Dato in aumento rispetto al +4% previsto a fine 2020. La crescita continuerà poi nel 2022 (+4,4%), trainata in particolare dalla voce degli investimenti pubblici, previsti dal Pnrr
di Marco Capponi
L’Italia tornerà a crescere, anche più di quanto previsto in occasione delle ultime stime di dicembre. A certificarlo è l’Istat, che ha previsto per la fine del 2021 un incremento del pil nazionale pari al 4,7%: a fine 2020 la lettura era stata del +4%. A giustificare l’ottimismo dell’istituto ci sono da una parte il contesto internazionale favorevole, con la ripartenza di importazioni ed esportazioni, e dall’altra il clima di fiducia relativo all’evoluzione del ciclo economico, che ha avuto effetti positivi su consumi delle famiglie e investimenti. La crescita dovrebbe poi proseguire nel corso del 2022, registrando un altro incremento del 4,4% e permettendo così al valore aggregato dei due anni di superare la flessione dell’8,9% archiviata nel 2020 pandemico.

Nel biennio, ha aggiunto l’istituto di statistica, la previsione di aumento del pil sarà determinata dalla domanda interna al netto delle scorte (+4,6% e +4,5%), trainata a sua volta dagli investimenti. Una voce, quest’ultima, che durante l’anno in corso crescerà addirittura a doppia cifra (+10,9%) per poi attestarsi al +8,7% nel 2022. Le previsioni sono influenzate dalle misure di sostengo agli investimenti pubblici, previste dal Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr). In questo modo dovrebbe crescere anche la quota di investimenti sul pil, che stando alla lettura salirà di circa 2 punti, passando dal 17,8% del 2020 al 19,6% del 2022. (riproduzione riservata)

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