di Luca Gualtieri
Con l’uscita dall’emergenza sanitaria l’attività nelle banche d’affari e nelle società di consulenza sta riprendendo quota, anche se i volumi pre-crisi sono ancora lontani. Qualche dossier comunque ha ricominciato a circolare e potrebbe dare frutti nei prossimi mesi. Tra gli altri, secondo quanto risulta a MF-Milano Finanza, ci sarebbe quello di Arca. La società di gestione milanese guidata da Ugo Loser e controllata dalla Bper e dalla Popolare di Sondrio è da tempo in attesa di un rimescolamento degli assetti proprietari. Gli azionisti, a partire dal ceo di Bper Alessandro Vandelli, non hanno del resto mai nascosto la volontà di valorizzare la quota anche per consentire ad Arca di crescere ulteriormente. Sebbene oggi Modena sia impegnata ventre a terra nell’operazione Ubi Banca al fianco di Intesa Sanpaolo, da qualche giorno nella city milanese il dossier è di nuovo sulla bocca dei banker.

La ragione? Non è un mistero che, tra le molte ipotesi esplorate in passato, quella industrialmente più convincente resti un’integrazione con Anima Holding, l’asset manager guidato da Marco Carreri alla ricerca da tempo di un salto dimensionale. Proprio in questa direzione andrebbero i rumor di questi giorni, anche se per il momento non arrivano conferme ufficiali. Vero è che da qualche tempo gli analisti sono tornati a ipotizzare una nuova ondata di consolidamenti nel settore, non solo a livello italiano ma anche europeo. L’effetto combinato di Mifid 2 e della rivoluzione tecnologica sta infatti spingendo numerosi gruppi di dimensioni medio-piccole nell’orbita dei grandi player. Il risiko peraltro è già partito lo scorso anno con l’acquisto di Banque Morval da parte di Intesa Sanpaolo, poi con l’integrazione tra Ersel e Banca Albertini e con l’acquisizione di Banca Leonardo da parte di Crédit Agricole. Tornando ad Arca, se l’ipotesi di una partnership industriale come un’alleanza con Anima rimane la più convincente, è pur vero che altri soggetti si sono fatti avanti per l’sgr. Il dossier per esempio era entrato nel radar di due private equity internazionali specializzati nelle financial institutions, Centerbridge e Apax. Al di là delle ipotesi di banker però saranno decisive le scelte degli azionisti. Non solo quelli di Arca ma anche, eventualmente, quelli di Anima. Proprio nella compagine di quest’ultima (partecipata anche da Poste al 10%) si segnala la crescita di Banco Bpm, arrivato nelle scorse settimane molto vicino al 20%. Gli acquisti di Piazza Meda non sono passati inosservati e c’è chi li ha interpretati come un segnale di forte attenzione per le prossime mosse dell’asset manager. (riproduzione riservata)

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