L’avvio dei Pir alternativi rilancia il ruolo dei fondi pensione nell’economia reale. Gli interventi varati per incentivare questo obiettivo sono molteplici
di Carlo Giuro

Il decreto Rilancio introduce, recependo la proposta di Assogestioni, i nuovi Piani Individuali di Risparmio (Pir) alternativi che si affiancano ai tradizionali piani di risparmio a lungo termine già presenti nell’ordinamento italiano. L’obiettivo è quello di incentivare gli investimenti, sia in capitale di rischio che in capitale di debito, nell’economia reale e, in particolare, nel mondo delle società non quotate, potenziando la capacita di tali strumenti di investimento di convogliare il risparmio privato verso il mondo delle imprese. Lo stesso Paolo Savona, presidente della Consob, nella sua ultima relazione annuale ha ribadito la necessità di indirizzare la ricchezza degli italiani per la ripresa del Paese.
In questa direzione si colloca anche il tema del ruolo che possono interpretare gli investitori previdenziali nel sostenere lo sviluppo economico, essendo fondi pensione e casse di previdenza portatori di quello che si definisce come capitale paziente, con orizzonte temporale di riferimento di medio-lungo periodo e stabilità di prospettiva. Quale è il quadro attuale? Attingendo a dati Covip, l’autorità di vigilanza dei fondi pensione, presieduta da Mario Padula, gli investimenti domestici delle Casse ammontano a 35 miliardi di euro, il 40,2% delle attività, in calo dello 0,2% rispetto al 2017; gli investimenti non domestici si attestano a 38,2 miliardi di euro, corrispondenti al 43,9% del totale (+0,6% sul 2017). Gli investimenti in Italia dei fondi pensione si attestano a 36,7 miliardi di euro, mentre quelli non domestici totalizzano 83,1 miliardi di euro. Quali sono le direttrici di marcia?
Tra gli interventi recenti va ricordato come la legge di Bilancio 2019 abbia modificato il limite percentuale dell’attivo patrimoniale, risultante dal rendiconto dell’esercizio precedente, che i fondi pensione e le casse professionali possono complessivamente destinare agli investimenti qualificati e ai piani individuali di risparmio, elevandolo dal 5 al 10%. Si è poi ampliata la tipologia degli investimenti qualificati, ai quali si applica il regime di esenzione dall’imposta sui rendimenti. In particolare, sono inseriti tra gli investimenti qualificati anche le quote o azioni di fondi per il venture capital residenti nel territorio dello Stato, o in Stati membri Ue o in Stati aderenti allo Spazio economico europeo. Con il decreto fiscale dal 1° gennaio 2020 si è specificato in primo luogo che alle casse di previdenza e ai fondi pensione non si applicano le disposizioni relative all’unicità del pir secondo cui ciascuna persona fisica non può essere titolare di più di un piano di risparmio a lungo termine e ciascun piano di risparmio a lungo termine non può avere più di un titolare; tale limite non si applica quindi agli enti gestori di forme di previdenza obbligatorie e di previdenza complementare.
Si istituisce poi una sezione speciale del Fondo per la garanzia delle pmi per far fronte alla concessione delle garanzie richieste dai fondi pensione che intendano investire risorse per la capitalizzazione e la ripatrimonializzazione delle micro, piccole e medie imprese, nell’ambito di apposite iniziative avviate dalle pubbliche amministrazioni che verranno individuate con decreto del presidente del Consiglio dei Ministri, di concerto con il ministro del Lavoro, e delle politiche sociali. Quest’ultimo si avvale anche delle attività di analisi e studio del Comitato per la promozione e lo sviluppo della previdenza complementare che era stato istituito in data 21 febbraio 2011 (Previdenza Italia) con la partecipazione dei rappresentanti delle associazioni dei fondi pensione.
Ulteriori attribuzioni sono poi date al predetto Comitato, come la realizzazione e promozione di iniziative di informazione e formazione finanziaria, previdenziale, assistenziale e di welfare, finalizzate a favorire la crescita del numero dei soggetti che aderiscono alle forme complementari di previdenza, assistenza e welfare in genere. E’ stato poi lanciato da Cassa Depositi e Prestiti, Assofondipensione e Fondo Italiano d’Investimento Sgr il progetto Economia Reale il cui obiettivo è quello di favorire l’investimento delle forme pensionistiche complementari nelle aziende italiane nel rispetto dei limiti della diversificazione di portafoglio e del controllo del rischio. Si intende facilitare poi l’afflusso di investimenti verso l’economia nazionale attraverso una piattaforma, costituita da fondi di fondi, gestita dal Fondo Italiano di Investimento Sgr (FII Sgr), che investirebbe in fondi di private equity, private debt, nonché potenzialmente in altre asset class.
L’obiettivo di raccolta dai fondi pensione è di almeno 500 milioni di euro, cui si aggiungerebbero anche le risorse che, coerentemente alla propria mission istituzionale, Cassa Depositi e Prestiti potrà investire al fianco dei fondi pensione nella piattaforma gestita da FII Sgr. Va ricordato anche come nella prospettiva di favorire l’investimento nell’economia italiana si pone anche il progetto di costituire un fondo pensione pubblico gestito dall’Inps presentato dal presidente dell’ente previdenziale, Pasquale Tridico. (riproduzione riservata)

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