Selezione di notizie assicurative da quotidiani nazionali ed internazionali

 

Il gruppo è cresciuto anche nella pandemia e ora punta a fare acquisizioni. Nel mirino società assicurative e dei pagamenti digitali di mezza Europa. L’ad Benedetto: siamo in grado di intercettare i bisogni assicurativi dei clienti. Con i nostri dati sappiamo quando un utente è in montagna e possiamo offrirgli un’assicurazione per lo sci. Oppure sappiamo quanto tempo lascia la macchina in parcheggio per modulare i premi assicurativi annuali. Le assicurazioni puntano sui dati, sulle blackbox. Noi siamo un collettore naturale di informazioni utili.
La disciplina della previdenza complementare è fissata dalla normativa ma si arricchisce anche delle interpretazioni evolutive che di essa dà l’Autorità di vigilanza con le risposte ai quesiti posti dalle forme pensionistiche complementari. Di particolare interesse è una recente pronuncia posta nel mese di maggio in materia di anticipazioni per ristrutturazione edilizia riguardanti la prima casa di abitazione in relazione a interventi di riqualificazione energetica degli edifici soggetti ai benefici fiscali dell’Ecobonus.
Amazon, Google, Facebook, Apple e Microsoft puntano sulla sanità digitale: dallo screening dei contagi a diagnostica e telemedicina. Ma il successo non è scontato. Il nodo? L’utilizzo dei dati dei pazienti
Tra tassi a zero, calcolo con metodo contributivo e bassa adesione ai fondi di previdenza, per gli under 40 si prospetta una vecchiaia meno coperta rispetto ai genitori La soluzione sono i piani integrativi: aderirvi presto, anche con piccoli importi, dà risultati
La previdenza complementare, al di là della volontarietà di adesione prevista dalla normativa, rappresenta sempre più una necessità, anche in considerazione degli effetti sul pil della crisi economica che è derivata dal Covid-19. Quali gli elementi da considerare per costruire una integrazione pensionistica? Ecco il parere di Nadia Vavassori, head of business unit pension saving funds di Amundi sgr.
Finanziariamente prudente, molto informata e consapevole delle difficoltà che il percorso lavorativo può riservare. Il ritratto della generazione dei nati tra l’inizio degli anni Ottanta e la metà dei Novanta del secolo scorso, i 25-40enni di oggi, è fotografato dallo studio Deloitte Global Millennial Survey condotto su un campione di oltre 27.500 millennial. Una generazione con sensibilità, esigenze e priorità profondamente differenti rispetto a quella che l’ha preceduta: attenzione ai temi del cambiamento climatico e dell’uguaglianza sociale, interesse per la tecnologia, la salute e la sostenibilità. Tutti fattori che inevitabilmente si riflettono anche sulle abitudini finanziarie e di risparmio.
I più anziani compiono 40 anni quest’anno, i più giovani ne hanno 24. È l’esercito dei Millennials, i nati tra il 1981 e il 1996. In Italia si tratta di 8,5 milioni di persone (dati Istat) che le banche e le multinazionali avevano studiato attentamente negli ultimi decenni perché sarebbero stati i risparmiatori del futuro e avrebbero dettato legge sui consumi. In attesa della ripresa economica, i Millennials hanno accusato un ennesimo colpo per il protrarsi dell’incertezza economica e fanno sempre più fatica a dare una prospettiva stabile al loro futuro, a partire dall’acquisto della casa che era stata il bene di riferimento dei loro genitori. Secondo Bankitalia, dal 2015 la quota di mutui di importo superiore a 75 mila euro erogati alla clientela sotto i 35 anni è stata un terzo del totale, ben sotto il livello del 2007, quando aveva toccato il 40%.
Hdi Proteggi Il Domani è un prodotto assicurativo sulla vita dedicato al risparmio, in forma di rendita vitalizia differita con contro-assicurazione estesa. La soluzione presa in esame in questa sede prevede il versamento di un premio annuo rivalutabile. L’obiettivo principale di questa polizza è costruire, a fronte del pagamento di un premio annuo anticipato rivalutabile, una fonte di reddito futura attraverso un assegno periodico. La rendita assicurata iniziale si rivaluterà annualmente in funzione del rendimento della gestione separata Fondo Futuro.
i fa presto a parlare di risiko delle case del risparmio gestito italiano. Forse mai come in questo momento, le sgr sono ritornate nuovamente (e con più veemenza) al centro del dibatitto finanziario. Conseguenza della ritrovata spinta consolidatrice sul lending italiano, favorita dalla rimozione degli ostacoli normativi da parte della Bce e dalla capacità delle banche di ridurre i livello di crediti deteriorati e di mantere solidi coefficienti patrimoniali, uniti a un incentivo governativo sulle Dta abbastanza consistente da aver neutralizzato gli effetti della riduzione sul Cet 1 degli oneri di ristrutturazione. Un’onda lunga che potrebbe estendersi, quindi, alle società di risparmio gestito, ma che contemporaneamente, proprio alla luce di alcune sovrapposizioni nelle partnership, rappresentano esse stesse un nodo importante da sciogliere e che, se ben compreso, sembra destinato a ridimensionare passate suggestioni e virtuose speculazioni.

