di Luisa Leone

Troppo fragorosa la mossa di Leonardo Del Vecchio su Mediobanca per passare inosservata a Palazzo Chigi. Secondo quanto risulta a MF-Milano Finanza, il governo monitora il dossier che vede il patron di EssilorLuxottica, tramite la holding Delfin, impegnato nel tentativo di raddoppiare dal 10 al 20% la quota nella merchant bank che è anche il maggior socio delle Generali.
A seguire la partita per la Presidenza del Consiglio è il sottosegretario Riccardo Fraccaro, che ha già gestito il lavoro che ha portato al rafforzamento del golden power, esteso di recente a banche e assicurazioni. Peraltro, con un tempismo imprevedibile, il decreto che individua più nello specifico (rispetto alla norma quadro inserita nel decreto Liquidità) gli attivi protetti dallo scudo antiscalata è stato illustrato al Consiglio dei ministri solo venerdì scorso, a poche ore dall’anticipazione di Repubblica sulla mossa di Del Vecchio. Lo schema dovrà ora passare alle Camere per i pareri di rito e poi essere approvato definitivamente, ma nel frattempo gli istituti di credito e i gruppi assicurativi sono comunque protetti da eventuali mire straniere, anche europee. Il timore espresso da diverse forze politiche è infatti che dietro l’imprenditore italiano con una radicata presenza in Francia (EssilorLuxottica, l’immobiliare Covivio) possano appunto esserci ombre transalpine. E sebbene al momento non ci siano segnali concreti di un simile scenario, ieri il Copasir ha suonato un campanello l’allarme. «Recenti notizie, in parte in qualche modo prevedibili, accentuano le preoccupazioni già espresse dal Comitato in merito al possibile controllo fuori dai confini nazionali di primari istituti bancari e assicurativi», ha sottolineato in una nota il presidente Raffaele Volpi. D’altronde che le antenne francesi fossero rivolte verso il sistema finanziario italiano era già stato rilevato nelle ultime relazioni del Copasir sul sistema economico.
Sul tema è tornata anche Forza Italia, che ha depositato un’interrogazione al ministro dell’Economia per porre l’accento, tra le altre cose, sul fatto che Delfin è una holding lussemburghese. Fatto che, qualora la sarl arrivasse davvero a controllare Mediobanca, porterebbe alla necessità di notifica al governo per l’eventuale esercizio del golden power, che fino al 31 dicembre è utilizzabile anche nei confronti di operatori europei.
Peraltro proprio le normative anti-scalata prevedono che sopra la soglia del 10% si debbano comunicare a Consob le intenzioni di acquisto su un titolo quotato, anche se ciò accadrebbe, in questo caso, solo a valle dell’autorizzazione Bankitalia e Bce. Ad ogni modo l’autorità guidata da Paolo Savona segue la partita ed è possibile che, come accaduto per l’acquisto del primo pacchetto di azioni Mediobanca, convochi Del Vecchio a colloquio. (riproduzioni riservata)

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