, che contabilizzano le attività a costo storico e non a valori di mercato e i cui rendimenti dipendono in larga parte dalle cedole incassate sui titoli detenuti, il risultato è stato marginalmente positivo, 0,3%.
Valutando i rendimenti su orizzonti più propri del risparmio previdenziale, nei dieci anni da inizio 2012 a fine 2021, il rendimento medio annuo composto è stato pari al 4,1% per i fondi negoziali, al 4,6% per i fondi aperti, al 5% per i PIP di ramo III e al 2,2% per le gestioni di ramo I; nello stesso periodo, la rivalutazione del TFR è risultata pari all’1,9%.
Aggiungendo ai dieci anni i primi tre mesi del 2022, i rendimenti medi annui restano positivi: 3,7% per i fondi negoziali, 4,1% per i fondi aperti e 4,5% per i PIP di ramo III; restano pari al 2,2% i prodotti di ramo I. La rivalutazione del TFR nello stesso periodo è del 2,1%.

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