di Luisa Leone

Mediobanca-Delfin è un «caso di scuola» che dimostra le falle rimaste aperte nella disciplina del golden power, di recente esteso a banche e assicurazioni. Ne è convinto Adolfo Urso, vicepresidente del Copasir in quota Fratelli d’Italia, tra i primi a sostenere la necessità di estendere lo scudo antiscalate al settore creditizio e assicurativo e che ora propone di abbassare al 10% la soglia di acquisto che impone la notifica al governo anche ai soggetti europei, che oggi invece devono farlo solo al raggiungimento del controllo di una società.

Domanda. Senatore Urso, quali sarebbero le falle nella disciplina dei poteri speciali?
Risposta. Ci sono due aspetti principali su cui intervenire, come emerso anche dalle audizioni che abbiamo svolto come Copasir, più una questione formale, ma non solo, relativa a un probabile errore in un riferimento normativo circa l’applicabilità della disciplina ai soggetti infraeuropei. La prima è relativa all’opportunità di equiparare i soggetti Ue a quelli extra Ue, estendendo a tutti l’obbligo di notifica al raggiungimento di una soglia pari al 10% del capitale. La seconda è di tipo procedurale ed emerge con grande chiarezza proprio dal caso Mediobanca.

D. Di che si tratta?
R. Dell’opportunità di passare da un regime notificatorio a uno autorizzativo, a mio avviso meno suscettibile di alterare il mercato. Pensi a cosa accadrebbe oggi se la richiesta di Del Vecchio di salire al 20% di Mediobanca avesse l’ok dell’autorità di settore e poi il governo decidesse di esercitare il golden power…

D. Intende dire che ormai su questa operazione il governo non potrebbe comunque avere voce in capitolo?
R. Diciamo che sono convinto della necessità di non alterare il mercato e che sicuramente se si fosse intervenuti prima per modificare la disciplina generale sarebbe stato meglio. Ciò detto il governo ha molte armi, non necessariamente il veto, ma anche per esempio la possibilità di imporre condizioni.

D. Cosa intende per regime autorizzativo?
R. Penso che le operazioni soggette a golden power dovrebbero avere il parere preventivo del governo, anche prevedendo la possibilità di ascoltare la società scalata. Lo prevede, come le altre modifiche di cui le ho parlato, l’emendamento che presentato al decreto Liquidità, su cui però il governo ha posto la fiducia.

D. Ha intenzione di riproporlo? Magari nelle raccomandazioni al dpcm sul golden power licenziato dal governo?
R. Io credo che bisogna fare attenzione, non si possono fare mosse ad personam o ad aziendam. Il percorso parlamentare mi sembra il più cristallino. Chiederò comunque che le norme siano inserite nel prossimo decreto che il governo si appresta a varare. (riproduzione riservata)

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