Nel I trimestre 2020 il saldo tra entrate (premi) e uscite (pagamenti per riscatti, scadenze, rendite e sinistri) del mercato vita in Italia è stato pari a € 5,7 mld, il risultato più basso rispetto al I trimestre degli ultimi sei anni 2014-2019, in calo dell’11,3% rispetto all’analogo periodo del 2019.

E’ quanto emerge dalla statistica pubblicata dall’ANIA.

Tale risultato è stato determinato dal decremento del volume dei premi, principalmente dovuto alla raccolta negativa di ramo I che ha annullato quella positiva di ramo III, e da un lieve calo del totale onere sinistri, derivato dai minori importi usciti per scadenze e rendite maturate di ramo I.

Analizzando gli andamenti nei singoli trimestri, si osserva come il flusso netto realizzato nel I trimestre dell’anno sia più che dimezzato rispetto al trimestre precedente, dovuto principalmente al saldo delle polizze di ramo I inferiore di quasi € 4 mld e a quello delle polizze di ramo III inferiore di € 2,3 mld.

Nel I trimestre dell’anno il volume dei premi contabilizzati è stato pari a € 26,2 mld, in calo del 3,3% rispetto al corrispondente trimestre dell’anno precedente, quando la raccolta premi era invece in lieve crescita (+0,5%) rispetto al 2018. L’84% dei premi è generato dall’emissione di nuovi contratti o dall’introito di premi unici aggiuntivi relativi a polizze già in essere, in calo del 7,2% rispetto al I trimestre 2019 (percentuali ricavate utilizzando i dati della rilevazione associativa mensile sulla nuova produzione vita). L’ammontare dei premi contabilizzati risulta costituito per l’82% da premi unici (in calo del 2,7% rispetto al I trimestre 2019), e per il restante 18% da premi periodici, di cui il 3% sono premi di prima annualità (-27,9%) e il 15% premi di annualità successive (+1,0%). Valutando i premi mediante una misura che consente di standardizzare l’ammontare di premi unici e periodici, come l’Annual Premium Equivalent (APE) – pari alla somma tra premi annui, considerati per il 100% del loro importo, e premi unici divisi per la durata dei relativi contratti convenzionalmente posta pari a 10 anni – la variazione del volume premi passerebbe da -3,3% a -5,0%.

Nei primi tre mesi del 2020 l’ammontare complessivo delle uscite è risultato in lieve calo (-0,8%) rispetto al corrispondente periodo del 2019 e pari a € 20,5 mld. La quota prevalente delle uscite è derivata dai riscatti e dagli altri rimborsi, pari al 55% dei pagamenti complessivi e in aumento del 5,6% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente (in controtendenza rispetto alle variazioni negative registrate in tutto il 2019); le scadenze e le rendite maturate, comprensive della variazione delle riserve per somme da pagare, hanno raggiunto un’incidenza pari al 30% delle uscite totali, a fronte di un ammontare in calo del 13,5% rispetto ai primi tre mesi del 2019. Il restante 15% è costituito invece dagli importi dei sinistri per decesso e altri eventi attinenti alla vita umana coperti dalle polizze vita, che hanno registrato un incremento annuo del 6,6%.

Un’analisi più approfondita dei dati evidenzia che il 70% delle imprese, rappresentative dell’80% del mercato in termini di premi contabilizzati 2019, ha registrato nel I trimestre 2020 un flusso netto positivo e che il 57% (per una quota premi pari al 55%) ha ottenuto un risultato migliore della media dell’indice (0,78%) calcolato rapportando il flusso netto totale alla giacenza media delle riserve complessive.

Le riserve tecniche vita alla fine del I trimestre dell’anno sono state pari a € 723,9 mld, in aumento del 3,3% rispetto al corrispondente periodo del 2019 ma in calo dell’1,7% rispetto alla fine del trimestre precedente. In particolare, il 74% delle riserve complessive di fine anno deriva da impegni assunti nel ramo I mentre il 20% è afferente a polizze di ramo III. Analizzando la concentrazione delle riserve tecniche tra le compagnie di assicurazione operanti in Italia alla fine del I trimestre 2020, si osserva che circa la metà dell’intero ammontare (48,8%) è detenuto dalle prime cinque compagnie, mentre se si considerano anche le successive cinque si arriva a sfiorare il 70%. La variazione dello stock delle riserve rispetto alla fine dell’esercizio 2019 è stata negativa per € -12,9 mld, nonostante un flusso netto del settore vita positivo per € 5,7 mld, a causa della forte svalutazione delle masse gestite di ramo III (non si sono mai registrate variazioni negative così significative).

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