Cattolica assicurazioni ha ricevuto una lettera dall’Ivass con alcuni rilievi sulla solvibilità e sull’asset allocation del gruppo, chiedendo un aumento di capitale da 500 milioni di euro. Il cda ha adottato misure per mettere in sicurezza la compagnia.
In particolare, le controllate Bcc vita e Vera vita hanno presentato una stima di Solvency ratio inferiore al minimo regolamentare. I Solvency del gruppo, della capogruppo e di altre due controllate nei Danni, pur rimanendo sopra i minimi regolamentari, hanno riportato valori inferiori alle soglie interne di Risk appetite framework. Viene anche evidenziata l’asset allocation, soprattutto l’esposizione verso obbligazioni di minore qualità. Perciò l’Ivass ha rilevato «la necessità di interventi di patrimonializzazione, che si attende vengano perseguiti mediante l’utilizzo integrale della delega proposta alla prossima assemblea straordinaria dei soci convocata per il 26-27 giugno, pari a un aumento di capitale di 500 milioni di euro da effettuarsi entro l’inizio dell’autunno».
Il cda di Cattolica «ha preso doverosamente atto delle indicazioni» e ha dato mandato al management di preparare un piano nei tempi richiesti. Il board ricorda di avere «sempre perseguito» e che «sempre perseguirà la solidità patrimoniale, a difesa e beneficio degli assicurati sia della società stessa sia delle controllate». Inoltre, nei cda della capogruppo, erano già stati trattati i temi riguardanti la posizione di capitale. Nella riunione del 22 maggio erano state illustrate alcune misure, con la possibilità di un aumento di capitale di 200 milioni abbinato all’emissione di un analogo ammontare di strumento subordinato Tier 1. Queste azioni, abbinate ad altre minori, avrebbero portato a un’adeguata patrimonializzazione, permettendo di finalizzare le attività m&a previste entro il 2021.
Per quanto riguarda l’asset allocation, Cattolica ha perseguito negli ultimi quattro anni una politica di diversificazione, anche con una progressiva riduzione dell’esposizione ai governativi italiani, il cui peso è passato dal 73% del 2016 all’attuale 55%. Inoltre il cda della capogruppo aveva deliberato la proposta di non distribuire gli utili d’esercizio. Questa scelta era stata deliberata anche nei cda delle controllate oggetto di analisi. «Il Solvency Ratio del gruppo Cattolica, calcolato con Standard Formula con Gsp, è stato costantemente pari ad almeno il 160% fino alla fine del 2019, scendendo sotto tale livello solo durante questa fase di alta volatilità dei mercati finanziari conseguente alla diffusione della pandemia». Il 22 maggio il coefficiente era al 122% e quello della capogruppo al 130%.

Infine, il board ha preso atto che l’ex a.d. Alberto Minali «ha rassegnato le dimissioni da consigliere di amministrazione della società e immediatamente dopo, tramite i suoi legali, ha notificato un atto di citazione nei confronti della società per ottenere il riconoscimento di sue pretese economiche (9,6 milioni, ndr) a seguito della revoca, sull’asserita mancanza di una giusta causa, pretese comunque da ritenersi infondate e che saranno oggetto di adeguata risposta in sede difensiva».
A piazza Affari Cattolica ha chiuso in calo del 16,89% a 3,434 euro.
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