Disoccupazione, salute e ambiente sono tra le maggiori preoccupazioni per Millennial e GenZ e le imprese devono allinearsi a questo grande cambiamento.
A dirlo è Deloitte che a un anno dall’inizio della pandemia ha fotografato nella Millennial Survey 2021 il sentiment dei giovani nati tra l’83 e il 2004 e per la prima volta sono stati intervistati ragazzi e ragazze della GenZ (classi ’95-2003). I primi sono più sensibili alle prospettive lavorative e finanziarie, mentre cresce l’attivismo della GenZ, che porta con sé una maggiore attenzione per il tema ambientale, ma anche una nuova sensibilità sulle discriminazioni legate al genere, all’etnia e all’orientamento sessuale. In particolare, la disoccupazione è la prima preoccupazione per il 39% dei Millennial italiani rispetto al 27% dei coetanei a livello globale. E nell’anno della pandemia la salute rimane tra i maggiori motivi d’ansia tra i giovani italiani, tra i più disciplinati nel rispettare le linee guida di salute pubblica.

«Ogni anno ciò che emerge dalla Millennial Survey serve a sintonizzarci con la parte più giovane del Paese e per capire in che direzione andrà il mondo», afferma Fabio Pompei, ceo di Deloitte Italia. «Non stupisce, dunque, che i giovani si concentrino sempre più sulle questioni ambientali e di responsabilità sociale. Allo stesso tempo emerge una certa sfiducia nei confronti delle imprese e della loro capacità di fare la differenza su questi temi: è un monito di cui tutto il mondo del business deve tenere conto. Soprattutto ora che con il Pnrr abbiamo davvero l’opportunità di conciliare il bisogno di ritorno alla crescita con la possibilità di rendere più sostenibile la nostra economia».

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