Selezione di notizie assicurative da quotidiani nazionali ed internazionali

 

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Le restrizioni imposte dall’emergenza sanitaria Covid hanno comportato «una drastica mutazione delle modalità operative delle imprese di assicurazione. Sin dall’inizio della pandemia, quasi tutto il settore assicurativo si è attivato per garantire ai propri dipendenti, alla rete distributiva e agli assicurati, il massimo supporto senza perdere di vista la continuità aziendale», ha detto Umberto Guidoni, direttore business dell’Ania, relatore del Seminario web di Assinews Covid-19 e Assicurazioni.
Prova consensi dentro e fuori il Parlamento l’idea di un ingresso di Cassa Depositi e Prestiti nel capitale di Generali con intento dissuasivo verso possibili operazioni ostili dall’estero, anticipata ieri da MF-Milano Finanza. Piace l’idea che lo Stato, attraverso la mediazione di una società fuori dal perimetro pubblico in senso stretto come Cassa Depositi e Prestiti, rilevi un pacchetto di azioni utile ad avere informazioni di prima mano sulle gestione della prima compagnia di assicurazione italiana. Specie in un momento come questo, dove le mire di Delfin su Mediobanca prometto di cambiare gli equilibri anche a Trieste. Ne è convinto Sergio Corbello, presidente di Assoprevidenza: «Sono sempre stato e resto un liberale ma vedrei positivamente un ingresso indiretto dello Stato in Generali. Penso a una partecipazione che permetta di nominare un consigliere o un sindaco, così da disporre di un osservatore in grado di conoscere direttamente cosa succeda all’intero della prima compagnia italiana, che, tra l’altro, ha un azionariato contendibile, dove per decidere basta molto meno del 50%», dice. I fondi pensione, soprattutto preesistenti, e le casse professionali «sono storici investitori di qualche peso della compagnia triestina.
L’Ocse prevede una contrazione del 6% del pil globale nel 2020 a causa della crisi pandemica, con un rimbalzo del 5,2% nel 2021. Ma nel caso di una seconda ondata di contagi il crollo sarà del 7,6% su scala globale (+2,8% nel 2021) e dell’11,5% nell’Eurozona (+3,5% nel 2021), che subirebbe la contrazione più acuta tra le gradi aree economiche. Il pil dell’area euro dovrebbe precipitare del 9,1% se si evitasse il ritorno del virus, con un +6,1% nel 2021. Mentre il pil negli Stati Uniti è visto in calo del 7,3% senza ripresa del Covid e dell’8,5% nello scenario peggiore (+4,1% e +1,9% nel 2021) e in Giappone rispettivamente del -6% e del -7,3%. «L’impatto economico di blocchi rigorosi e relativamente lunghi in Europa sarà particolarmente duro», avverte l’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico nell’Economic outlook diffuso ieri. Il pil della Cina sarà il meno colpito, con una diminuzione del 2,6% (+6,8% nel 2021) e del 3,7% (+4,5% nel 2021) con la ripresa del virus. Le economie emergenti come Brasile, Russia e Sudafrica nel frattempo affrontano particolari sfide dei sistemi sanitari con in più le difficoltà causate da un crollo dei prezzi delle materie prime e le loro economie sono viste in discesa nel 2020 del 7,4%, 8% e 7,5% (-9,1%, -10% e -8,2% in caso di doppia ondata). Fino a quando non sarà stato trovato un vaccino «l’economia globale camminerà su una corda», avverte l’Ocse.
  • Auto appesa a 300 mila patenti
Al tracollo del mercato dell’auto si aggiunge quello delle patenti e così la frittata è fatta su un settore che vale l’11% del pil. Sono infatti ben 300 mila i permessi di guida congelati causa Covid nel 2020. Ossia tutti potenziali acquirenti che in parte potrebbero spingere le nuove immatricolazioni di Fca e di tutte le altre case, dando ossigeno al settore dell’automotive. I numeri dell’impatto pandemia sono spietati: ad aprile 2020 c’è stato un crollo delle immatricolazioni rispetto allo stesso mese del 2019: -97,5% per le auto, -90% per i veicoli commerciali, -62%% per gli autocarri. Da un lato, la politica sta correndo ai ripari, ad esempio con l’emendamento al Decreto Rilancio, di cui è relatore il Pd Fabio Melilli, per introdurre uno sconto fino a 4.000 euro per l’acquisto di una vettura nuova euro 6 entro fine 2020, che scende a 2.000 nel 2021, a fronte della rottamazione di un usato con almeno 10 anni (metà incentivo statale e metà concessionario). Dall’altra, però, la situazione degli esami e delle revisioni sta mettendo in difficoltà i cittadini. Il lockdown ha bloccato un po’ tutti i motori. Le ultime circolari della Motorizzazione Civile di Roma lo confermano e rappresentano un percorso a ostacoli per utenti e scuole guida

