di Luca Gualtieri
Dopo il via libera preliminare della Banca Centrale Europea, arrivato nella serata di venerdì 5, nelle prossime settimane sono attesi altri importanti verdetti per l’operazione Intesa Sanpaolo – Ubi. Secondo quanto risulta a MF-Milano Finanza, il prossimo passaggio potrebbe essere il responso, in seno al governo, del gruppo di coordinamento per l’esercizio dei poteri speciali, meglio noto come comitato golden power. Al vaglio della task force, ulteriormente rafforzata con le ultime iniziative dell’esecutivo, passano tutte le operazioni straordinarie inerenti al trasferimento di attivi strategici e il deal Intesa-Ubi non poteva rappresentare eccezione. Sebbene l’esame non sia ancora terminato, sembra comunque che a breve dal comitato possa emergere una valutazione positiva del deal.
Smarcato anche questo aspetto, resteranno in campo tre authority per il processo autorizzativo dell’ops. Consob dovrà esprimersi sul prospetto informativo che Intesa ha presentato poco dopo l’annuncio dell’operazione e che ormai da un paio di mesi è al vaglio della Commissione. Un verdetto importante anche perché, su quella base, il consiglio di amministrazione di Ubi si esprimerà a stretto giro per approvare o bocciare il deal. Ci sarà poi il parere dell’Ivass che esaminerà il deal sotto gli aspetti della regolamentazione assicurativa. Per ultimo si esprimerà l’antitrust, che a maggio ha avviato un’approfondita istruttoria e che proprio in queste settimane sta conducendo audizioni con tutti i principali operatori di mercato. Nel provvedimento di avvio, l’authority guidata da Roberto Rustichelli ha preannunciato un esame molto meticoloso, soprattutto per quanto attiene al posizionamento delle due reti commerciali e agli effetti sull’evoluzione del mercato bancario.
Nel frattempo si tratterà anche di capire come si esprimerà il tribunale sull’azione legale promossa nelle scorse settimane dal cda di Ubi e volta ad accertare se gli effetti della comunicazione con cui Intesa annunciava il lancio dell’ops siano cessati o meno. Al centro delle contestazioni di Ubi ci sono le cosiddette clausole Mac (Material adverse change, ndr) cioè le condizioni sospensive che possono scattare in caso di eventi eccezionali come appunto le pandemie. Non a caso il tema è già stato sollevato dai legali di Ubi davanti alla Consob. Una risposta implicita a queste contestazioni peraltro è stata fornita da Intesa nel comunicato di venerdì scorso. A seguito dell’autorizzazione ricevuta da parte della Bce, la banca ritiene, pur non disponendo tuttora di informazioni in merito ai possibili effetti pregiudizievoli della pandemia da Covid-19 su Ubi, che «ragionevolmente dalla pandemia non derivino effetti tali da modificare negativamente l’attività di Ubi e la situazione finanziaria, patrimoniale, economica o reddituale sua e delle società del gruppo», oltre ad analoghi effetti per l’offerta e per la stessa Intesa Sanpaolo. (riproduzione riservata)
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