di Gaudenzio Fregonara
«Un anno di consolidamento e transizione, che ha unificato le diverse forme previdenziali. E, anche, un anno di rendimenti a due cifre». A pochi giorni dall’assemblea di bilancio per il 2019 del Fondo pensione di Intesa Sanpaolo, prevista per venerdì 26 giugno, il presidente Mauro Bossola, anche segretario generale aggiunto della Fabi, parla dell’andamento di uno dei più importanti fondi previdenziali del Paese. «In poco più di un triennio gli aderenti sono passati da 54 mila a quasi 75 mila e il patrimonio gestito da 4,2 miliardi a oltre 6,8 miliardi di euro», spiega Bossola.

Domanda. Con la crescita degli iscritti è aumentata la responsabilità di gestione per lei e gli amministratori. Come risponde la struttura organizzativa?

Risposta. Il consiglio di amministrazione, composto da rappresentanti qualificati eletti dagli iscritti e designati dall’azienda, è dotato degli strumenti necessari per affrontare la sfida. Nel settore del credito, il sistema delle relazioni sindacali è entrato da tempo e a pieno titolo nel mondo dei fondi pensione e dei fondi sanitari. Il cosiddetto welfare aziendale, fa parte di fatto di tutte le politiche retributive e contrattuali ed è diventato anche uno strumento che favorisce il senso di appartenenza e di solidarietà.

D. Ma questi rendimenti sono ripetibili anche in anni come questo, di emergenza sanitaria ed economica?

R. Il 2020 vive un grado di incertezza straordinariamente elevato per le prospettive di breve periodo. Come però opportunamente ricordato dal presidente della Covip, Mario Padula, nel corso della relazione 2019, la performance della previdenza complementare va analizzata in un periodo medio-lungo, tenendo conto del contributo versato dalle aziende e, aggiungo io, del miglior trattamento fiscale rispetto ad altri tipi di investimento. Da questo punto di vista i comparti del Fondo hanno sempre reso più del Tfr lasciato in azienda. Anche i rendimenti dei primi sei mesi del 2020, pur se ancora negativi, sono migliori dei rispettivi benchmark di mercato e dimostrano una buona resilienza agli effetti della crisi.

D. E come avete ottenuto questo risultato?

R. Sostanzialmente grazie ad un’efficace asset allocation, un’attività di selezione e controllo continuo dei risultati. Condividiamo pienamente gli orientamenti dell’attività di vigilanza per l’attuazione della Direttiva Iorp II e l’attenzione che essa pone alla governance e alla gestione dei rischi; pensiamo sia un’importante opportunità di rafforzamento strutturale dei fondi pensione.

D. Cosa significa, in concreto, la gestione del rischio per un fondo pensione?

R. Significa essenzialmente puntare su un equilibrio tra rischi e rendimenti attesi per ogni comparto, tenendo conto anche dei rischi meno evidenti ma ugualmente significativi. Non va dimenticato che tra le novità introdotte in sede di recepimento della Direttiva Iorp II, viene sottolineata l’importanza di un approccio strategico che tenga conto dei fattori sociali ed ambientali (Esg) nella valutazione e gestione dei rischi. ll cda del Fondo, da tempo, si è dotato di un Codice Etico e di specifiche linee guida per gli investimenti responsabili. Vogliamo sensibilizzare le imprese sui temi ambientali.

D. Non si tratta di temi un po’ troppo astratti rispetto alla gestione corrente di un fondo come il vostro?

R. Niente affatto. L’adozione di strategie di investimento responsabili risulta pienamente coerente con il dovere fiduciario che i fondi pensione hanno, nei confronti degli aderenti, di valutare compiutamente sia gli obiettivi di carattere finanziario che i rischi connessi, pur se non immediatamente riconoscibili. Prova ne è che a marzo di quest’anno il Fondo ha istituito un comparto azionario specifico -caratterizzato da rigorosi criteri Esg e focalizzato sulla tematica del cambiamento climatico- che ha raccolto in pochi mesi ben 40 milioni di euro e, in questa fase critica dei mercati, sta dimostrando una reazione molto buona anche in termini di rendimento. I temi della responsabilità sociale devono essere declinati nell’attività quotidiana. Di ciò teniamo conto nella revisione della asset allocation strategica degli investimenti, così da assegnare ai gestori del patrimonio nuovi mandati che incorporino stabilmente criteri di investimento rispettosi dei criteri di sostenibilità e maggiormente allineati con gli interessi delle iscritte e degli iscritti e con le nostre linee guida, a partire dall’esclusione di investimenti nei settori delle armi non convenzionali e del tabacco.

D. E pensate di essere in grado di ottenere risultati concreti?

R. Per sviluppare appieno progetti coerenti e incisivi in tema occorre non solo coerenza ma anche un’adeguata dimensione che un singolo fondo pensione, per quanto grande come quello di Intesa Sanpaolo, da solo non possiede. Per questo, il Consiglio del fondo è tra i promotori e partecipa al tavolo tecnico di confronto tra i principali fondi pensione del settore bancario, inteso a promuovere riflessioni e azioni comuni anche in questo campo. Occorre rendere effettive ed efficaci le politiche di cambiamento che si intendono promuovere, per un miglioramento su larga scala della situazione socio-economica, sempre nel rispetto della funzione essenziale della previdenza complementare, che è e deve essere la difesa e la promozione del risparmio previdenziale degli aderenti. (riproduzione riservata)