La Cina, sola grande economia a registrare un aumento, ha registrato un +2,3% nel 2020  e Coface prevede un’accelerazione del PIL al 7,5% nel 2021, il ritmo più sostenuto dal 2013 e ben al di sopra del minimo del 6% fissato dalle autorità.

In tempi normali, una maggiore crescita economica dovrebbe tradursi in un minor numero di ritardi di pagamento, ma la ripresa è stata disomogenea nei vari settori: lo Studio sui pagamenti delle imprese in Cina 2021 di Coface mostra che i termini di pagamento si sono ridotti in media di 11 giorni nel 2020, scendendo a 75 giorni, mentre la distribuzione dei termini di credito si è orientata verso un periodo più breve che più lungo.

Infine, le imprese hanno anche beneficiato di maggiori misure di sostegno fiscale e monetario l’anno scorso, che dovrebbero essere ulteriormente ridotte quest’anno. Coface prevede un aumento delle insolvenze e dei fallimenti obbligazionari nel 2021, soprattutto tra i settori che hanno accumulato maggiori rischi di cash-flow nel 2020, in un contesto di rallentamento della crescita del credito.

“L’ultimo Studio sui pagamenti delle imprese in Cina 2021 di Coface mostra che le imprese cinesi hanno compiuto i passi necessari per rafforzare la gestione del credito nel 2020 a causa della pandemia di Covid-19. I termini di pagamento sono stati ridotti in molti settori e sono stati impiegati più strumenti di gestione del credito, tra cui l’uso dell’assicurazione dei crediti e dei report informativi, oltre ai servizi di recupero crediti e di factoring. Come risultato, un minor numero di imprese ha registrato ritardi di pagamento nel 2020 rispetto all’anno precedente. Anche se l’evoluzione della pandemia resta incerta e una ripresa economica sostenuta è tutt’altro che garantita, le aziende cinesi sono ottimiste sulle prospettive economiche della Cina: il 73% degli intervistati si aspetta un miglioramento della crescita quest’anno, in netto aumento rispetto al 44% del 2020. Ciò coincide con un maggior numero di imprese che prevede migliori risultati di vendita e maggiore liquidità quest’anno. L’indagine indica inoltre che i rischi di credito si stanno accumulando in settori specifici, che giustificano un attento monitoraggio nei prossimi mesi. La percentuale di imprese nei settori dell’edilizia e dell’energia che ha registrato gravissimi ritardi di pagamento (oltre 180 giorni) per oltre il 10% del fatturato annuo è raddoppiata nel 2020, superando il 60%, il che segnala un aumento dei rischi di liquidità. Questa evoluzione si accompagna all’aumento dei default obbligazionari nella Cina continentale, soprattutto nei settori delle costruzioni e dell’immobiliare. In prospettiva, Coface prevede che i default e le insolvenze di obbligazioni societarie in Cina aumenteranno nel 2021, soprattutto tra i settori che hanno accumulato maggiori rischi di liquidità nel 2020 a causa della pandemia”, ha detto Bernard Aw, Economista Coface per l’Asia-Pacifico.

Un minor numero di imprese ha registrato ritardi di pagamento nel 2020: il 57% degli intervistati ha segnalato pagamenti in ritardo, in calo rispetto al 66% del 2019. La riduzione dei ritardi di pagamento riflette una forte risposta politica del governo per attenuare l’impatto della pandemia sull’attività delle imprese, con il ricorso ad agevolazioni fiscali, garanzie sui prestiti e sgravi sugli interessi sui prestiti. Secondo l’indagine Coface, le imprese di 11 settori su 13 hanno registrato una riduzione dei ritardi di pagamento, nonostante il contesto difficile. Tra questi, legno, farmaceutica, trasporti e ICT hanno registrato i cali maggiori, mentre il commercio al dettaglio è rimasto invariato e l’edilizia ha registrato un aumento dei ritardi di pagamento.

Le difficoltà finanziarie dei clienti sono la causa principale dei ritardi di pagamento. La mancanza di risorse finanziarie è la seconda motivazione più comune – dopo la forte concorrenza – e suggerisce la possibilità che alcune nicchie dell’economia non abbiano accesso alle misure di sostegno del governo.