In attesa che il governo dia attuazione all’articolo 10 della legge Gelli (obbligo assicurativo realizzato tramite polizze ad hoc o sistema di auto ritenzione), fissando i requisiti minimi, la aziende sanitarie locali possono dotarsi un fondo rischi e\o disciplinare quello già esistente, stimando con criteri oggettivi di valutazione equitativa\giurisprudenziale e di natura presuntiva i danni non patrimoniali e i danni patrimoniali derivanti da eventuali errori medico/sanitari, in modo da costituire in bilancio le riserve proporzionate. Di recente è stata la Asl Roma 1 ad adottare Linee guida per la costituzione del fondo rischi, coadiuvata dallo studio legale Fga.
Continua ad investire nelle tecnologie per la guida autonoma di autoveicoli, Waymo, impresa controllata da Alphabet, holding cui fa capo anche Google, e che si è guadagnata una posizione di leadership nel settore dell’auto che si guida da sola che richiede investimenti colossali e dove la concorrenza è notevole. La startup Usa, Waymo, valutata all’incirca 30 miliardi di dollari (25,1 mld di euro), è stata creata nel 2009, e ha appena raccolto altri 2,5 miliardi di dollari (2 miliardi di euro) che si aggiungono ai 3,25 miliardi di dollari ottenuti l’anno scorso (2,7 mld di euro). Waymo è impegnata a sviluppare una tecnologia sufficientemente affidabile per evitare incidenti mortali. Una grande sfida in materia di intelligenza artificiale. Gli algoritmi hanno bisogno di accumulare dati mentre l’auto marcia su strada e dunque occorreranno anni di ricerca e di test prima di produrre un’auto sicura. Oltre alle auto, l’azienda ha lanciato un servizio di taxi robot a Phoenix, in Arizona, e sperimenta un camion autonomo.
Gran Torino, fondo di investimento alternativo immobiliare di tipo chiuso gestito da Finint investments sgr (Banca Finint), ha concluso l’acquisizione di un immobile di circa 17 mila metri quadrati. Con l’occasione esso è stato denominato Palazzo Gran Torino. L’immobile, che si trova nel centro storico del capoluogo piemontese, è stato ceduto dal Fondo Toscanini gestito da Generali Real estate sgr. Il main investor dell’operazione è Zetland Capital attraverso il fondo Zetland Special Situation Fund I, mentre Crea.Re Group è co-investor e operating partner.
Giacomo Gigantiello, 50 anni, con oltre 25 di esperienza manageriale in realtà multinazionali, sarà il nuovo amministratore delegato di Axa Italia. La nomina sarà ufficializzata nel cda in programma il mese prossimo. Il manager è entrato in Axa Italia nel marzo 2017 come chief transformation officer e membro del management committee, giocando un ruolo primario nella trasformazione digitale della società e contribuendo al consolidamento della compagnia italiana tra i dieci mercati chiave del gruppo. Nell’aprile 2020 è avvenuta la promozione a chief strategy & development officer per i mercati europei, con responsabilità di indirizzo e coordinamento strategico delle entità del gruppo assicurativo in Svizzera, Inghilterra, Irlanda, Spagna e più recentemente in Messico.
Italian Angels for growth (Iag), il principale network italiano di business angel, si affianca a Banca Generali per sostenere lo sviluppo di startup e pmi italiane innovative. L’accordo di partnership prevede attività di coinvestimento e condivisione di opportunità tra Iag e Bg4Real, il programma sviluppato da Banca Generali per creare un ponte tra risparmio privato ed economia reale. Iag selezionerà e valuterà startup da proporre ai suoi soci, in maggioranza investitori privati, e a investitori istituzionali come quelli scelti da Banca Generali. Intanto il gruppo Generali non fornirà più la copertura assicurativa alle centrali elettriche a carbone dell’utility Cez, nella Repubblica Ceca, a partire dal 2022.

