Selezione di notizie assicurative da quotidiani nazionali ed internazionali


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I professionisti con cassa seguono le regole dei dipendenti dell’Inps, ai fini del pensionamento in regime di cumulo contributivo. Per avere la pensione di vecchiaia cumulando ai contributi della cassa quelli versati all’Inps, infatti, devono attendere la maturazione dei requisiti (età e contributi) previsti per la generalità dei lavoratori dipendenti dell’Inps (67 anni e 20 anni di contributi nel 2020), anche se la cassa fissa requisiti inferiori. Lo precisa l’Inps nel messaggio n. 2053/2020, in cui raccoglie 25 risposte a quesiti sul pensionamento in regime di cumulo (ex legge n. 228/2012 e legge n. 232/2016).
La cassa… può attendere. La facoltà di cumulo (si veda altro servizio in pagina) può essere esercitata per la liquidazione della pensione di vecchiaia a condizione che la persona interessata sia in possesso dei requisiti di età e contributi previsti per la generalità dei lavoratori dipendenti (pensione vecchiaia Inps). Per la «costituzione» di tutta l’intera pensione (modalità a «formazione progressiva»), la persona deve attendere poi la maturazione dei requisiti (per la pensione di vecchiaia) fissati da ogni singola gestione coinvolta nel cumulo. Che cosa succede se una cassa prevede dei requisiti più brevi (cioè che danno prima diritto alla pensione di vecchiaia rispetto ai requisiti Inps)? In tal caso, spiega l’Inps, per avvalersi del cumulo occorre comunque attendere la maturazione dei requisiti per la pensione di vecchiaia Inps.
La delega alla gestione dei rifiuti aziendali conferita dal titolare dell’impresa al suo collaboratore non comporta un mutamento del centro di responsabilità per gli eventuali illeciti ambientali posti in essere, ma al contrario configura un allargamento del novero dei soggetti che possono, a diverso titolo, essere chiamati a risponderne. Delegante e delegato, infatti, sono entrambi obbligati a vigilare sul rispetto delle norme di settore, seppur sotto diversi profili e limiti. A far luce sulla catena di responsabilità aziendali nell’ambito della gestione dei rifiuti sono tre pronunce della Suprema corte di cassazione che si sono succedute a stretto giro tra il marzo e il maggio 2020.
Il giudice non può liquidare il danno in un separato giudizio a fronte di una domanda specifica di risarcimento: lo ha chiarito la Corte di Cassazione nell’ordinanza n. 10323 del 2020 intervenendo sul ricorso di un professionista (nella specie un architetto) avverso la decisione di merito. In particolare, in appello, in parziale riforma di quanto statuito in primo grado, si era deciso per la condanna dello stesso professionista al risarcimento del danno causato ad una banca per l’errata relazione tecnica svolta: l’architetto aveva omesso di segnalare con ciò realizzando «una condotta negligente» il vincolo di inedificabilità di un immobile, vincolo peraltro facilmente conoscibile perché trascritto nei Registri Immobiliari e notificato alla proprietaria.

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Le nuove regole sulle remunerazioni hanno fatto emergere una quota crescente di voti contrari dei grandi soci in assemblea. Con esiti spesso diversi su bonus e stipendi
virtuali nella pratica, ma reali negli effetti. Le assemblee al tempo del Covid hanno avuto rituali stravolti ma, prima sorpresa, non hanno visto nessuna diserzione significativa da parte dei soci. In media, la partecipazione è stata pari al 67.7% del capitale per le società comprese nel Ftse Mib, contro il 68,4% dell’anno prima
Non si placano le polemiche sulle falle nel patrimonio che hanno spinto l’Ivass a chiedere la ricapitalizzazione da 500 milioni. Operazione non facile in una cooperativa in cui il socio Warren Buffett ha già perso 61 milioni

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  • I familiari delle vittime: pronte le prime 50 denunce
Una valanga di esposti. Saranno presentati mercoledì alla Procura di Bergamo dai familiari di vittime del Coronavirus. Cinquanta le denunce iniziali, ma il numero è destinato rapidamente a moltiplicarsi raggiungendo la cifra di duecento e forse di più. Questo perché all’iniziativa del comitato «Noi denunceremo», presieduto da Luca Fusco, commercialista di Brusaporto — 6 mila abitanti in Val Cavallina, nella Bergamasca — al quale il Covid ha portato via il papà Antonio, stanno rapidamente aderendo molte persone. Esposti firmati da chi ha perso genitori, fratelli, parenti vicini. Pazienti ricoverati in ospedale o ospiti nelle Rsa. O che sono morti in casa perché era troppo tardi per portarli in ospedale. Il coordinatore di «Noi denunceremo» chiarisce «che nelle indagini penali la responsabilità è personale. Per questo nei nostri esposti abbiamo sempre specificato — puntualizza Fusco — che il personale sanitario non c’entra. Noi stiamo con medici e infermieri. Il problema è complessivo è consiste nel fatto, tra i tanti, che di ambulanze ce ne fossero cento quando ne servivano 500. Oppure nella carenza di posti letto che a lungo non ci sono stati: quello che chiediamo è semplicemente la verità».

