Ecco come le imprese assicurative stanno rispondendo all’emergenza Covid che ha accelerato l’evoluzione digitale. Il Solvency tiene e, dicono da Accenture, tutta l’innovazione si concentra sul cloud
di Anna Messia
Il Covid, tra la volatilità dei mercati e il rallentamento dell’attività per il lockdown, ha avuto un impatto molto forte sull’attività delle compagnie di assicurazione italiane, ma l’effetto dirompente riguarderà più probabilmente il futuro. Perché l’emergenza sanitaria in pochi mesi ha cambiato comportamenti e valori delle persone accelerando i processi di digitalizzazione.

Argomenti di cui si discuterà mercoledì 24 giugno nel corso della XIX edizione dell’Insurance Day, un pre-event in vista del consueto appuntamento d’autunno per capire come le imprese assicurative stanno rispondendo all’emergenza Covid e che cosa possono fare per contribuire alla ripresa economica. L’evento, organizzato da MF-Milano Finanza in collaborazione con Accenture, vedrà la partecipazione dei ceo delle principali compagnie che operano in Italia e sarà trasmesso in diretta su ClassCnbc (canale 507 Sky), in streaming su milanofinanza.it e sulla piattaforma Zoom.

In questi primi mesi di emergenza la capitalizzazione del settore assicurativo ha subito un calo rilevante, in media di circa il 20% rispetto al periodo pre-crisi, ma, nonostante più di qualche compagnia sia stata invitata dall’Ivass ad aumentare il capitale per risollevare il Solvency II, il sistema ha dimostrato di avere la forza di reggere l’urto della pandemia. Anche perché fortuna ha voluto che il 2019 per le assicurazioni italiane sia stato un anno molto positivo e le imprese di sono presentate con le spalle larghe alla sfida della pandemia: i premi raccolti lo scorso anno sono cresciuti in media del 4% arrivando ad un totale di 240 miliardi, con un return on equity (roe) record del 12%, quasi il doppio del 2018. Mentre il Solvency II medio a dicembre scorso era del 240%, ovvero 2,4 volte superiore al minimo richiesto dal regolatore. Poi però a febbraio è arrivata l’emergenza sanitaria e il blocco dell’economia che ha fatto salire lo spread e scendere le borse: la conseguenza è stata che il Solvency medio è calato di 25 punti al 215%, valore che, secondo le rilevazioni Ivass, aveva mantenuto a fine maggio anche grazie allo stop (rinvio o congelamento) di 4,4 miliardi di dividendi che l’Ivass ha chiesto alle imprese di non distribuire per tenere fieno in cascina in questa fase. Il calo del Solvency non pare allarmante, ma l’attenzione (specie da parte del regolatore) resta alta. «La pandemia ha provocato un enorme shock globale dal punto di vista sociale, umano ed economico, con effetti significativi su tutti i settori, tra cui quello assicurativo», commenta Daniele Presutti, Insurance Lead Europe di Accenture, sottolineando che «in questo contesto estremo le compagnie assicurative si sono dimostrate molto resilienti e hanno garantito un significativo sostegno al Paese e hanno assicurato il servizio ai clienti, la continuità operativa delle reti distributive e la sicurezza dei propri dipendenti».

Dal punto di vista industriale il business assicurativo ha registrato impatti su tutta la catena del valore: la crisi ha inevitabilmente generato un rallentamento della raccolta premi, sia nel Vita che nel Danni, imputabile alla recessione economica, alle contingenti restrizioni alla mobilità e all’esercizio delle attività produttive, alle difficoltà e nuove priorità di consumatori e aziende. In particolare, il segmento Vita, fortemente caratterizzato da canali di vendita fisici, ha sofferto le misure di lockdown con il rallentamento dell’attività commerciale e al tempo stesso ha dovuto assorbire un aumento di richieste di riscatto di prodotti assicurativi da parte dei clienti, per l’aumentata esigenza di liquidità. Nel ramo Danni il rallentamento della circolazione ha generato una minore frequenza nei sinistri per tutta la durata delle restrizioni per le linee di business connesse alla mobilità (calcolata da Ivass in una flessione del 50%, con un risparmio medio sulla singola polizza di 36-41 euro). La volatilità dei mercati finanziari infine ha già generato un grosso impatto sulla gestione finanziaria, imponendo importanti svalutazioni di asset in portafoglio e, a cascata, sul risultato netto.

«Il prossimo futuro non sarà un semplice ritorno al prima ma più probabilmente aprirà un periodo lungo di never normal, una nuova era definita da rapidi cambiamenti nelle categorie culturali, nei valori della società e nei comportamenti», aggiunge Presutti. Per il prossimo futuro l’innovazione abilitata dalle tecnologie e dal digital portati a scala saranno sempre più un elemento-chiave per costruire un business resiliente. «Le principali iniziative strategiche da mettere in atto ora sono la trasformazione della curva dei costi, la pianificazione strategica basata su scenari dinamici e la riconfigurazione dell’architettura di business», spiega. In questa direzione si inseriscono attività quali «la semplificazione e digitalizzazione dei processi core, l’inserimento massiccio di intelligenza artificiale nei processi chiave, le strategie di ridefinizione di come i servizi assicurativi sono disegnati e portati in modo innovativo sul mercato». In pratica, le compagnie dovranno rivedere i modelli di business lavorando «all’espansione dei prodotti di protezione, alla costruzione di modelli di servizio veramente multicanali e allo sviluppo di nuove competenze», consigliano dalla società di consulenza. «Il tutto in un contesto di fortissima accelerazione verso il cloud, dove al momento si concentra tutta l’innovazione». (riproduzione riservata)

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