di Andrea Pira
Nuovo ritocco in vista nella normativa sui Pir. La modifica rientra nel fascicolo con le bozze degli emendamenti dei relatori al decreto Rilancio, ora in discussione in commissione Bilancio a Montecitorio e che incorporerà con un emendamento anche il dl sulla Cassa integrazione, che permette a tutte le imprese senza più ammortizzatori sociali di anticipare ulteriori 4 settimane. La disciplina dei piani individuali di risparmio, introdotti nel 2016, consente l’investimento di 150 mila euro in strumenti finanziari di pmi quotate e non quotate senza tassazione delle plusvalenze. La proposta di modifica di Fabio Melilli (Pd), Carmelo Misiti (M5S) e Luigi Marattin (Italia Viva) conferma quindi il tetto di 150 mila euro, ma fa saltare la soglia di 30 mila euro l’anno per i Pir. Un modo per dare flessibilità ai versamenti, con lo scopo ultimo, ribadito, di incentivare il risparmio privato italiano verso investimenti meno liquidi e quindi ampliare le fonti di capitale di rischio o comunque di accesso al credito. La modifica andrebbe inoltre a legarsi all’introduzione, con il Rilancio, dei cosiddetti Pir alternativi, con i quali è possibile investire 150 mila euro ogni anno fino al raggiungimento del tetto di 1,5 milioni.

Sempre per sostenere il tessuto produttivo, un altro emendamento prevede che vadano a operazioni per fondi di venture capital (si vede articolo a pagina 3) due dei 44 miliardi del Patrimonio destinato di Cassa Depositi e Prestiti, nuovo veicolo messo a disposizione per intervenire nel capitale delle imprese sopra i 50 milioni di fatturato in caso di difficoltà. Interventi sono stati previsti anche sulla governance di Simest. Nel quadro delle iniziative per sostenere l’internazionalizzazione e l’export e le iniziative della Farnesina in tema. È stato previsto il trasferimento delle partecipazioni di Sace in Simest a Cdp per «massimizzarne le sinergie». Nel pacchetto, oltre alla sospensione dei protesti fino al 31 dicembre, entra anche il riconoscimento di un credito d’imposta del 110% ai sottoscrittori di prestiti obbligazionari emessi dalla Società Sport e Salute, la ex Coni Servizi. Intanto oggi il ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri, è atteso in audizione in commissione. Ieri tornando sull’argomento fisco, il titolare del Mef ha chiarito che l’eventuale taglio dell’Iva sarà una misura congiunturale. L’obiettivo, che potrebbe rientrare nel prossimo piano nazionale di riforme, è la riduzione del costo del lavoro, come da indicazioni comunitarie e parte quindi di quel pacchetto da presentare per accedere alle future risorse del Recovery Plan. Nel mentre continua a slittare l’ok al decreto Semplificazioni per il quale si parla ora del 10 luglio per l’approvazione.

I giallorossi, intanto, perdono pezzi al Senato. Con il passaggio di Alessandra Riccardi dall’M5S alla Lega ora la maggioranza può contare soltanto su 160 senatori, uno in meno della maggioranza assoluta (alla Camera invece Alessandra Ermellino si è seduta nel gruppo Misto). Numeri che fanno tremare i polsi tra le continue fibrillazioni interne alle forze che sostengo Conte. Addirittura è Matteo Renzi a chiedere di evitare «crisi al buio» ed esortare l’esecutivo a darsi una mossa, in linea con quanto fatto dal segretario Pd, Nicola Zingaretti. Mentre a Palazzo Chigi, il premier si confrontava con i partiti sulle proposte per il piano di rilancio. (riproduzione riservata)

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