di Matteo Rizzi
Aumentano i rischi da riciclaggio su carte di pagamento estere, Atm non bancari e criptovalute. Necessaria la creazione di una nuova categoria di comunicazioni oggettive e la collaborazione dei circuiti di pagamento con le autorità. Parte il censimento degli operatori cripto. Sono alcune delle novità emerse dal rapporto annuale sull’attività svolta dall’Unità di Informazione Finanziaria della Banca d’Italia nel 2020. L’Uif continua a rilevare il «frequente utilizzo di carte di pagamento emesse da intermediari esteri, anche per realizzare in Italia prelievi frazionati di importo complessivamente significativo. Sono in corso valutazioni per assoggettare tali prelievi a una nuova categoria di comunicazioni oggettive», ha dichiarato il direttore dell’Uif, Claudio Clemente. Per quanto riguarda gli sportelli Atm non bancari, “le debolezze nella tracciabilità si ravvisano, come confermato anche da accertamenti ispettivi, nell’offerta di servizi di erogazione di contante o di cambio di valute virtuali attraverso sportelli automatici da parte di operatori non finanziari esteri senza stabilimento in Italia”. Il forte rischio emerge “tenuto conto della quantità di contanti complessivamente interessata, dell’allocazione di taluni Atm presso tipologie di esercizi particolarmente esposte a infiltrazioni criminali e dell’inadeguatezza del quadro regolamentare”. La Uif ha quindi portato il tema all’attenzione delle autorità nazionali e della Piattaforma delle Fiu (Financial intelligence unit) dell’Unione. «Alla luce di tali criticità, appare sempre più necessario sottoporre i circuiti delle carte di pagamento a forme di collaborazione con le autorità antiriciclaggio” perché “sono nodi in cui vengono centralizzate informazioni utili a fini di prevenzione, non sempre rintracciabili attraverso richieste rivolte a singoli intermediari finanziari».

Il crescente interesse per le criptovalute è anche riflesso nell’aumento delle relative segnalazioni, passate da circa 500 nel 2018 a oltre 1.800 nel 2020. La Uif ha reso disponibile un tracciato segnaletico specifico, ha costituito un apposito centro di competenza per l’analisi delle relative segnalazioni, ha effettuato alcuni accertamenti ispettivi su operatori nazionali del comparto e ha avviato l’acquisizione di evoluti strumenti di analisi della blockchain. I rischi di riciclaggio delle criptovalute, spiega Clemente, «ci hanno indotto a proporre, pure per tale ambito, l’obbligo di segnalazione per le operazioni sospette, quando siano effettuate dal territorio italiano». A breve «dovrebbe essere emanato il decreto ministeriale che avvierà il censimento degli operatori in valuta virtuale destinatari degli obblighi antiriciclaggio».

Le segnalazioni. Nel 2020 le segnalazioni di operazioni sospette (Sos) ricevute dai soggetti obbligati sono state 113.187. Un aumento di 7.400 casi rispetto al 2019 (+7%). L’aumento è ascrivibile interamente a casi sospetti di riciclaggio. Le segnalazioni di operazioni sospette di finanziamento del terrorismo, infatti, sono diminuite a 513 unità (-33,4% rispetto al 2019), anche a causa delle restrizioni alla mobilità durante la pandemia. Nei primi 5 mesi del 2021 la crescita delle segnalazioni di operazioni sospette ricevute è stata ancora più marcata, superando il 30%. Nel 2020 le segnalazioni complessivamente analizzate e trasmesse dalla Uif agli organi investigativi sono state 113.643 (+6,9%).

Nel 2020 le segnalazioni di operazioni sospette connesse alla pandemia sono state 2.277 per oltre 8,3 miliardi di euro. In una prima fase sono state prevalenti le casistiche legate alla compravendita di materiale sanitario e di Dpi cui si sono aggiunti, successivamente, l’erogazione e l’utilizzo incongruo di finanziamenti garantiti o contributi a fondo perduto.

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