I dati relativi alle denunce di infortunio da Covid-19 confermano la scelta dell’Inail di attribuire la presunzione di esposizione a determinate categorie professionali, in particolare agli operatori sanitari, in relazione al livello di rischio dei luoghi di lavoro
A sostenerlo è Patrizio Rossi, Sovrintendente Sanitario Nazionale Inail che sarà tra i relatori del Seminario web di Assinews «Covid-19 e Assicurazioni. La responsabilità del datore di lavoro per i danni da contagio e la tutela di chi si ammala«, in programma oggi.
Stiamo attraversando come paese una fase delicata, la diffusione di un virus che sta mettendo a dura prova il sistema economico, dalle imprese ai professionisti. Non è noto quali saranno gli strumenti migliori per poter affrontare tale situazione e, soprattutto, per porre le fondamenta più adatte a quello che potrà essere lo scenario futuro delle aziende, ma una cosa è certa, la storia insegna che non c’è crisi che non richieda un cambiamento «di passo» per poter essere affrontata e, auspicabilmente, essere superata. Per trasformare l’attuale stato di shock in spinta evolutiva non si può che iniziare analizzando le passate performance economiche, finanziarie e patrimoniali, per essere poi in grado di mutuarle in nuovi assetti strategici, nuovi modi di fare impresa: uno sguardo sì al passato, ma con la volontà di costruire una organizzazione che guardi a scenari futuri diversi da quelli immaginati ad inizio 2020. Occorre testarsi come azienda resiliente, come una realtà che possa essere contemporaneamente: rapida, robusta, intraprendente. Rapida nel repentino intervento dopo lo shock, con una robusta tempra data dalle risorse nell’organico aziendale ed infine intraprendente, pronta a prendere decisioni inedite, inaspettate, innovative. La sottile linea che separa l’intraprendenza dall’imprudenza è rappresentata dalla centralità delle procedure, dei processi di lavoro, del sistema di deleghe e dell’organigramma aziendale, in altre parole, del proprio modello organizzativo. Un ottimo strumento che oramai ha compiuto la maggiore età, è rappresentato dal Modello organizzativo dlgs 231/2001.
  • Zone rosse, Conte dai pm di Bergamo
I pm di Bergamo sentiranno a Roma, come persone informate sui fatti, il presidente del consiglio, Giuseppe Conte, e i ministri della Salute, Roberto Speranza, e dell’Interno, Luciana Lamorgese, nell’ambito dell’inchiesta sulla mancata istituzione della zona rossa nei comuni di Nembro e Alzano Lombardo. «Le cose che dirò al Pm come persona informata sui fatti non le posso anticipare. Riferirò doverosamente tutti i fatti a mia conoscenza. Non sono affatto preoccupato, non è un atteggiamento di arroganza o sicumera. Non commento le dichiarazioni del procuratore, ci confronteremo venerdì, riferirò tutti i fatti di cui sono a conoscenza, in piena serenità», ha dichiarato Conte. Lega all’attacco, dopo le accuse che sono state mosse al governatore della Lombardia, Attilio Fontana. Matteo Salvini: «Chi ha sbagliato paghi». Intanto a Bergamo si è svolta la protesta dei parenti delle vittime da coronavirus che hanno presentato già 50 denunce in Procura sulla gestione della crisi sanitaria. «Ci sono responsabilità politiche», hanno attaccato i manifestanti, «sono stati fatti trascorrere 15 giorni criminali»