Con la Cina unica fra le principali economie a registrare un PIL in crescita nel 2020, e i recenti dati economici che mostrano una costante espansione nel 1° trimestre 2021, le imprese sono generalmente ottimiste sulle condizioni economiche, secondo l’indagine. Oltre il 70% degli intervistati si aspetta un miglioramento della crescita nel 2021, in netto aumento rispetto al 44% del 2020. Questo ottimismo è accompagnato da una maggiore quota di imprese che prevedono un aumento delle vendite e della liquidità nei successivi 12 mesi. Dunque, la maggioranza degli intervistati (62%) si aspetta che il proprio business torni ai livelli pre-COVID-19 in meno di un anno, mentre quasi un quarto quantifica tale periodo tra uno e due anni. L’aumento dei prezzi è l’impatto più comune citato dagli intervistati, quasi due terzi dei quali hanno dichiarato che la pandemia ha portato a un aumento dei prezzi delle materie prime, poiché le misure di tutela sanitaria pubblica dei governi hanno ostacolato le catene di approvvigionamento globale.

Nonostante la pandemia, il 47% degli intervistati ha ammesso di non avere utilizzato alcun strumento di gestione del credito per mitigare i rischi di liquidità nel 2020, contro il 40% nel 2019. Allo stesso tempo, una percentuale maggiore ha fatto ricorso a più di uno strumento di gestione del credito. La quota di imprese che utilizzano l’assicurazione dei crediti è aumentata dal 17% nel 2019 al 27% nel 2020, mentre quelle che utilizzano i report informativi erano il 31% nel 2020, in aumento significativo dal 19%. Anche il factoring e il recupero crediti hanno visto un aumento rispetto all’anno precedente, raggiungendo rispettivamente il 10% e il 13%.

A prima vista, non sembra che i risultati della nostra indagine mettano in connessione i rischi di liquidità e insolvenze delle obbligazioni societarie, ma l’esame per settore mostra un legame più significativo. Il trend dei default delle obbligazioni societarie cinesi è in rialzo dal primo caso del 2014, passando da meno di 1 miliardo di dollari nel 2015 al record di 27 miliardi di dollari nel 2020, secondo i dati riportati da Bloomberg. Nei primi quattro mesi del 2021, i default obbligazionari sono aumentati di oltre il 70% a 18 miliardi di dollari, soprattutto nei settori immobiliare, dell’aviazione e dell’elettronica. La nostra indagine indica che molti di questi settori presentano anche elevati rischi di liquidità: il 67% degli intervistati nel settore delle costruzioni dichiara che più del 10% del fatturato annuo è associato a gravissimi ritardi di pagamento, insieme al 29% nell’ICT e al 19% nei trasporti.

In prospettiva, Coface prevede che i default e le insolvenze di obbligazioni societarie aumenteranno nel 2021, soprattutto nei settori che hanno accumulato maggiori rischi di liquidità nel 2020, come indicato nella nostra China Corporate Payment Survey 2021. Si tratta dei settori con la più alta percentuale di gravissimi ritardi di pagamento su oltre il 10% del fatturato annuo, tra cui l’edilizia (67%), l’energia (62%) e il retail (30%).

“Dallo studio di Coface sui pagamenti delle imprese in Cina emerge come, grazie anche alla ripresa del PIL nel 2020, le aziende cinesi siano tendenzialmente ottimiste di poter recuperare le condizioni pre-crisi e livelli di vendite più elevati. Allo stesso tempo, se si analizza lo scenario per settore, è importante notare invece come alcuni comparti siano tuttora in difficoltà: costruzioni, ICT e trasporti mostrano elevati rischi di liquidità, dovuti anche a gravi ritardi di pagamento. Continuare ad analizzare e monitorare lo scenario macro-economico dei paesi in cui opera Coface, ci consente di avere una visione costantemente aggiornata di come i diversi settore di business stia affrontando il periodo post-pandemico”, ha commentato Ernesto De Martinis, Ceo di Coface in Italia e Head of Strategy Regione Mediterraneo & Africa.