di Maicol Mercuriali
Per il momento resta un sogno, un sogno ancora lontano dalla realtà. Ma quello che fino a poco tempo fa si era visto solo nei film di fantascienza o nelle serie animate sul piccolo schermo, ora diventa più tangibile: prototipi, test, investimenti miliardari…

Nel Far West dell’aviazione, tra droni e jet supersonici, velivoli green e moduli spaziali, c’è una nuova protagonista: l’automobile volante, un incrocio tra un elicottero, un aereo e la classica vettura. Una soluzione come BlackFly, che con due piccole ali e otto rotori, già vola sui prati della California centrale. «Potrebbe sembrare una strana bestia, ma cambierà il modo in cui intendiamo il trasporto», ha detto al New York Times il suo inventore, il canadese Marcus Leng, amministratore delegato di Opener.

Il giornale americano fa notare come per tanto tempo società come questa abbiano lavorato in silenzio, tenendo nascosti i loro prototipi, mentre ora si sta alzando il sipario sulla nuova frontiera della mobilità.

Da almeno un decennio il lavoro sulle auto volanti procede spedito e l’uscita allo scoperto di queste realtà potrebbe determinare l’accelerazione decisiva per avvicinarsi all’esordio di questi mezzi, che promettono di decollare senza bisogno di una pista, di essere più economici e più sicuri degli elicotteri, e «di liberare il mondo dal traffico stradale», come ha detto Sebastian Thrun, professore di informatica della Stanford University, un altro ingegnere tra i protagonisti della ricerca sulle auto volanti con la sua Kitty Hawk, una compagnia di aerotaxi.

Tornando al mezzo di Opener, si parla di un soluzione per una sola persona, per il momento da utilizzare esclusivamente nelle aree rurali: un’auto volante privata per i ricchi, rimarca il New York Times, che però potrebbe entrare in commercio già entro la fine di quest’anno a un prezzo di circa 125 mila euro.

Questo perché BlackFly è classificato dal governo come veicolo sperimentale «ultraleggero», quindi non ha bisogno di un’approvazione particolare prima di essere venduto, ma essendo un ultraleggero non può sorvolare città o aree trafficate.

Per esercitarsi con il nuovo mezzo i futuri acquirenti potranno sfruttare un apposito simulatore e, nella realtà virtuale, prendere dimestichezza con le nuove regole di guida.

Una guida che sarà molto tecnologica, visto che sono previsti servizi come il pilota automatico e anche uno speciale pulsante di «ritorno a casa», che consentirà al velivolo di atterrare alla base.

«Ho sempre sognato di poter avere una libertà tridimensionale senza limiti, come fa un uccello, che possiamo decollare e volare in giro», ha detto Leng, ammettendo di aver immaginato tutto questo mentre guardava il cartone animato The Jetsons, la sitcom di Hanna-Barbera degli anni sessanta in cui le auto volanti erano all’ordine del giorno. Le auto volanti, secondo l’imprenditore, non saranno però riservate a un’élite: i prezzi scenderanno al costo di un Suv.

La ricerca procede comunque anche per quanto riguarda i velivoli che possono ospitare più passeggeri, si sta spingendo sino a modelli di aerotaxi urbani e, un po’ come succede per le auto che marciano sull’asfalto, si valuta anche la guida autonoma.

Ci sono ovviamente da superare ostacoli di natura normativa e tecnica, e il tessuto urbano andrà inevitabilmente ripensato quando questa innovazione prenderà piede. Il tema centrale è: quando succederà? «Ci vorrà più tempo di quanto la gente pensi», ha detto Ilan Kroo, professore di Stanford ed ex amministratore delegato di Kitty Hawk. «C’è molto da fare prima che le autorità, ma anche le persone, accettino questi veicoli come sicuri».

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