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  • L’inchiesta sui ritardi nelle zone rosse ad Alzano e Nembro Il pm sentirà Conte
Il coronavirus arriva in tribunale, ed è solo all’inizio. Però l’inizio è con il “botto”. Perché a fare da grancassa, anche mediatica, sono i nomi: per ora persone semplicemente informate dei fatti. Il premier Giuseppe Conte, il ministro dell’Interno Luciana Lamorgese, il ministro della Salute Roberto Speranza. E – a seguire -, il direttore dell’Iss, Silvio Brusaferro, e il consulente del governo, Walter Ricciardi. Cinque big che, a partire da domani, saranno ascoltati dai magistrati della procura di Bergamo (pool guidato dal pm Maria Cristina Rota) impegnati in una delle inchieste più delicate sulla gestione dell’emergenza Covid 19 in Italia. Il focus dell’inchiesta bergamasca – con l’epidemia colposa come ipotesi di reato – è la mancata istituzione della zona rossa ad Alzano Lombardo e Nembro. Il tristemente noto focolaio della valle Seriana. Che, a differenza delle misure adottate a Vo’ Euganeo e Codogno, non è stato isolato alla fine di febbraio ma solo l’8 marzo, con tutta la Lombardia: e così il virus ha continuato a circolare, contagiare, e mietere vittime.
  • Il comitato delle vittime “Mio padre morto senza cure e terapia intensiva”
Sui gradoni del vecchio tribunale di Bergamo, con altre decine di parenti di vittime Coronavirus, c’è anche lei: Cristina Longhini, 39 anni, bergamasca, farmacista. Insieme a Luca Fusco è una delle promotrici del comitato “Noi denunceremo” (“verità e giustizia per le vittime del Covid”). Uno dei cinquanta esposti depositati ieri in procura – ma in tutto sono oltre 200, da varie Regioni – è firmato da lei. Riguarda il decesso del padre, Claudio Longhini, morto a 65 anni il 19 marzo all’ospedale di Bergamo. «Perchè come tutti i parenti voglio che la procura faccia luce su quelle che per noi sono state carenze del sistema sanitario ».
  • L’Ocse all’Italia “Se torna il virus il Pil crolla del 14%”
Sullo scenario peggiore, cioè quello di una seconda ondata di contagi in autunno, è meglio chiudere gli occhi. Se questa malaugurata circostanza si verificasse, ed al momento i virologi sembrerebbero cautamente ottimisti, l’Ocse prevede, nell’Economic Outlook diffuso ieri, un quadro drammatico per l’Italia. Il Pil di quest’anno, che nel caso di una ritirata del virus oggi viene calcolato dall’istituzione di Parigi in contrazione dell’11,3 per cento, nella eventualità di una seconda ondata e di un secondo lockdown scenderebbe del 14 per cento. Che la situazione rischi seriamente di colpire il tenore di vita degli italiani lo dimostra il dato del Pil pro-capite che è tornato ai livelli del 1993, 27 anni fa. Anche la disoccupazione è in salita: quest’anno tornerà a doppia cifra al 10,1 per cento. La finanza pubblica, entrerebbe in uno scenario piuttosto pericoloso ed inedito: il rapporto debito-Pil nel 2020, nel caso l’epidemia rientri nelle prossime settimane, raggiungerebbe il 158,2 per cento mentre nel caso della seconda ondata toccherebbe 169,9 per cento del Pil.

