OTTENUTE LE AUTORIZZAZIONI, LA QUOTA DEL FITD PASSA A MODENA. CHE PONE COSÌ IL PRIMO TASSELLO DEL TERZO POLO DEL CREDITO
di Luca Gualtieri
Oggi Piero Montani terrà a battesimo il terzo polo del credito nato dall’integrazione tra Bper e Carige. Se infatti questa mattina a Milano verrà presentato il nuovo piano industriale del gruppo modenese, si sta completando il passaggio di consegne tra il Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi (Fitd) e Bper. Incassate le autorizzazioni di Bce, Bankitalia e Antitrust ora è previsto il passaggio della partecipazione di controllo dal Fitd a Bper e il conseguente versamento in conto capitale di un contributo pari a 530 milioni, necessario per ripristinare i coefficienti di capitale e coprire gli oneri di integrazione. L’opa sul flottante dovrebbe invece partire all’inizio di luglio per chiudersi tra la fine del mese e i primi giorni di agosto. I vertici di Bper sono molto confidenti sulla risposta dei soci di Carige che si vedranno pagare 0,8 euro. Il raggiungimento del 90% (soglia oltre la quale può scattare l’opa residuale) e del 95% (per cui scatta invece lo squeeze-out) sembra dunque a portata di Modena.

Oggi intanto sarà annunciato il nuovo piano. Per Equita Sim «sarà l’occasione per presentare la strategia di gruppo incorporando l’acquisizione di Carige, un’operazione che riteniamo valida sia dal punto strategico che finanziario e che lascia spazio per una buona generazione di sinergie. Riteniamo che gli altri principali elementi di attenzione del piano possano essere: impatto a net interest income dal rialzo della curva dei tassi (ultima indicazione: beneficio del 15% per 100 punti base di rialzo della curva) e strategia per preservare/aumentare la penetrazione della clientela in un contesto economico complesso; spinta sul fronte commissionale, anche attraverso una gestione maggiormente integrata delle fabbriche prodotto; efficienza operativa, alla luce delle azioni intraprese nei mesi scorsi (in particolare l’accordo per l’ottimizzazione del personale) e di maggiori investimenti in It e digitalizzazione; continuo focus sulla qualità dell’attivo, considerando l’obiettivo di ulteriore riduzione del Npe ratio post acquisizione di Carige. Al 2024-2025, su base stand alone ci aspettiamo un risultato netto di circa 570 – 690 milioni rispettivamente. Sulla base delle stime preliminari sulle possibili sinergie con Carige, a livello combined vediamo un utile netto 2024/2025 a circa 620-770 milioni rispettivamente». Il 2022 sarà invece un anno di «difficile lettura considerando i numerosi elementi one-off. A livello di dividendo ipotizziamo un payout in progressiva crescita, al 50% al 2025, con una distribuzione cumulata pari a circa 960 milioni, vale a dire oltre il 35% della capitalizzazione di mercato in arco piano», conclude Equita.
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