di Anna Messia
Niente accordo a Verona. La maxi-causa da 9,6 milioni con l’ex amministratore delegato Alberto Minali va avanti. Dopo che l’Ivass è entrata a gamba tesa su Cattolica chiedendo un aumento di capitale da 500 milioni, era sembrato che almeno lo scontro frontale tra la compagnia e Minali, defenestrato a fine ottobre, potesse in qualche modo rientrare. L’ipotesi di un accordo transattivo era stata valutata dalle parti, ma ieri il consiglio di amministrazione della compagnia presieduta da Paolo Bedoni ha deciso di andare dritto in tribunale. Anche perché, è la tesi dell’assicurazione, la necessità di ricapitalizzare Cattolica non deriva solo dagli effetti negativi provocati dal virus sulle quotazioni di borsa e sugli spread, ma anche dalle scelte del manager durante la sua gestione. Prima tra tutti la joint venture con Banca Bpm, che ha creato Vera Assicurazioni, il cui Solvency II lo scorso 15 maggio ha toccato il livello del 15% contro il minimo del 100% chiesto dal regolatore. Per contro il manager, che nei giorni scorsi si è dimesso dal cda dove era rimasto dallo scorso ottobre, ha chiesto a Verona un maxi-risarcimento di 9,6 milioni considerando illegittimi gli atti che hanno portato al licenziamento e ribadendo di aver sempre agito nel solo interesse della compagnia.
Le matasse da sbrogliare a Verona restano quindi diverse, a partire dall’aumento di capitale che l’Ivass ha chiesto di realizzare entro l’autunno. Ma, secondo quanto risulta a MF -Milano Finanza, c’è anche la questione della nomina di un amministratore delegato, chiesta dalle autorità di vigilanza. Carlo Ferraresi, nominato direttore generale di Cattolica dopo l’uscita di Minali, ha ricevuto le deleghe da amministratore delegato ma non l’incarico. Per quello c’è bisogno di modificare lo statuto secondo la nuova governance che sarà votata dall’assemblea il 27 giugno per consentire di nominare un ad che non sia socio della compagnia. Ferraresi, come dipendente, non è socio e quindi prima della modifica dello statuto non può neppure essere nominato ad.
Intanto ieri da Verona hanno annunciato di aver firmato il closing dell’operazione di acquisizione del 40% di Cattolica Life da Banca Popolare di Vicenza in Liquidazione Coatta Amministrativa e la contestuale cessione a Monumet Re. Resta invece aperta la cessione di Berica Vita, che potrebbe fruttare qualche punto di Solvency. (riproduzione riservata)

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