La richiesta di Leonardo Del Vecchio per salire nel capitale di Piazzetta Cuccia rilancia suggestioni e progetti nel confronto con la situazione continentale delle assicurazioni. E oggi Trieste esprime una forza patrimoniale in linea o migliore di quella dei due colossi-rivali, Axa e Allianz. Gli spazi per un polo nazionale
  • Un miliardo sulla banca ma strategia coperta
Appuntamento a fine estate con la BCE per Mister Luxottica. E poi si parlerà di nomi e liste per il Board.
  • Lavoro e pensioni, bilancio amaro
All’Inps mancheranno 49 miliardi. Ecco la stima, nel peggiore dei casi, del disavanzo 2020 per l’Istituto di Previdenza sociale. Un conto che include almeno 1 milione e mezzo di disoccupati che non verseranno più e che avranno bisogno dei vari sussidi previsti dai recenti decreti

  • Risarcimento danni da emergenza: stress test per ospedali, cliniche e medici
Il Covid-19 si prepara ad avere importanti riflessi economici e giudiziari nei molteplici settori che impegnano direttamente o trasversalmente la sanità italiana. Le modalità e i tempi con cui la pandemia è stata affrontata e gestita sono infatti oggetto di contestazioni da parte dei pazienti o dei loro eredi: già si stanno profilando azioni contro il mondo sanitario per chiedere conto del trattamento ricevuto. I risvolti giudiziari della grave emergenza sanitaria saranno guidati dai canoni della responsabilità introdotti dalla legge 24/2017 (Gelli-Bianco), che ha modificato anche la struttura del processo civile sanitario. Vediamo allora quali sono i profili di responsabilità che si possono immaginare per gli operatori e le aziende sanitarie. I medici, chiamati da mesi a un massimo sacrificio sotto ogni profilo, anche personale, appaiono oggi ancor di più l’avanguardia di un sistema sanitario che ha mostrato nelle scorse settimane le crepe ma al tempo stesso le potenzialità dei meccanismi di tutela verso la collettività, benché sottoposto a uno stress test senza precedenti.
  • Aziende sanitarie senza tutele dalle assicurazioni
Nel calcolo delle ricadute economiche e sociali della pandemia va senz’altro incluso anche il costo dei danni che dovranno essere risarciti alla fine del percorso giudiziario e nelle ipotesi di comprovata responsabilità delle strutture coinvolte in prima linea. Le imprese di assicurazione da tempo (complice l’elevato costo del settore, in termini di rapporto tra premi e sinistri) appaiono assai “fredde” nell’offrire coperture alle aziende sanitarie e ai singoli professionisti e, inevitabilmente, i riflessi di questa grave crisi (e gli eventuali profili di responsabilità che ne dovessero discendere) indurranno a una ancor maggiore prudenza in futuro, magari contenendo il rischio garantito con apposite clausole o limiti patrimoniali. Va da sé che, quando l’ombrello di una garanzia patrimoniale manca o è fortemente ridotto, il costo dei risarcimenti si riflette principalmente sui bilanci delle aziende sanitarie.

  • Il ramo “non autosufficienza” dovrebbe nascere rapidamente
Non hanno voluto aspettare il bilancio della previdenza sociale in autunno per votare la creazione di un quinto ramo della previdenza sociale dedicato alla perdita di autonomia. Mentre i due progetti di legge relativi al debito sociale arrivano lunedì in prima lettura in una commissione speciale dell’Assemblea nazionale, i relatori vogliono modificare il testo organico per creare questo nuovo ramo. Il disegno di legge iniziale prevede solo che il governo debba presentare al Parlamento, entro il 30 settembre, un rapporto sulle “condizioni per la creazione di un nuovo rischio o di un nuovo ramo della previdenza sociale”.
  • Concorrenza: gli assicuratori sanitari chiedono più tempo
I francesi che desiderano cambiare rapidamente la loro assicurazione sanitaria complementare dovranno essere pazienti. Gli assicuratori che distribuiscono questi contratti hanno chiesto all’esecutivo di posticipare di sei mesi, fino al prossimo maggio, l’entrata in vigore della riforma che ne facilita la risoluzione. Presso il Dipartimento della Sanità, si segnala che la richiesta di rinvio è stata ricevuta, ma che la questione non è ancora stata decisa. Secondo gli assicuratori, il problema è principalmente operativo.