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  • I pm convocano il governo Conte: io sereno sulla zona rossa
I referenti del comitato nato a Bergamo per le vittime del Covid lo dicono chiaro: «Sulla mancata zona rossa a Nembro e Alzano il balletto tra Regione e governo fu indecente». Parole pronunciate di prima mattina fuori dalla Procura, prima di presentare 50 esposti, quando ancora non si sa che la magistratura, proprio quella di Bergamo, ha deciso di andare fino in fondo, su quella mancata chiusura che avrebbe potuto scattare anche pochi giorni dopo Codogno, e invece fu sempre rinviata, annullata: il procuratore aggiunto Maria Cristina Rota è a Roma con due sostituti e con un investigatore della sezione di polizia giudiziaria, per sentire il presidente del Consiglio Giuseppe Conte, i ministri dell’Interno Luciana Lamorgese e della Salute Roberto Speranza, proprio su quel punto, la mancata zona rossa e i giorni persi tra fine febbraio sul provvedimento, che finì nel nulla. Domani toccherà al premier. Lui e i ministri saranno sentiti come persone informate sui fatti: «Riferirò doverosamente tutto ciò che è a mia conoscenza — ha commentato Conte —. Non sono affatto preoccupato, non è arroganza o sicumera». Già dieci giorni fa il procuratore aggiunto di Bergamo, interpellata sulla zona rossa, aveva detto: «Da quel che ci risulta è decisione del governo». «Non commento quelle parole, ci confronteremo venerdì in piena serenità», ha concluso il presidente del Consiglio.
  • I medici della Lombardia: «È legittimo avere dubbi su quei giorni»
I dottori condividono la denuncia dei parenti delle vittime del Covid-19 in Procura a Bergamo. «È del tutto legittimo che i parenti si facciano delle domande, sarà la magistratura a valutare le criticità emerse», dice Gianluigi Spata, presidente dell’Ordine dei medici della Lombardia. Spata, in prima linea come medico di famiglia, ha vissuto personalmente la malattia arrivando lui stesso «alle soglie della terapia intensiva». «Anche noi medici siamo stati penalizzati non poco dalle insufficienze del sistema», ragiona. E aggiunge: «Sono stati abbandonati dei pazienti: se non si va a casa loro, per vedere come stanno, se peggiorano o migliorano, la situazione si fa per forza critica. Se avessimo avuto i presidi giusti, qualche paziente si sarebbe salvato, avremmo avuto minori ricoveri in unità intensiva, che a loro volta mandavano in collasso gli ospedali, la cui organizzazione è stata stravolta».
  • Generali, l’ipotesi di Cdp nell’azionariato
Cdp socio di Generali come “sentinella” italiana? Premesso che per la Cassa depositi e prestiti sono stati immaginati tutti i ruoli possibili, e che per il Leone sono state ipotizzate le scalate anche impossibili, l’idea circola negli ambienti politici. E in particolare, come ha indicato «Mf» ieri, un embrione di ipotesi alberga nel Movimento Cinque Stelle. L’idea partirebbe da due considerazioni. Generali è strategica, una delle poche multinazionali italiane, con in portafoglio Btp per 60 miliardi. Leonardo Del Vecchio, che ha il 5% di Generali e il 10% di Mediobanca (socio principale a Trieste con il 13%) e ha chiesto a Bce l’ok a salire fino al 20%, ha sottolineato di guardare alla compagnia di assicurazioni ma non ha chiarito i piani. E ha forti legami con la Francia (ha unito la sua Luxottica a Essilor e ha importanti interessi immobiliari Oltralpe), anche se ha fatto sapere di puntare allo sviluppo di Generali senza unirla con Axa o Allianz.

  • Imprese, rischio 231 escluso se in regola con i protocolli
  • Azimut, raccolta maggio a 261 milioni
Il Gruppo Azimut ha registrato nel mese di maggio 2020 una raccolta netta positiva per 261 milioni di euro, raggiungendo così quasi 1,5 miliardi da inizio anno. Il totale delle masse comprensive del risparmio amministrato si attesta a fine maggio a 54,5 miliardi, di cui 42,1 miliardi fanno riferimento alle masse gestite.
  • Un’auto connessa e intelligente pronta per la ripartenza
Prima che l’automobile arrivi a muoversi autonomamente, senza aver bisogno di un persona che la guidi, arriverà a decidere da sola quando ci sarà bisogno di un intervento di manutenzione per evitare di lasciarci a piedi in mezzo all’autostrada. O potrà comunicare con le altre macchine per decidere da sola quale strada scegliere per evitare ingorghi. Ma più semplicemente ci permetterà di regolare da remoto la temperature dell’abitacolo, oppure ci metterà nelle condizioni di ordinare cibo o di pagare il pieno direttamente dal cruscotto. L’auto potrà essere pagata sulla base dell’effettivo utilizzo oppure l’in-car purchase potrà permettere di estendere automaticamente alcune funzionalità, per esempio l’upgrading del livello di guida autonoma come già predisposto da Tesla.

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Le controversie in buona fede sulla copertura delle interruzioni di attività legate alla pandemia non devono essere discusse in tribunale.
John Houghtaling, II, avvocato di Gauthier Murphy & Houghtaling, in Louisiana, che rappresenta il Business Interruption Group, la scorsa settimana ha detto a Carrier Management che l’idea di un programma di sovvenzioni federali, che rimborserebbe gli assicuratori che pagano volontariamente le richieste di risarcimento per l’interruzione dell’attività in caso di pandemia, presentate nell’ambito di polizze con esclusione dei virus, è una proposta vantaggiosa per tutti, che egli ritiene verrà presto introdotta come progetto di legge.

  • MiFID II: l’Authority francese chiede più trasparenza
L’AMF ha risposto ad una consultazione della Commissione Europea su una revisione della Direttiva MiFID II.
Dalla sua entrata in vigore il 2 gennaio 2018, la direttiva MiFID II ha causato un vero e proprio big bang sui mercati aumentando la trasparenza e proteggendo meglio gli investitori. Ma i professionisti del mercato l’hanno trovata indigesta. Soprattutto, ha avuto effetti collaterali su alcune attività. Nell’ambito della consultazione condotta dalla Commissione Europea, l’Autorité des marchés financiers (AMF) ha avanzato una serie di proposte mirate.