Secondo il Resilience Indexdi Swiss Re, la crisi del COVID-19 ha ridotto la resilienza macroeconomica globale di quasi un quinto nel 2020.

La crescita economica globale dovrebbe riprendersi fortemente quest’anno dopo la recessione indotta dalla pandemia nel 2020. Questo aiuterà a costruire nuovamente la resilienza macroeconomica, ma non ci sarà un ritorno ai livelli di resilienza pre-COVID-19 nel 2021.

Il gap di protezione assicurativa globale ha raggiunto un nuovo massimo di circa 1,4 trilioni di dollari nel 2020, ma la resilienza assicurativa globale dovrebbe crescere nel 2021 grazie alla maggiore consapevolezza del rischio.

“Il nostro studio mostra chiaramente che la resilienza economica paga. Le regioni avanzate hanno beneficiato di livelli di resilienza macroeconomica e assicurativa più forti rispetto alle loro controparti emergenti. Tuttavia, per ripristinare la resilienza macroeconomica e guidare la crescita a lungo termine, sono necessarie profonde riforme strutturali. La pandemia globale ha accentuato il divario tra ricchi e poveri. Ha messo a nudo la necessità per i governi di concentrarsi sulla ricostruzione e la promozione della coesione sociale. L’equità sociale – e al suo centro, la creazione di pari opportunità per tutti – sarà una caratteristica distintiva di un mondo più resiliente”, ha commentato Jérôme Haegeli, capo economista del gruppo Swiss Re.

L’Italia si trova 23esima su 32 posizioni, superata nel ranking da tutti i Paesi europei, tranne Grecia e Ungheria. Per il nostro Paese si rilevano particolari problemi per quanto riguarda l’efficienza del mercato del lavoro, la solidità del sistema bancario, poco margine di manovra per la politica monetaria (come per tutti i Paesi dell’eurozona), ma anche ridotti spazi di bilancio pubblico. Dopo la recessione del 2020, il ciclo economico mondiale dovrebbe riprendersi con vigore quest’anno, contribuendo così a ricostruire la resilienza economica. Tuttavia, sul piano macroeconomico, ancora a fine 2021 non avremo riacquisito la capacità che avevamo in era ante-Covid di reagire a situazioni difficili. Per cui, secondo Swiss Re, i Paesi più in basso nel ranking, come l’Italia dovranno intervenire con riforme strutturali. Inoltre, una minore resilienza ha aumentato la pericolosità e l’intensità dei rischi a cui siamo esposti, per cui nel mondo il deficit di protezione assicurativa – i pericoli verso cui non siamo protetti – ha toccato il nuovo record di 1400 milioni di dollari.

La resilienza assicurativa globale dovrebbe rafforzarsi nel 2021, sostenuta da una crescente consapevolezza del rischio. Per molte persone, l’esperienza di COVID-19 ha evidenziato l’importanza delle coperture di protezione dai rischi.

Il divario di protezione mondiale per i rischi di salute, mortalità e catastrofi naturali ha raggiunto un nuovo massimo di circa 1,4 trilioni di USD nel 2020, in piena crisi pandemica.

L’indice di resilienza sanitaria globale SRI si è leggermente indebolito nel 2020. I mercati emergenti con minore resilienza sanitaria sono stati i più vulnerabili. Il gap di protezione sanitaria globale si è ampliato a 747 miliardi di dollari nel 2020, il 63% dei quali deriva dai mercati emergenti.

La resilienza globale delle catastrofi naturali rimane la più bassa di tutte, con l’indice globale che legge al 24% nel 2020, il che significa che il 76% di queste esigenze di protezione in tutto il mondo non è assicurato.

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