corsera

  • Generali-Cattolica, c’è il prospetto
Generali ha presentato alla Consob il documento di offerta relativo all’Opa cash sulla totalità delle azioni di Cattolica, compagnia della quale è azionista con circa il 24,4%. L’operazione, approvata dal consiglio del Leone e comunicata il 31 maggio, prevede l’offerta di 6,75 euro per azione, con un premio del 15,23% rispetto alla prezzo di chiusura ufficiale di Borsa del 28 maggio e del 40,5% sulla media dei prezzi degli ultimi sei mesi. Ieri le azioni Cattolica in Borsa, che hanno superato all’annuncio il corrispettivo previsto dall’Opa, hanno ceduto leggermente (dello 0,28%) a 7,01 euro. Il cda Cattolica si è riunito nelle scorse settimane per le prime valutazioni e sarebbe orientato a nominare advisor Goldman Sachs e Kpmg.
  • Axa Italia, Gigantiello ceo
Giacomo Gigantiello diventa da luglio ceo di Axa Italia. Cinquant’anni, nel gruppo assicurativo francese dal 2017, era nel team del precedente ceo Patrick Cohen. Axa Italia ha una partnership con il Monte dei Paschi di Siena.
  • Generali, niente polizze per le centrali a carbone ceche
Generali non fornirà più copertura assicurativa alle centrali elettriche a carbone della utility Cez group in Repubblica Ceca. «Concordiamo con la comunità scientifica sulla necessità di una rapida decarbonizzazione», è stato annunciato con una nota da Generali Ceska.

Generali accelera su Cattolica: depositato il prospetto d’Opa

  • Le mosse attese per risvegliare i miliardi di euro nei depositi
C’è poco da fare. O meglio. Ci sarebbe molto da fare. Con i rendimenti offerti con le proposte di investimento più conservative ridotti ai minimi termini, in questa fase di mercato è difficile convincere le famiglie italiane, storicamente molto prudenti, a investire i 1.339 miliardi che giacciono improduttivi sui conti correnti. Una montagna di depositi che dallo scoppio della pandemia, mese dopo mese, ha continuato a crescere senza sosta. Per chi vuol vedere il bicchiere mezzo, pieno gli italiani sono riusciti in media a risparmiare tanto in quest’ultimo difficile anno. Un risparmio che però non ha prodotto crescita per il Paese. E neanche per i singoli risparmiatori: lasciando i soldi sul conto il loro potere di acquisto si assottiglia, eroso da costi, imposte e inflazione.
  • Risparmio. L’italiano preferisce la liquidità e zero rendimenti L’alternativa non c’è
  • Sempre più ridotti gli strumenti che offrono le attese garanzie
Un porto sicuro che metta al riparo dalle perdite sul capitale è sempre più difficile da trovare. Spiega Andrea Zanella, consulente finanziario ndipendente: «L’unico strumento che dia un minimo rendimento con un rischio limitato, ma purtroppo in via di estinzione, è la gestione separata delle polizze vita. Non c’è più comunque la garanzia di un rendimento o di non andare in rosso a fine anno, come invece accadeva tempo fa». E tra le gestioni separate, Zanella cita Genertel, che colloca “Deposito Protetto” basato 100% sulla gestione separata Glife Premium, zero costi ingresso, zero uscita e gestione dell’1,2% e Aviva, che colloca Easiway 100% gestione separata ma che prevede un tunnel commissionale se si preleva prima del 4° anno. «In alternativa ci sono gli investment certificates a capitale protetto, ma il rischio già sale, essendo parificati a delle obbligazioni senior degli emittenti. Inoltre la selezione del prodotto è già più complessa e quindi è difficile il “fai da te”».
  • Osservatorio Pir La raccolta a maggio sfiora il pareggio
Per la prima volta da un anno a questa parte la raccolta dei piani individuali di risparmio è riuscita a tenere la rotta e a rasentare il pareggio. A maggio, infatti, dalle casse dei gestori di Pir sono usciti soltanto 0,8 milioni, vale a dire pochissimo rispetto ai 57 milioni del mese precedente o ai 67 di marzo. Che cosa significa questo risultato? Una chiave di lettura potrebbe essere che le correnti di riscatto si sono arrestate: chi è rimasto investito finora probabilmente ci rimarrà fino al quinto anno, termine entro il quale è prevista l’agevolazione fiscale, con tutta la convenienza che ne consegue se le performance dei prodotti si mantengono a questi livelli
  • Fondi pensione. Covip chiede una modifica dei comparti “garantiti”
Si alza il livello di attenzione sulle linee garantite dei fondi pensione. Tali comparti assicurano la restituzione del capitale ai lavoratori iscritti ma i bassi tassi di interesse dei titoli di Stato, principale asset di queste linee di investimento, e l’elevato costo della “garanzia” per assicurare la restituzione del capitale, ne stanno falcidiando i rendimenti. Ecco perché è la stessa Covip, l’authority della previdenza complementare, a lanciare un alert e a chiedere una modifica legislativa.
  • Nei meandri di costi e allocazioni della unit My Selection-CreditRas