Generali non investe e non investirà in bitcoin e nelle criptovalute in generale, a causa delle difficoltà legate alla valutazione del rischio di queste asset class: lo ha affermato l’a.d. Philippe Donnet durante un’intervista in streaming. «Come Generali noi non investiamo in criptovalute, e nemmeno io come cittadino. Quando si guarda all’economia globale è già molto difficile capire cosa accadrà sui tassi d’interesse e sull’inflazione, che sono concetti base. Per le criptovalute è ancora più complicato». In ogni caso, ha aggiunto Donnet, «non possiamo ignorarle perché sono un fenomeno reale, dobbiamo capirle. Noi non vogliamo investire in criptovalute fondamentalmente perché non riusciamo a valutare correttamente quale sia il rischio associato, è difficile valutarlo».

Diverso è il tema della tecnologia blockchain, alla base anche dei bitcoin, in cui la compagnia triestina e il sistema assicurativo nel suo insieme stanno investendo «significativamente, perché avrà un ruolo chiave nel gestire i flussi di denaro» e sarà cruciale per i prodotti e i servizi assicurativi.

Il numero uno del Leone si è quindi soffermato sul tema degli investimenti green, spiegando che il comparto assicurativo europeo deve convincere i regolatori a disegnare un quadro normativo coerente con una ripresa verde e sostenibile. «Abbiamo un dialogo molto positivo con i regolatori politici a livello europeo e italiano. Dobbiamo vedere con loro qual è il costo di capitale per gli investimenti green. Oggi non c’è un costo del capitale diverso tra un investimento verde e uno non green. Come Generali chiediamo che i green bond siano una asset class speciale che benefici di alcune agevolazioni di capitale: un’idea che abbiamo proposto ai regolatori e alla Commissione Ue».

© Riproduzione riservata
Fonte: